Un risultato che l’Italia dello sci inseguiva da oltre un anno: Stefano Gross, 28 anni di Bolzano, ha conquistato una vittoria in Coppa del Mondo in slalom attesa da quando nel novembre 2013 Dominik Paris si impose nella discesa di Lake Louise.
Sulla neve di Adelboden ha conquistato la prima vittoria di carriera battendo il tedesco Dopfer di 2/100 e l’austriaco Marcel Hirscher di 3/100. Quarto l’altro italiano Giuliano Razzoli.
Nella parentesi italiana della Coppa del Mondo di sci alpino, con gare maschili che si sono svolte a cavallo delle feste natalizie, invece, ha dominato Paris, che ha concluso il suo 2014 nei migliore dei modi, con tre podi in discesa libera e super gigante.
Il colosso trentino di Merano (183 cm per 97 chili) ha messo i puntini sulle i e dimostrato di essere uno degli atleti da battere nelle discipline veloci. A Paris manca ancora la prima vittoria stagionale, ma nel mese scarso che separa gli atleti dell’appuntamento mondiale di Vail e Beaver Creek sono in programma ancora 3 appuntamenti alla portata del gigante italiano: Wengen (1 discesa libera) e Kitzbühel (1 super e 1 discesa), la Mecca dello sci alpino mondiale.
Nelle gare che si sono svolte prima di Natale in Val Gardena sulla mitica e terribile Sas Long, invece, Paris si è piazzato 3° nella discesa del 19 dicembre e 2° nel super gigante del giorno seguente. Davanti a lui, almeno in queste due prime giornate, si è infilato il “solito noto”, ovvero il norvegese Kjetil Jansrud (secondo nella discesa dietro allo statunitense Steven Nyman e vincitore l’indomani davanti a Paris), che al momento gode di uno stato di grazia divina.
“Quest’estate ho lavorato tantissimo anche sul gigante e ora ho più sicurezza perché riesco a fare bene anche le curve – ha detto Paris al traguardo della Saslong –. Jansrud è battibile, ma bisogna essere al 100 per cento e non fare errori”. E se nell’altra discesa libera che si è corsa il 28 dicembre a Madonna di Campiglio sulla pista dedicata a Deborah Compagnoni Paris è rimasto sul podio (terzo dietro all’americano Travis Ganong e all’austriaco Matthias Mayer), quello che ha commesso errori e che ha steccato è stato proprio Jansrud, che è finito addirittura diciassettesimo.
Segnali positivi in vista dei mondiali di febbraio sono arrivati anche da Roberto Nani, che nel gigante storico della Gran Risa in Alta Badia ha tirato fuori dal cilindro due manche indiavolate e ha chiuso in sesta posizione finale, dietro a mostri sacri come Marcel Hirscher, Ted Ligety, Thomas Fanara, Alexis Pinturault e Felix Neurether. «Sono soddisfatto della mia gara perché siamo tutti vicini – ha detto Nani all’arrivo –, ho sciato al meglio e fatto qualche errore. Certo che Hirscher oggi era di un altro pianeta».
Nell’ultima gara italiana in tabellone quest’anno, lo speciale notturno sulla 3-Tre di Campiglio dove Tomba era diventato “La Bomba”, il dominio è stato tedesco, con Neureuther e Fritz Dopfer davanti allo svedese Jens Byggmark e il primo azzurro (Stefano Gross) in undicesima posizione.
Anche in campo femminile i risultati migliori si sono visti in velocità, con Daniela Merighetti nona nella discesa libera di Val d’Isère del 20 dicembre (vinta dall’americana Lindsey Vonn, sempre più vicina al record di vittorie di Anne Marie Moser Proell, davanti all’austriaca Elisabeth Goergl e la tedesca Viktoria Rebensburg) e Nadia Fancini quinta nel super gigante del 21 (vinto da Goergl davanti alla compagna di squadra Anna Fenninger e alla slovena Tina Maze).
Nelle discipline tecniche, invece, da dimenticare la prova delle azzurre a Kühtai, in Austria (Irene Curtoni, prima delle azzurre sia in gigante che in slalom, ha chiuso in 14esima e 20esima posizione), mentre Chiara Costazza è riuscita a portare a casa un buon ottavo posto, e un po’ di morale, nello slalom di Zagabria.
Sempre in ottica mondiale, oltre al recupero di Vonn, la squadra statunitense può festeggiare il ritorno sul podio dell’enfant prodige Mikaela Schiffrin, terza nel gigante austriaco di Kühtai dietro alla svedese Sarah Hector e a Fenninger, e double winner sia nello slalom del 29 dicembre (davanti alla ceca Sarka Zahrobska e all’elvetica Wendy Holdener), che in quello di Zagabria (davanti all’austriaca Kathrin Zettel e alla norvegese Nina Loseth).