Fino a domenica 13 luglio 90 opere multimediali di 85 artisti, provenienti da 16 Paesi del mondo; 10 concerti multimediali; 6 conferenze; 9 installazioni multimediali, un Masterclass.
Tra i nomi spiccano: Bill Viola, Pietro Grossi, Jeremy Turner, Alfonso Belfiore, Apparati Effimeri, Audiotopie, Derrick De Kerchove, Paola Lopreiato, Leonello Tarabella, Lamberto Maffei, Maggie Jackson, Esther Lamneck.
Gli artisti arrivano da Europa e Canada, dal Cile e Colombia, dal Giappone e Corea del Sud, dall’Islanda, all’Iran e agli Stati Uniti per proporre installazioni interattive, proiezioni video, scultura, performance, videopoesie che integrano testo poetico e arte dei nuovi media (videoarte, digital art, net.art, installazioni)
Il festival, con il patrocinio del Comune di Firenze, è ideato dal settore di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio Cherubini, in collaborazione con Fondazione Parchi Monumentali Bardini Peyron.
La prima edizione di Diffrazioni Firenze Multimedia Festival, manifestazione dedicata alle arti e alla musica multimediale sarà diretta dal compositore Alfonso Belfiore, e vedrà in esposizione varie mostre individuali e collettive e opere interattive. Molte di queste sono state create appositamente per la manifestazione.
Al programma espositivo sarà affiancato il ciclo di conferenze tenute da personalità del campo della ricerca artistica contemporanea quali: Derrick De Kerchove, Leonello Tarabella, Lamberto Maffei, Maggie Jackson e ricercatori e studiosi dell’area fiorentina quali Marco Ligabue, Tommaso Tozzi e Roberto Neri.
Per i multimedia concert, che saranno veri e propri happening tra musica, danza, teatro, videoarte, saranno presenti performer quali Esther Lamneck della New York University, interprete eccezionale di clarinetto e tarogato, che terrà la masterclass Multimedia Ensemble Lab. Tra gli altri nomi, Young-Shin Choi (compositore), Cristian Gajardo Allende (live electronics), Samuele Strufaldi (pianoforte aumentato), Aurora Teani (danza), Sergio Odori (percussioni), Giulia Vismara (performer, live el.), Sasan Bahadorinejad (performer), Sabina Cesaroni (danza), Takuto Fukuda (compositore-live el.), E-cor (laptops), Jorge Sosa (compositore-live el.), e Matteo Masi, (compositore e voce recitante).
Diffrazioni è un cantiere per i linguaggi artistici, in cui vengono proposti nuovi strumenti e nuovi scenari, che cercano di indagare nuovi mondi interiori, portando gli spettatori verso un’esperienza di vita più che verso una semplice fruizione.
Il progetto si pone l’obiettivo di contribuire a veicolare l’arte contemporanea con il supporto di masterclass, incontri pubblici, seminari tematici e di installazioni interattive in cui la partecipazione del pubblico è il fulcro delle stesse.
Tra le opere multimediali, ecco: I Do Not Know What It Is Am Like, video di Bill Viola di 89 minuti in cui il grande artista americano ci proietta in un’avventura epica di trascendenza e conoscenza del sè, una personale investigazione degli stati interni e delle connessioni alla coscienza animale che tutti portiamo al nostro interno.
Presente anche l’opera site specific di Alfonso BelFiore, Spawn, make the game, installazione interattiva multimediale che si avvale di un innovativo supporto tecnologico creato da Powersoft, Deva. L’opera, una metafora sulla vita, sfrutta alcuni apparecchi, disseminati in sei punti del parco, che hanno la possibilità sia di diffondere musica che di riprendere immagini e comunicare tra loro. Gli spettatori che vengono attirati dalla musica diffusa dai Deva nel parco e avvicinandosi al dispositivo, senza rendersene conto potrebbero essere fotografati, in quanto il dispositivo include una avanzata tecnologia di ripresa fotografica combinata a sensori di rilevamento di prossimità. Coloro che saranno ripresi finiranno così in un film, che loro stessi vedranno alla fine del percorso.
Spawn è un termine che viene usato nei videogame quando appare un oggetto o un personaggio. L’idea è quella dell’apparizione: l’entità, in questo caso lo spettatore, appare, entra a far parte del gioco (il sottotitolo è make the game), riflettendo così sulla profonda connessione tra lo spazio, il tempo e la psiche, e sulla propria identità connessa a quella degli altri.
Da sottolineare poi le installazioni scultoree di Jeremy Turner, Redacted, un allestimento nel parco in cui l’artista riscrive il ruolo degli oggetti presenti a Villa Bardini, creando nuove relazioni e nuovi significati.
Ci sarà poi Parallel Circle del gruppo canadese Audiotopie, un’installazione particolare, perché non si vede, sente e tocca. È un progetto artistico basato sulla realtà aumentata: i visitatori muniti di Iphone potranno scaricare una app gratuitamente, e, dopo esser localizzati dal satellite geostazionario, troveranno dislocate nel giardino delle strutture sonore virtuali. Sarà un’esperienza interattiva, in cui lo spettatore entrerà in una realtà audio parallela, che risponderà ai movimenti dell’ascoltatore. La composizione sonora che si sentirà dipenderà così dalla scelta dell’ascoltatore di percorrere un sentiero anziché un altro, e quello che ascolterà cambierà di volta in volta.
Tra le altre installazioni si segnalano Naturalis Historia di Apparati effimeri, proiezione video 3D di un giardino, realizzato con veri alberi, che altera la percezione dello spazio, e Pietro Grossi: un pensiero al futuro di Marco Ligabue, una presentazione di vita, lavori e idee di Pietro Grossi, pioniere italiano dell’elettroacustica e musica digitale.
Per il programma delle conferenze, il 10 luglio il grande studioso Derrick De Kerchove, nome di riferimento per larte tecnologica, interverrà su Digital art and the point of being, parlando di come, nell’era digitale neo barocca, il tatto stia superando la visione come principale fornitore di informazioni, e del bisogno di reimpostare la giusta fonte delle sensazioni. Lamberto Maffei presenterà Neuroscienza arte e creatività, parlando del motivo per cui alcuni stimoli visivi sembrino essere più interessanti e eccitanti di altri per il sistema nervoso, e toccando temi di neuroestetica.
Roberto Neri parlerà di Sonificazione, Marco Ligabue porterà una personale panoramica delle tecnologie digitali e del loro impatto sulla musica e la società, e Tommaso Tozzi parlerà dell’arte sui network, attraverso una serie di esempi storici. Leonello Tarabella presenterà Collision, progetto in cui, attraverso i gesti delle mani, l’artista gestisce una tecnologia di composizione e manipolazione sonora unica nel suo genere, sviluppata durante la sua ricerca in computer music, creando un’interazione particolare con le immagini.
Infine, ogni giorno, una selezione di videopoesie (con l’interpretazione di Matteo Masi) saranno il filo conduttore tra un brano e l’altro creando pause e connessioni fra le opere eseguite nei concerti. Saranno recitate mentre scorreranno ambientazioni visive, aiutando ad entrare nella giusta dimensione del concerto.
Dice Alfonso Belfiore: “Il progetto Diffrazioni raccoglie l’eredità della rassegna multimediale Il corpo/la luce/il suono del Conservatorio Cherubini, con cui dal 2006 proponiamo opere di musica tecnologica, interattiva e di arte visiva di autori e compositori nazionali ed internazionali.
Il Conservatorio Cherubini è stato il primo in Italia ad avere un corso di musica elettronica e a dare attenzione in maniera istituzionale alle ricerche della computer music con Pietro Grossi. Ha un ruolo tuttora molto importante, sia come entità di iscritti che per le possibilità offerte ai giovani artisti. Ad esempio il 1 dicembre prossimo i nostri artisti si esibiranno a Manhattan alla New York University.
Per Diffrazioni abbiamo voluto aprire le porte del festival all’arte contemporanea in tutte le sue forme. Siamo molto soddisfatti, perchè, in pochissimo tempo, abbiamo avuto oltre molte adesioni al bando di partecipazione su arte e tecnologia, dalla musica acusmatica all’opera audio visiva, alla performance.
I giovani artisti e quelli più affermati che vi prenderanno parte, si troveranno a Firenze, città dell’arte per eccellenza, coinvolti in un’esperienza che speriamo possa essere un’occasione di confronto e di arricchimento. Il festival è una via di apertura del corpo dai vincoli di tempo e spazio reali ed è un’esperienza per uscire dall’ambiente fisso del palcoscenico, per entrare in un luogo non fisico e immateriale qualè larte multimediale, circondati dalla bellissima cornice paesaggistica che solo un luogo come villa Bardini può offrire.