Il punto è che il Milan non migliora. L’organico sarà quel che sarà (è superiore a Empoli, Verona, Sassuolo o Palermo, squadre che hanno fatto punti a ‘San Siro’), ma non esiste gioco. Non si vedono mai movimenti di qualcuno che gioca “per” e “con” i compagni (a parte Antonelli e Bonaventura, con quest’ultimo costretto a giocare in posizioni non consone per via dell’assurda composizione dell’organico).
 
Quindi solo azioni individuali e/o esagerati sbilanciamenti non coordinati. Vi siete chiesti perché Torres, Pazzini e Destro siano stati sempre in difficoltà? Non arriva un’azione costruita coralmente! E allora i finalizzatori non servono.
 
E con questa azione lenta, non corale, che finisce per portare avanti mucchi di giocatori non coordinati, si sguarnisce una difesa che di suo non sa marcare (si vedano i tantissimi gol da palle ferme), che quando propone Mexes si scompatta di più e che, senza de Jong davanti, non ha un minimo di protezione tattica. 
 
In campo regna l’anarchia: Menez fa quello che vuole, a prescindere dalle indicazioni di Inzaghi. Nel primo tempo di Milan-Verona è stato quasi costantemente a centrocampo, a raccogliere palloni che non sapeva come utilizzare (sfornando 9/10 palle alte centrali: una manna per la difesa). Cerci si impegna, ma oltre a essere in condizioni fisico-mentali imbarazzanti (più o meno dai Mondiali), non viene aiutato da nessuno e si trova di fronte difese schierate (e lui fu grande nei contropiede del Toro). Mexes si preoccupa più di attaccare che di difendere; il centravanti di turno non fa altro che accorciare prevedibilmente (e da solo!) verso il portatore di palla.
 
Di palloni in area non ne arrivano (Antonelli è l’unico a dare verticalità ma da solo si esaurisce) e quando ciò capita, l’attaccante centrale è fuori posizione. A centrocampo si gioca solo in orizzontale (se non all’indietro!): l’emblema di ciò è Poli. Montolivo potrebbe essere l’unica eccezione, ma è l’ombra di sé stesso. 
 
Quando, all’inizio della stagione, il Milan pareva poter funzionare – oltre a una condizione fisica accettabile (ormai perduta) – era forte di quella che, con ogni probabilità, era l’idea di calcio che Inzaghi avrebbe voluto applicare: aspettare bassi per colpire in contropiede (da qui l’assurdo mercato che ha portato all’acquisizione di numerosissimi esterni offensivi). Ma il tecnico rossonero non è riuscito a proseguire su questa strada: sarebbe stata necessaria un’umiltà che gruppo, società e tifosi non hanno; una grande fisicità (che da anni non è nelle corde del Milan); un’accorta pianificazione tattica che Inzaghi non è riuscito a completare. 
 
Anche la gestione dei singoli da parte di Inzaghi lascia basiti: Pazzini sempre out, lanciato titolare in una partita chiave; Destro ‘bocciato’; Mexes fuori squadra, titolare, squalificato, multato e scaricato, poi ancora titolare; Essien inspiegabilmente proposto in troppe occasioni; Rami sacrificato; Honda sacrificato; Muntari mezz’ala titolare, poi dimenticato, poi regista (!) nella partita della vita; Menez libero di fare sempre il bello e il cattivo tempo. A riprova di questi rapporti mal gestiti, le continue follie dei singoli: la rissa di Mexes, le sanguinose palle perse di Menez o Essien, i buchi di Bocchetti o di Bonera (da centrale), gli orrori di De Sciglio. 
 
Al netto di tutto ciò è evidente come Inzaghi, non pronto per una sfida come quella rappresentata da questo Milan (piazza storica ma povera. Squadra costruita malissimo), abbia fallito: zero gioco, zero tattica, zero mordente, nessun polso sulla squadra. 
 
Nonostante quello che ha fatto per il Milan da giocatore, sarebbe da esonerare immediatamente. Il punto è che il povero Milan non può permettersi di pagare Seedorf, Inzaghi e un terzo allenatore (perché mettere Tassotti in panchina non avrebbe senso).
 
In più: su chi puntare? Un traghettatore di polso? Un allenatore ‘vero’, che faccia piazza pulita in vista del proprio progetto per l’anno prossimo, sarebbe scelta saggia. Ma bisogna ponderare bene il nome e chiarire subito i contorni (economici in primis) del Milan che verrà: un altro caso-Seedorf non sarebbe sostenibile. 
 
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