Il Moscone Center a San Francisco dedicato al senatore italoamericano della California assassinato nel novembre 1978 (Ph © Celso Pupo Rodrigues | Dreamstime.com)

Il 27 novembre del 1978 era una giornata come tante a San Francisco. E nel municipio della città nessuno aveva fatto caso a Dan White, un ex poliziotto che saliva per parlare con il sindaco. Nessuno avrebbe immaginato che da lì a qualche minuto, quella giornata si sarebbe trasformata in tragedia e che nelle stanze del primo cittadino si sarebbe sparso tanto sangue.

A cadere, sotto i colpi di Dan White, fu George Moscone, il sindaco di 49 anni che fin dall’inizio della sua carriera politica si era battuto per la causa dei poveri, degli emarginati e delle minoranze, e che aveva preso le difese anche degli omosessuali. Con lui fu ucciso Harvey Milk, il supervisor del Comune di San Francisco e primo politico americano dichiaratamente gay. Dan White era entrato dal sindaco per essere riammesso alla carica di consigliere comunale da cui lui stesso aveva dato le dimissioni proprio per protesta contro Milk. Al rifiuto del sindaco White gli scaricò addosso un intero caricatore, prima di recarsi nell’ufficio di Milk e uccidere anche lui.
L’omicidio mise fine a due vite ma diede vita a un personaggio che a San Francisco continua ad essere celebrato come politico progressista. George Moscone aveva rivoluzionato la città, aprendola alla modernità.

A lui è dedicato un centro congressi, il gigantesco Moscone Center che troneggia nel cuore di San Francisco. E anche il suo paese d’origine Fontanarossa, in Liguria, lo ricorda con l’intestazione di una piazza.
George Moscone, senatore della California, era nato a San Francisco nel 1929 da una famiglia originaria del piccolo comune della Val Trebbia. Suo padre, George Joseph Moscone, era una guardia carceraria nel carcere di San Quintino mentre sua madre, Lena, era una casalinga. Il futuro sindaco frequentò la St. Brigid’s ed in seguito il St. Ignatius College Preparatory, distinguendosi soprattutto nello sport e diventando un campione di basket nelle file dei Tigers.

George si iscrisse alla Università della California dove fece amicizia con John L. Burton il quale, più avanti, diventò un membro della Camera dei Rappresentanti americana. Si laureò in legge all’Hastings College of the Law e nel 1954 incontrò e sposò Gina Bondanza. Nel 1960 Philip Burton, fratello di John e membro del Parlamento californiano, convinse il giovane italoamericano a candidarsi per un seggio in quello stesso Parlamento, tra le file del Partito Democratico.

Nonostante la sconfitta, Moscone si assicurò un posto nel consiglio comunale della città di San Francisco nel 1963, all’interno del quale si distinse per le sue battaglie in difesa dei poveri e delle minoranze etniche. Nel 1966, l’avvocato originario di Fontanarossa fu eletto al Senato della California, in rappresentanza del decimo distretto della Contea di San Francisco e, poco dopo, fu nominato dal suo partito leader della maggioranza.

Nel 1975, dopo aver rinunciato alla candidatura a governatore dello stato, in favore di Jerry Brown, decise di tentare la scalata al Municipio di SF e nella campagna elettorale sconfisse John Barbagelata, un altro discendente di immigrati liguri e rappresentante dell’ala più conservatrice del partito.George Richard Moscone ricoprì la carica di sindaco di San Francisco, California, dal gennaio 1976 fino al suo assassinio, nel 1978, sottolineando il suo impegno politico con la partecipazione delle donne e delle minoranze nella vita politica cittadina, coinvolgendoli direttamente nell’amministrazione anche con incarichi pubblici di rilievo.

Milk era il leader della comunità gay di San Francisco ed era particolarmente attivo nel quartiere di Castro, dove aveva aperto un negozio di fotografia che divenne presto un punto di riferimento per la difesa dei diritti degli omosessuali. Il suo impegno continuò anche nel consiglio comunale, dove fu eletto nel 1977. Nel 2002 Milk è stato definito il rappresentante apertamente gay più noto e influente che sia mai stato eletto negli Stati Uniti. L’omicidio di Milk e Moscone è entrato a far parte della storia degli Stati Uniti ed è stata proposta anche in opere teatrali e in pellicole cinematografiche. L’ex poliziotto Dan White fu riconosciuto colpevole di omicidio volontario con l’attenuante della seminfermità mentale e condannato a sette anni e otto mesi di prigione. Uscito dal carcere nel 1984, si è suicidato l’anno dopo.


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