C’era un ‘aria nuova al di là dell’Oceano e i suoi effluvi riuscivano a penetrare fin nelle più remote province dell’Europa. Non tutti però, in quell’angolo del Settecento, avevano la possibilità di scandagliare e valutare, nella giusta misura le voci, i racconti, le idee provenienti da quelle ex colonie inglesi d’Oltremare divenute Stati Uniti, aperte su un territorio in gran parte inesplorato e ricco di opportunità per chi volesse uscire dall’asfittica società nobiliare e clericale dell’Europa.
Il conte Paolo Andreani fu tra coloro che capirono l’importanza dei messaggi provenienti dalla nuova nazione e ne intuì la freschezza politica ed economica. Al pari di altri uomini acculturati e curiosi, decise di partire e di osservare da vicino quello strano mondo fatto di uomini liberi, senza ranghi nobiliari e senza frontiere invalicabili. Incuriosito dalla bufera rivoluzionaria francese e dai moti che ne seguirono in tutta Europa, Andreani, conte per eredità familiare e scienziato per vocazione, si imbarcò alla volta dell’America nel 1791.
Nacque a Milano il 27 maggio del 1763 condividendo in adolescenza l’amicizia con Luigi Castiglioni, grande studioso del Nuovo Continente. Rispetto all’amico preferiva però le scienze applicate dedicandosi soprattutto allo studio dell’aeronautica. Nel 1784 divenne uno dei primissimi uomini a salire su una mongolfiera e in Italia si guadagnò l’onore di essere il primo a compiere l’ascensione sui palloni aerostatici, la quarta in assoluto. Con decollo da Brugherio, sancì la nascita dell’aviazione italiana nel 13 marzo del 1784. La mongolfiera volò per circa 9 chilometri sopra i campi di Brugherio e poi atterrò a Caponago davanti a Cascina Seregna.
Membro di sette società scientifiche (tra cui l’American Philosophical Society e la Royal Irish Academy di Dublino), decise di seguire l’indole di scienziato e realizzò nel 1784 la prima spedizione scientifica in Scozia e in Irlanda. Sei anni dopo si recò a Londra per studiare le novità sulle tecniche aeronautiche apprendendo notizie sulle terre americane. L’anno seguente raggiunse la regione dei Grandi Laghi fermandosi al Lago Superiore per esplorarlo, da primo europeo, in tutta la sua estensione e percorrendo quasi 5000 chilometri. Il milanese annotò le sue osservazioni scientifiche su un giornale che venne utilizzato in seguito dal duca de la Rochefoucault Liancourt nel suo “Viaggi attraverso gli Stati Uniti del Nord America”.
Considerato abilissimo osservatore e preciso estensore dei dati, venne spesso menzionato nel lavoro del duca francese, il quale sottolineò che il lavoro dell’italiano lo ispirava per la grande confidenza nella precisione delle informazioni elencate.
Citato nel 1827 da L. Mc Kenney nel suo “Viaggi ai Laghi”, lo scienziato intraprese la prima circumnavigazione del lago Superiore, accovacciato su una canoa e accompagnato da Nativi americani in un viaggio che toccava i territori di Irochesi e Algonchini. Per ricordare l’impresa, documentò la spedizione indirizzando una lettera al cancelliere Livingstone nel 1792. I rilievi geodetici e topografici divennero un punto di riferimento per gli esploratori che seguirono le sue tracce nella regione dei grandi laghi. Andreani strinse amicizia con William Thornton di Philadelphia in compagnia del quale avrebbe in seguito effettuato numerosi viaggi scientifici. Munito di una lettera di presentazione scritta da Hohn Paradise per George Washington, donò al primo presidente degli Usa una copia delle odi dedicate da Vittorio Alfieri alla Rivoluzione Americana ed entrò in amicizia con Thomas Jefferson e James Madison. Stabilitosi in Louisiana, vi rimase per tanti anni e nel 1808 realizzò il volume nel quale presentava il resoconto della situazione politica della ex colonia francese, a favore di un’imparziale valutazione da parte del presidente Jefferson.
Archiviata tra i manoscritti della New York Pubblic Library, la lettera di presentazione dell’opera rimase tale per le ire di Washington. Al primo presidente non piacquero le osservazioni poco riguardose verso gli “uomini dell’Ovest americano”.
L’ostracismo di Washington cancellò quasi tutte le tracce del suo lavoro negli archivi americani, trasformandolo in un punto interrogativo. Andreani non se ne rammaricò e visse fino al 1815 in Louisiana per poi tornare in Europa dopo aver attraversato i Caraibi e spegnersi a Nizza nel 1823. Portò con sé il titolo di pioniere solitario degli avamposti della civiltà occidentale nell’America del Nord.