La partita Italia-Croazia, valevole per la qualificazione agli Europei 2016, è finita con 16  arresti e una denuncia.
 
L’1-1 in campo è arrivato dopo l’interruzione del gioco per dieci minuti e le squadre rimandate negli spogliatoi nel secondo tempo, per il pericoloso lancio di fumogeni in campo e sugli spalti (con cui alcuni ultrà croati hanno rischiato di far perdere a tavolino la nazionale bianco-rossa) e contro la polizia nei pressi dello stadio Meazza, dopo essere già stati  protagonisti negativi per le vie di Milano nel pre-partita e aver fischiato l’inno italiano a inizio gara. 
 
Se la Uefa potrebbe decidere sanzioni contro la Croazia condannandola a giocare almeno una gara a porte chiuse, dall’altro lato bisognerà capire il perchè delle falle al Meazza che hanno reso possibile l’ingresso nello stadio di tifosi con petardi, fumogeni e pare anche lanciarazzi. Per qualche minuto si è temuto il peggio e di rivivere la notte brava di Genova, del 13 ottobre 2010, quando Italia-Serbia non si giocò per la furia degli ultrà di Belgrado. Stavolta davanti ai 65mila spettatori di Milano è stata colpa degli hooligan di Zagabria. Sui circa 6 mila arrivati dalla Croazia, preoccupavano 3 mila arrivati a bordo di 30 pullman, 40 minivan e 400 auto.
 Italia-Croazia è stata sospesa per lancio di fumogeni in campo 

 Italia-Croazia è stata sospesa per lancio di fumogeni in campo 

 
Al confine triestino la polizia italiana, in sinergia con le forze dell’ordine croate, aveva predisposto controlli e perquisizioni straordinari. I pullman erano poi stati accolti in un’area appositamente adibita e scortati fino allo stadio. Nella settimana precedente la partita erano state poi spedite in Croazia migliaia di brochure illustrative sui divieti e sulle leggi italiane. 
 
“Ho già chiesto scusa alla squadra dell’Italia, ora la chiedo a tutti” ha detto nel fine partita il ct croato Kovac. Modric, stella croata uscita per infortunio, ha invece detto: “È sempre la stessa cosa, non capisco perché lo facciano, ed è un peccato avere dei tifosi così. Non so perché continuino a fare queste cose e a comportarsi così: tutto questo è una pazzia”.
 
IL PAREGGIO - La partita non ha mostrato una buona Italia come ci si aspettava, non solo per il gol subito a causa di una papera in porta di Buffon, ma soprattutto per il lungo possesso palla degli avversari.
 
Con il pareggio è mancata la quarta vittoria consecutiva che il ct Antonio Conte inseguiva e pure la sconfitta della Croazia che per l’Italia continua a mancare dal lontano 1942. Il pareggio finale impedisce peraltro agli azzurri di andare in fuga nel girone di qualificazione, visto che la Norvegia è tornata in auge dopo la vittoria in Azerbaigian. Italia e Croazia sono ora appaiate a dieci punti e la partita della verità si terrà il 12 giugno a Zagabria. 
 
A parziale difesa del ct azzurro, una squadra inferiore alle aspettative viste le assenze pesanti di Pirlo e Verratti, di Bonucci squalificato, le rinunce in fase di convocazione per problemi muscolari di Astori, Balotelli e Ogbonna.
 
In una squadra molto rimaneggiata, dove Conte ha chiesto a Darmian il sacrificio di fare il centrale, a Ranocchia di fare il libero e in centrocampo ha riproposto De Rossi (alla 100esima presenza in azzurro) in cabina di regia con Candreva interno, De Sciglio e Pasqual sulle fasce, hanno brillato Candreva, dinamico, propositivo e autore del gol all’11°, e El Shaarawy con cui Conte ha varato un 4-4-1-1 (abbassando De Sciglio e mettendo Marchisio a sostegno di Zaza) per migliorare la difesa.
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