La decima giornata di Serie A ha sancito l’evidente insufficienza del campionato sin qui disputato da Milan e Inter. La classifica è molto corta, per cui la situazione delle due milanesi è ancora ‘decente’, ma, dopo l’ultimo turno, i rossoneri sono scivolati al settimo posto, mentre i nerazzurri sono addirittura noni.
MILAN: RISCATTO MANCATO. I rossoneri, dopo un buon avvio di campionato, hanno avuto una certa flessione e, nelle ultime due giornate avevano ottenuto solo due punti (uno sfortunato contro la Fiorentina e uno sofferto, contro il Cagliari). La gara interna contro il Palermo doveva rappresentare l’occasione per un pronto riscatto, invece è arrivato un clamoroso 0-2.
INTER: NODI AL PETTINE. L’Inter invece, dopo due vittorie ‘di rigore’ e piuttosto sofferte, ha sorprendentemente perso in modo rovinoso a Parma, contro l’ultima in classifica. Le circostanze favorevoli che avevano determinato le due vittorie contro Cesena e Sampdoria avevano evidentemente illuso: contro il Parma i nodi sono venuti al pettine.
CRISI DIVERSE. Milano è nuovamente in crisi, ma i problemi del Milan sono molto differenti da quelli dell’Inter.
MILAN: I FANTASMI DEL PASSATO. Pare evidente che il Milan viva nel passato. Sia nel bene, sia nel male. Da un lato, la società, per giustificare fallimenti sportivi e mancati investimenti, vagheggia di antichi trionfi e non interviene. Dall’altro lato Inzaghi, ad ogni rovescio, sottolinea come il Milan dello scorso anno fosse stato disastroso, per cui dichiara di star facendo il possibile, sulla strada di una complessa ricostruzione.
La verità, però, è che i rossoneri, oltre ad avere un organico tutt’altro che perfetto, non riescono a trovare un gioco convincente. Manca un vero regista, manca un piano tattico ‘sicuro’. Per questo, Inzaghi è costretto a imbottire la squadra di giocatori offensivi, in cerca di una giocata o di un’azione di rimessa decisiva, invece che di un gol davvero costruito.
Quando il Milan non può sfruttare spazi ampi o invenzioni dei singoli, semplicemente, non sa giocare. Il fatto di schierare una squadra così offensiva, poi, causa l’evidente fragilità difensiva, che è costata al Milan 14 gol subiti. Per quanto Inzaghi goda della fiducia di tutto l’ambiente, è tempo che il giovane tecnico trovi soluzioni tattiche differenti e maggiormente funzionali. Non sarà facile, anche perché la confusione sembra in grande e pericolosa crescita.
INTER: VALUTAZIONI ERRATE. L’Inter invece è, di nuovo, nel caos. La nuova società di Thohir, dopo una buona partenza, sembra essersi smarrita e Mazzarri, vertice tecnico del progetto, è solo ‘sopportato’ da tutto il mondo nerazzurro. Sul campo, la squadra non riesce ad esprimersi se non con il 3-5-2, un modulo poco propositivo ed essenzialmente conservativo.
I singoli deludono: Palacio vive una crisi profonda, Hernanes è l’ombra del ‘Profeta’ visto alla Lazio, Vidic sembra più ‘cotto’ di quanto fosse lecito aspettarsi. Lo stesso Icardi è sì a quota 5 gol, ma ha segnato solo una tripletta nel ‘ridicolo’ 7-0 contro il Sassuolo, arricchita, poi, esclusivamente da due rigori. L’Inter sembra pagare pesantemente le difficoltà dei vertici societari, così come l’eccessiva e reiterata fiducia riposta in alcuni singoli.
I nerazzurri, così, risultano estremamente fragili: sono in grado di esprimersi con sicurezza solo contro avversari nettamente inferiori e solo quando la partita si mette presto sui binari giusti. Difficile dire cosa si possa fare per rimettere in carreggiata l’Inter. Forse si potrebbe partire da un netto cambio delle gerarchie interne, portando le ‘stelle’ nerazzurre a dover dare il 110% per garantirsi il posto da titolare.
Di certo, è necessario acquisire una comunione di intenti a tutti i livelli. Il compito per lo ‘sfiduciato’ Mazzarri si preannuncia tutt’altro che semplice.