SORPRESE DELLA BEFANA – Come da tradizione, il ritorno in campo dopo le festività natalizie è stato contraddistinto da numerosi risultati sorprendenti. A colpire maggiormente è la sconfitta interna della Juventus, subita per mano di una Sampdoria in 10 e sotto di un gol. A rendere ancora più insolita la partita dello ‘Juventus Stadium’ è arrivata la prestazione di Buffon. Determinante per la sconfitta dei suoi e autore di una ‘papera e mezza’. Anche la vittoria ‘corsara’ del Pescara a Firenze è giunta inaspettata.
 
La Fiorentina era una delle squadre più in forma del campionato e non basta la ‘mostruosa’ prestazione di Perin – il portiere degli abruzzesi – per giustificare il KO dei ‘viola’. Il tonfo dell’Inter a Udine sorprende per quanto sia stato pesante. Stramaccioni incassa un 3-0 molto severo e se la prende con gli arbitri: la ‘crisi’ nerazzurra è ufficialmente aperta. In tutto questo, ride il Napoli che – trascinato da un gigantesco Cavani – fa a pezzi la Roma. Felicità – e non solo per la batosta subita dai giallorossi – anche in casa Lazio: la vittoria (con polemiche arbitrali annesse) ottenuta sul Cagliari rilancia prepotentemente gli uomini di Petkovic al secondo posto.
 
Felicità anche in casa Milan: i tre punti contro il Siena arrivano in una giornata decisamente favorevole, per quanto accaduto sugli altri campi. Adesso l’Inter (e l’Europa League) è a sole 5 lunghezze. La Champions a 7.
 
RAZZISMO E IPOCRISIA – In settimana, proprio il Milan, impegnato in amichevole sul campo della Pro Patria (formazione di Lega Pro), era salito agli onori della cronaca per aver abbandonato il campo, a seguito degli insulti razzisti che i tifosi locali stavano riservando ai giocatori di colore in forza ai rossoneri. In particolare a Boateng. Proprio il ‘numero 10’ rossonero aveva interrotto il gioco, scagliando furioso il pallone verso gli spalti. Il gesto del Milan è stato compatto e forte.
 
Un segnale deciso contro un fenomeno – quello del razzismo – che non deve avere più spazio nel mondo del calcio. Un’azione così perentoria, però, è stata ‘possibile’ perché attuata in un’amichevole. Poche ore dopo – durante l’anticipo del sabato sera, tra Lazio e Cagliari – l’attaccante dei sardi Ibarbo, è stato vittima di fischi e ululati a ogni tocco di palla. E, siccome la partita era ‘vera’, non c’è stata alcuna interruzione.
 
Solo qualche ‘conciliabolo’ a bordo campo tra autorità e rappresentanti dei club. Nessuno, insomma, si è voluto prendere la responsabilità di interrompere un match ufficiale. Un peccato, specie nella settimana in cui in molti avevano applaudito la fermezza del Milan, nell’episodio di Busto Arsizio. Servono regole dure e precise – e serve che siano applicate –, in modo da evitare qualche ipocrisia di troppo e l’anteporre sempre il risultato alla condotta morale.
 
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