Viaggio in treno fino a Lecce o in aereo fino a Brindisi e poi una comoda strada ti porta fino al tacco d’Italia. Non è difficile raggiungere il Salento ma sarà complicato lasciarlo perché questo lembo d’Italia ha la capacità di attrarre come pochi chi sceglie di puntare sull’estremo meridionale del Continente europeo.
Identificato sulla carta geografica da una linea ideale che unisce il golfo di Taranto, sulla costa ionica, alla città di Fasano, sulla costa Adriatica, il Salento da anni fa rima con mare limpido e coste affascinanti ma conserva nei suoi borghi molte tracce di un passato ricco di sfumature. E tra i paesi che meritano una visita approfondita vi è sicuramente Galàtone, posta sulla direttrice Lecce – Gallipoli e lontana meno di dieci chilometri dalle splendide spiagge del Mar Ionio.
Per lo studioso tedesco Rolfs fu il popolo dei Galati a dar vita ai primi insediamenti in epoca storica, mentre l’umanista Antonio De Ferraris affermò che furono i Tessali a fondare “la nuova Galatana” dopo essere fuggiti dalla terra d’origine dopo la sconfitta di Cinocefale nel 197 avanti Cristo.
In una terra abitata fin dall’epoca paleolitica si possono visitare il “Villaggio Costante” sulle serre, i “Campilatini”; la grotta ”Pinnella” e gli insediamenti “Rizzi” e “Spisari”. Teatro di continua guerre per tutto il medioevo, il Salento divenne terra di conquista da parte dei Saraceni, degli Ungari, passando dopo il IX secolo sotto la dominazione di Bisanzio, che lasciò numerose tracce linguistiche e sociali. Le comunità rurali (Koria), che in seguito prenderanno il nome di Casali, ancora oggi sono riconoscibili negli insediamenti di Corillo, Feudo Negro, Morice, Renda, San Cosmo, Tabelle, Tabelluccio, Fulcignano e Galatone.
Quest’ultima, per la sua posizione strategica, assunse il ruolo di kastellion per la difesa dei suoi abitanti e nel periodo normanno – svevo si sviluppò in modo organico con l’amministrazione di un feudo che aveva un perimetro murario difeso da 15 torri. L’accesso dall’esterno era servito da tre porte monumentali, Porta Sant’Antonio, Porta dell’Antro e Porta Castello e da due di servizio ad uso militare, Porta Santo Stefano e Porta Sant’Angelo.
Durante le lotte tra Angioni ed Aragonesi Galatone, venne nuovamente assediata subendo lo sterminio della popolazione e la distruzione di una parte considerevole delle mura.
Nel Settecento l’assetto urbanistico si arricchì di nuove costruzioni civili e religiose e l’erezione della torre dell’orologio ultimata il 1809. Il tremendo terremoto del 1743, fece crollare parte delle mura cittadine, di porta San Sebastiano, del palazzo Marchesale e di molte case, ma portò anche nuova linfa nello sviluppo edilizio del paese. Si realizzarono palazzo Vaglio, palazzo Bonsegna, si restaurarono le mura e si ricostruirono l’attuale Porta S.Sebastiano (1748).
Galatone di fine Ottocento conobbe un ulteriore sviluppo socio-economico con la nascita di imprese specializzate in torchi enologici e macchine a supporto dell’agricoltura e la costruzione di villette liberty che richiamano motivi arabeggianti.
Patria del più illustre umanista dell’Italia meridionale, Antonio De Ferraris (conosciuto con il nome di Galateo) Galatone si offre oggi ai turisti con un itinerario imperniato sulle chiese tardo-rinascimentali e barocche (soprattutto del Santuario del S.S. Crocifisso) sulle sue case “a corte” (le cui strutture ricollegano alla civiltà Micenea) e con i suoi palazzi di ottocenteschi.
Ed è proprio in uno di questi palazzi che vale la pena fermarsi per assaporare la somma delle emozioni visive di questo angolo di Salento.
Palazzo Leuzzi (costruito ai primi dell’Ottocento da Giacomo e Matteo Leuzzi) è gestito da Mariateresa e Francesca Funtò e si offre ai visitatori con gli spazi che un tempo erano destinati alla rappresentanza, ora completamente adibiti alle camere degli ospiti e al relax, alla lettura, alla socialità e al consumo dei pasti. Il piano delle vecchie mansarde, suggestivo con i suoi antichi tetti a capanna e le capriate di legno, è stato trasformato in solarium e in un giardino pensile mentre ospiti possono godere del giardino e dell’ampio cortile a piano terreno, dove si tengono concerti di musica classica, performance teatrali, letture poetiche e convegni di grande respiro culturale, sotto la sapiente regia artistica di Gianluigi Antonaci.
Chi arriva all’ombra delle costruzioni barocche di Galatone non potrà prescindere dall’assaggio delle tipiche “sagne incannulate” o degli “gnommareddhri” (involtini di frattaglie legati con budello), conditi con il prelibato olio extravergine estratto da olivi millenari e che andranno accompagnati con il Negroamaro, scegliendo tra il Matino, il Leverano, il Copertino, il Salice Salentino, lo Squinzano, il Galatina, l’Alezio e il Nardò, tutti rigorosamente vini Doc.