Antonio Conte è il nuovo Ct della Nazionale italiana. Il dimissionario allenatore della Juventus succede così a Cesare Prandelli: nel Mirino c’è l’Europeo del 2016 ma, soprattutto, la rigenerazione della rappresentativa azzurra. 
 
AFFARE PER TAVECCHIO  Pochi giorni dopo la propria tormentata elezione a presidente della Figc, Carlo Tavecchio ha messo a segno il primo ‘colpo’ programmatico della sua gestione. 
Conte è un Ct di sicuro prestigio e comprovate capacità: in tre anni ha portato la Juventus a tre Scudetti; dal settimo posto, a 102 punti in classifica. 
Tavecchio, bisognoso di una mossa di impatto, non poteva effettivamente ottenere un risultato migliore.
 
AFFARE PER CONTE – Conte ha abbandonato la Juventus all’improvviso. Con ogni probabilità, quando ha realizzato che non ci sarebbero stati grandi investimenti da parte della società: vincere ancora in Italia, allora, sarebbe stato complicato e imporsi in Europa addirittura complicatissimo. Meglio, quindi, lasciare da vincente. 
 
Nonostante gli ottimi risultati raccolti in patria, però, non si può certo credere che Conte avesse un grande mercato: in Europa i risultati bianconeri sono stati assolutamente sconfortanti e il gioco rinunciatario praticato dalla Juve di sicuro non ha impressionato. In Italia, invece, le panchine delle big erano tutte coperte. L’unica via praticabile risultava proprio quella della Nazionale e, con ogni probabilità, si è trattato di un vero affare per l’ex centrocampista. 
 
Conte, infatti, diventa Ct in un momento difficilissimo per l’intero movimento e quindi ha il vantaggio di raccogliere un’eredità fallimentare, tutt’altro che pesante. In più affronterà una sfida ‘da trincea’, perfettamente adatta alle sue caratteristiche: avrà il controllo assoluto della Nazionale e delle giovanili, accentrerà potentemente tutte le decisioni connesse con il campo e diverrà referente unico e ultimo per quanto riguarda convocazioni e rapporti con i club. 
 
Uomo di polso e ‘da battaglia’, avrà la possibilità di agire sempre in prima persona e con la consueta schiettezza: il modo migliore per esaltare le sue caratteristiche. 
Anche a livello economico il tecnico pugliese ha di che sorridere: grazie al supporto della Puma (che sarà sponsor tecnico dell’Italia fino al 2022), agli incarichi accumulati (Ct e referente delle Nazionali giovanili) e ai premi per i risultati ottenuti, potrebbe arrivare a percepire oltre 4 milioni di euro (contro gli 1,6 di Prandelli).
 
FUTURO ASSICURATO? Dal punto di vista tecnico, si sa che il metodo Conte è costituito da interventi costanti e decisi sui giocatori: Conte è un ‘martello’ che trae il meglio dai calciatori attraverso la pressione costante. 
 
Con ogni evidenza, facendo il Ct, si perde il contatto quotidiano con gli atleti e ciò può rappresentare un rischio per la metodologia dell’ex allenatore della Juventus. 
A far ben sperare, però, c’è la consapevolezza che, a livello di Nazionali, basti davvero poco per fare il salto di qualità: se si ha a disposizione un parco di giocatori di buon livello, con un po’ di organizzazione, tanto carisma e tanta grinta si può arrivare lontano. E Conte, in questo senso, è certamente un maestro.
 

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