I sentieri del cinema italiano avanzano, si confrontano e si sfidano tra vecchie e nuove generazioni dando vita a una nuova miscela della settima arte, a tratti sorprendente. Il tempo delle recensioni è finito. Le nomination sono state comunicate. Ora non resta che attendere i nomi dei vincitori.

Lunedì 27 marzo si svolgerà la 61° edizione dei David di Donatello, i premi del cinema italiano, la cui serata sarà condotta per il secondo anno consecutivo da Alessandro Cattelan. La prima pagina è ovviamente per lui, il Miglior film. A contendersi l’ambita statuetta saranno gli stessi protagonisti in lizza anche per aggiudicarsi il titolo della Miglior regia: Fai bei sogni (di Marco Bellocchio), Fiore (di Claudio Giovannesi), Indivisibili (di Edoardo De Angelis), La pazza gioia (di Paolo Virzì) e Veloce come il vento (di Matteo Rovere), questi ultimi (tre) in testa per numero di candidature ricevute: rispettivamente 17, ancora 17 e 16.

Carne emaciata. Cuore sgangherato. Stralunato. Malinconico. Charlottiano. Stefano Accorsi è stato strepitoso nell’interpretazione dell’ex-pilota ora tossicodipendente Loris “ballerino”, al centro della scena di “Veloce come il vento”, film questo in lizza (tra i vari) anche per la Miglior sceneggiatura originale (Filippo Gravino, Francesca Manieri, Matteo Rovere), Migliore attrice non protagonista (Roberta Mattei) e Migliore attrice protagonista (la giovane Matilda De Angelis). Senza nulla voler togliere agli altri colleghi in gara (Michele Riondino, Sergio Rubini e Toni Servillo), il grande ostacolo tra Accorsi e il David di Donatello per il Migliore attore protagonista è rappresentato da Valerio Mastandrea (in lizza anche come Non protagonista per Fiore), sofferto interprete di Fai bei sogni, film basato sull’omonimo romanzo autobiografico del giornalista Massimo Gramellini.

Ancor più letale sarà la sfida “fratricida” per la Miglior attrice protagonista tra Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, entrambe sontuose prime attrici del drammatico La pazza gioia. Una sfida  da ex aequo immediato. A chiudere la griglia delle candidate, insieme alla già citata De Angelis, spazio anche a Daphne Scoccia (Fiore) e la coppia Angela Fontana e Marianna Fontana (Indivisibili).

Un film non sarebbe tale senza la sceneggiatura e tanto per lo script originale quanto per quella adattata, saranno in sei ciascuna a sfidarsi. Nella cinquina del Miglior(i) regista esordiente/i invece, c’è molta attenzione per vedere se la coppia Fabio Guaglione e Fabio Resinaro riuscirà a trionfare con il coraggioso Mine, candidato anche per gli effetti speciali. E infine loro, i premi stranieri.

A dispetto della sempre grandiosa Meryl Streep, Florence (di Stephen Frears) appare in leggero ritardo come palpabile vincitore del David per il Miglior film dell’Unione Europea, così come il collega Truman – Un vero amico (di Cesc Gay) e il comunque meritevole Julieta (di Pedro Almodovar). È il cinema d’oltremanica a fare la voce grossa.

Da una parte la dolorosa denuncia sociale di Ken Loach e il suo “Io, Daniel Blake”, già vincitore della Palma d’Oro a Cannes 2016, dall’altra i sentimenti adolescenziali di Sing Street (di John Carney), ambientato in Irlanda e degno erede del cult musicale The Commitments (1991, di Alan Parker).

È il cinema made in USA invece l’indiscusso protagonista delle nomination per il Miglior film straniero, a cominciare dal “veneziano” Animali notturni (di Tom Ford). A contendergli l’ambito riconoscimento: Captain Fantastic (di Matt Ross con Viggo Mortensen), già Premio Bnl del pubblico al miglior film al Festa del Cinema di Roma ’16, il commovente Lion – La strada verso casa (di Garth Davis con Dev Patel e Nicole Kidman), il poetico Paterson (di Jim Jarmusch) e Sully (di Clint Eastwood con Tom Hanks). Sarà una sfida grandiosa infine anche nella sezione Giovani, ossia il film più votato da una giuria di alunni delle scuole superiori e università: La pazza gioia (di Paolo Virzì), L’estate addosso (di Gabriele Muccino), Piuma (di Roan Johnson), 7 minuti (di Michele Placido) e In guerra per amore (di Pierfrancesco Diliberto).

Scelte diversificate e su cui riflettere. Scelte che fotografano l’interesse verso un mondo complesso fatto di lotta, sentimenti e leggerezza. Un tutt’uno pulsante e vivo, esattamente come deve essere ed è il cinema italiano. 


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