Nel febbraio del 2012, per celebrare i suoi cinquanta anni di carriera, Peppino di Capri si esibì a Los Angeles al Clive Davis Theatre del Grammy Museum, presentato da Mike Stoller e dalla celebre concertista Cocky Hale. Nello stesso periodo l’artista italiano fu accolto a Hollywood dall’attrice Joan Collins e dal regista John Landis, nell’ambito del VII Los Angeles Italia – Film Fashion and Art Festival, divenuto un classico appuntamento al Chinese Theater, che coinvolge lo show business italiano e americano sino alla notte degli Oscar.
 
In quell’occasione fu reso omaggio a Peppino di Capri con la proiezione del documentario di Vincenzo Mollica “Peppino 50 anni di musica”, oltre alla consegna di un premio speciale alla carriera. 
 
Verso la fine di quell’anno il cantante campano tornò negli Stati Uniti per esibirsi in due concerti, il primo al Taj Mahal di Atlantic City e il secondo al Foxwood Casino Resort a Mashantucket nello stato del Connecticut, a dimostrazione della popolarità di cui ha sempre goduto dall’altra parte dell’oceano. Dopo oltre 55 anni di carriera Peppino di Capri può considerarsi un evergreen della musica italiana. 
 
Nel dicembre del 2013, in occasione del quarantesimo anniversario di “Champagne”, una delle sue canzoni di maggiore successo, fu prodotto un cartone animato presentato in anteprima al Capri Hollywood Festival, organizzato nell’isola azzurra dall’Istituto Capri nel Mondo. Il videoclip vede come protagonista lo stesso autore “trasportato” in una Capri fantastica ambientata alla fine degli anni Sessanta. 
 
Giuseppe Faiella, in arte Peppino Di Capri, ha rappresentato il passaggio fra il night degli anni Cinquanta e la balera dei Sessanta, in una Capri divenuta meta di turisti provenienti da tutte le parti del mondo e bisognosa di una musica di sottofondo con cui allietare le splendide serate “al chiaro di luna”. Peppino riuscì nel difficile compito di fare coesistere la tradizione napoletana con la musica internazionale, creando quasi un nuovo linguaggio: “l’anglo-napoletano”. 
 
Negli Stati Uniti, sin dagli anni sessanta, sono stati distribuiti numerosi suoi dischi, alcuni dei quali in lingua inglese.
Sono passati tre anni da quell’esibizione statunitense e ora, finalmente, è uscito il nuovo album dell’artista caprese, una raccolta di tredici canzoni inedite che si aggiungono alla sua già ricca discografia.
 
Non è semplice parlare del nuovo lavoro di un mostro sacro della musica italiana come Peppino di Capri ma non è neppure difficile. Basta mettere da parte tutto quello che rappresenta e ha rappresentato, chiudere gli occhi e ascoltare i nuovi brani che compongono “L’acchiappasogni”.
Le note e la melodia di “Dimme addo’sta”, uno dei due brani in napoletano, trasportano la mente nella Napoli di oggi, in un gioco di parole tra il lasciarsi e il ritrovarsi, con sentimento e senza rancore: “dimme addo’sta, dimme chi è…”, la musica è del maestro Adriano Guerrino.
 
In “Ho visto l’amore” si toccano corde consuete nel repertorio di Peppino, con una punta di malinconia verso un amore da cui bisogna fuggire, prima che se ne vada da solo.
“Sopravviverò” ammicca agli anni Sessanta, tra accordi di chitarra, armonica e un coro degli angeli da brivido. “Esiste” emana odore di “nuovo”, pur avendo profonde radici nella tradizione della canzone popolare.
 
Il cuore colorato di “Come finirà” fa coppia con gli occhi stregati di “Ancora un minuto”, scritta da Francesco Serino, mentre “Capri song”, con il testo di Mogol, è un inno alla splendida isola azzurra, da cui non si può stare lontani più di un anno.
“Mai mai” naviga in un mare di ricordi cullati da una ritmica insolita, le emozioni sono invece raccontate in “Amore esagerato”, per le strade del passato, dove il tempo si è fermato… in una Napoli dai ricordi un po’ sbiaditi dall’inesorabile lento incedere del tempo.
 
Il tema del ricordo è presente anche nella piacevole “Ti sto cercando”, invece, l’orecchiabile “A voglia ‘e cantà” ci riporta alle ballate mai prive di atmosfere e di struggenti ritornelli, lasciando a “Innamorarsi ancora” il compito di descrivere le emozioni di un nuovo amore.
Conclude l’album la celebrativa “50 anni”, una dedica a una carriera lunga oltre mezzo secolo, coronata da un nuovo capitolo rappresentato da quest’album che si lega idealmente al “Sognatore” di quasi trent’anni fa.
 
La voce di Peppino di Capri è sorprendentemente giovane a tutto vantaggio delle melodie, rese gradevoli da lievi mutamenti della ritmica, in grado di sollecitare risposte emotive in chi le ascolta.
 
L’acchiappasogni, l’oggetto che ispira quest’album, nella cultura occidentale è considerato quasi come un amuleto utile per allontanare i sogni molesti. Si dice che fosse donato al bambino appena nato, che aveva il compito di conservarlo per tutta la vita, decorandolo come meglio credeva. 
 
Il “dream catcher” (il nome in inglese) è composto da un cerchio esterno in legno flessibile che rappresenta il ciclo della vita e l’universo, una rete per catturare i sogni e dirigerli, se buoni, verso un filo di perline simboleggianti la natura, oppure, se dannosi, verso delle piume di uccelli per allontanarli. In realtà gli indigeni americani lo appendevano fuori dalla tenda per informare gli abitanti del villaggio e i forestieri della professione praticata dal suo abitante. Ogni oggetto era diverso nei colori, nelle piume e per la disposizione delle perline all’interno della trama di fili, tutti elementi variabili secondo la professione rappresentata.
 

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