Non più tardi di qualche mese fa, i tifosi della Roma ‘piangevano’ la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro la Lazio, ultimo atto di una stagione fallimentare, partita tra i sogni figli dello Zeman-bis e terminata nel ‘freddo’ buon senso di Andreazzoli. 
 
Tanti erano i dubbi che avevano accompagnato la Roma anche in estate. La proprietà statunitense sembrava aver perso motivazioni ed entusiasmo e filtravano dei dubbi sul rinnovo contrattuale di Francesco Totti, che sembrava tutt’altro che scontato. A completare il quadro ‘inquietante’, la decisione di affidare la squadra a un allenatore poco conosciuto al grande pubblico, come Rudi Garcia e un mercato che, all’apparenza, non andava a colmare le lacune della rosa giallorossa.
 
I tifosi, infatti, oltre a interrogarsi sul valore effettivo del tecnico francese, lamentavano anche le partenze di Lamela e Osvaldo, senza lasciarsi ingolosire dagli arrivi di Strootman, Gervinho, Maicon, Benatia e Ljajic. Invece le cose non stavano così, anche se, per capirlo, era necessaria una lettura più approfondita delle nuove dinamiche giallorosse. 
 L’allenatore Rudi Garcia

 L’allenatore Rudi Garcia

Dal punto di vista tecnico e tattico, infatti, si poteva notare da subito il buon mercato della società capitolina. 
 
Strootman è uno dei migliori giovani centrocampisti d’Europa e vanta già una comprovata esperienza internazionale. Sa essere decisivo tanto in possesso di palla, quanto in fase di recupero. Gervinho non è certo un ‘cecchino’ sottoporta, ma ha forza e velocità e, in questa ‘povera’ Serie A, può davvero fare la differenza, Senza tenere conto del suo feeling con Garcia. Maicon è un cavallo di ritorno, dato per finito.
Ma ha voglia di tornare in Nazionale, per giocarsi i Mondiali in casa. Benatia è da anni uno dei migliori difensori in Serie A. E poi la ciliegina sulla torta rappresentata da Ljajic, ‘soffiato’ al Milan all’indomani della cessione di Lamela. 
 
Garcia, rapidamente, si è poi dimostrato essere allenatore moderno e capace, certificando come i buoni risultati ottenuti in Francia non fossero frutto del caso. Il suo credo tattico si è rivelato un 4-3-3 in grado di sfruttare Totti come centravanti atipico, fonte di gioco e apritore di spazi per gli inserimenti degli esterni. Forte della qualità e della fisicità di un centrocampo che può vantare davvero pochi rivali in tutta Europa, Garcia è riuscito anche a blindare la difesa, chiedendo ai suoi interpreti movimenti semplici ma ben coordinati. 
 
Il fiore all’occhiello della gestione dell’allenatore francese, però, deve essere considerata la ‘rivitalizzazione’ della vecchia guardia: De Rossi, dato per sicuro partente, ha esordito in campionato con un gol, e ora è il leader della mediana; Pjanic pare aver ritrovato estro e corsa, Castan è di nuovo un marcatore roccioso e implacabile; Balzaretti ha messo in soffitta l’annata orribile appena conclusa ed è tornato a esprimersi su livelli da Nazionale. 
 
Infine, c’è Totti, di nuovo al centro del gioco e del campo (non confinato sulla sinistra come con Zeman): riducendo la propria corsa, il capitano è in grado di essere molto più determinante tanto in fase realizzativa come in rifinitura. I risultati di questo ‘miracolo di razionalità’ sono davanti agli occhi di tutti primato a punteggio pieno e la sensazione che il gioco e le qualità di questo gruppo possano sopravvivere anche alle prime avversità.
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