Quasi quaranta milioni di euro incassati in un mese di programmazione. È un ‘boom’ vero e proprio in rapporto alla profonda crisi che sta vivendo il cinema italiano. Pellicole di scarso ‘appeal’, grandi attori che latitano.
 
Al pari di sceneggiature che non catturano gli appassionati. Il successo di Checco Zalone, classe ‘77, pugliese di Capurso, rappresenta la classica eccezione che conferma la regola. Il suo nuovo film ‘Sole a catinelle’  sta letteralmente bruciando ogni record. Sia pure distribuito in milleduecento sale, ha incassato una cifra mostruosa. Ossigeno anche per i proprietari delle sale a cui, per legge, va il cinquanta per cento del costo del biglietto.
 
Una manna per tutti, allora, questa pellicola di Checco, assoluto protagonista dell’attuale cinema italiano. Una sorta di Re Mida, dall’andamento e dalla crescita (artistica, professionale, del gradimento del pubblico) assolutamente esponenziale. Quindici milioni di euro introitati al botteghino per la sua prima fatica cinematografica, datata 2009, ‘Cado dalle nubi’.
 
Due anni dopo, cifra triplicata per il suo secondo film ‘Che bella giornata’. Quella attuale assomiglia a una sorta di consacrazione. Fenomeno-Zalone, assoluta panacea del cinema nostrano, che – inevitabile che sia così – soffre in modo repentino della crisi economica che avvolge le famiglie italiane che hanno tagliato tutto ciò che, senza strappi, si può tagliare soprattutto a livello di svago e hobbies.
 
Per questo, il risultato e il gradimento del pubblico nei confronti di Zalone è approfondimento doveroso. Cosa piace del suo modo di proporsi? Sono pellicole molto delicate, in cui non compare – e non è cosa di poco conto – la volgarità. Zalone, sul set, è un fiume in piena, che diverte le troupes e sé stesso. Una passione sconfinata, da piccolo, per i videogiochi. Un diploma di maturità scientifica, conseguita presso il liceo di Conversano.
 
Una laurea in giurisprudenza che pure poteva lasciar trasparire un futuro al Foro di Bari o in zone limitrofe. Invece c’era una vena artistica che bruciava in Checco, nome d’arte che è già  storia. Cantante, cantautore, attore, presentatore: un miscuglio di facce e ruoli, tutti ricoperti facendo breccia, sapendo far ridere senza mai eccedere. Raccontando la vita di tutti i giorni. Come, in fondo, accade nell’ultima pellicola, ‘Sole a catinelle’, il film-record della stagione, la pellicola che, in parte, sta contribuendo, con gli incassi, a restituire linfa vitale al cinema italiano.
 
Checco Zalone, infatti, mette in scena le difficoltà di un papà separato, messo alle strette dal proprio figlio, desideroso di trascorrere una vacanza spensierata e, purtroppo per il papà, molto cara economicamente. Fioccano le ‘gags’, gli equivoci. E il pubblico, in sala, ride e si diverte. In coerenza, in fondo, con quello che dovrebbe essere la funzione primaria di ogni spettacolo: saper divagare, facendo allontanare, per un paio  d’ore, preoccupazioni e stress.
 
Nato nelle Tv locali pugliesi, emigrato sugli schermi delle Tv commerciali, Checco Zalone mai ha tradito le sue origini. Nonostante gli incassi dei suoi films e una vita agiata dopo tanti sacrifici, è rimasto a vivere nella sua Puglia, rifiutando le ‘avances’ delle cittàmetropolitane. Anche questo, in fondo, piace alla gente normale. 
 
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