(Ph© Leonardo Briganti| Dreamstime.com)

“La tragedia che colpì gli italiani nelle terre d’Istria, di Fiume e della Dalmazia, così come le complesse e drammatiche vicende che si svolsero lungo il confine orientale italiano nel secondo dopoguerra, non sono appannaggio di una parte politica. Al contrario, si tratta di pagine che devono costituire patrimonio comune di storia patria: in questo senso, assume valore decisivo l’aspetto culturale, l’analisi storica, il recupero della memoria e dei documenti che ci possono aiutare a descrivere un’epoca per certi versi ancora confinata nell’oblio”.

Queste le parole del vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto Massimo Giorgetti, intervenuto in rappresentanza dell’Assemblea legislativa nel corso della presentazione del volume “Catalogo del cinema giuliano dalmata” presso la Spazio Regione nell’ambito della 75’ edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, opera curata da Alessandro Cuk con l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

“Per decenni – ha sottolineato il Vicepresidente Giorgetti – la vicenda dell’esodo giuliano dalmata è rimasta misconosciuta, alle volte travisata, spesso utilizzata per scopi di parte, altre volte strumentalizzata e in altrettante occasioni minimizzata o addirittura confutata, anche in Veneto, e questo nonostante quelle terre siano da secoli legate al Veneto e alla sua identità. Gli spazi riservati all’esodo e alle foibe rimanevano angusti, impervi, negati. Ma la storia non può essere usata come una clava: la conoscenza deve passare attraverso il recupero di una memoria condivisa che sappia descrivere anche le pagine ritenute controverse, affinché diventino patrimonio collettivo e riescano a narrare tutte le vicende di una Nazione che non vuole perdere i propri tratti identitari”.

“Per questi motivi intendo sottolineare una volta di più l’importanza di una raccolta come il Catalogo del cinema giuliano dalmata – ha affermato in conclusione il Vicepresidente Giorgetti – un documento straordinario che recupera la memoria storica dal punto di vista cinematografico e la offre in segno di condivisione nei confronti di una tragedia dimenticata che ha segnato in profondità le genti venete e la storia d’Italia”.


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