Il castello di Santa Severa (ph Danilo Mongiello da Dreamstime.com)
Nonostante il mare sia a solo una trentina di minuti di macchina dalla città, di solito i romani non usano andarci d’inverno. Ma appena arriva la primavera, durante il sabato e la domenica, cominciano a percorrere le vie che portano sul litorale laziale, a passeggiare sulla spiaggia, e ad andare a “pranzo fuori”, cioè a mangiare al ristorante con amici e parenti. 
Può così capitare, durante una gita domenicale, di trovarsi al chilometro 53 della Via Aurelia, sul litorale a nord di Roma, con il mare alla vostra sinistra, e di vedere, di punto in bianco, tra i campi di pomodori, i filari delle vigne, le serre dei fiori, stagliarsi nella luce del sole, all’improvviso,  un vero castello medievale! 
Questo castello ha proprio  tutto quello che la vostra idea di castello richiede:  le torri, i merli, le mura, i cannoni e il fossato del ponte levatoio. 
 
Si affaccia sulla spiaggia e sul mare  dell’antichissimo porto etrusco di Pyrgi, sulle cui vestigia, il Castello di Santa Severa, fu costruito, prendendo il nome dalla Santa, martirizzata poco distante nel 660 e in cui onore venne costruita una chiesa. 
Lasciando la via Aurelia, dopo aver percorso un lungo viale alberato, sotto la Torretta della Porta, si attraversa l’arco in blocchi di travertino, sormontato dagli stemmi in pietra di Urbano VIII al centro e dei nipoti cardinale Francesco Barberini a sinistra e Taddeo Barberini prefetto di Roma a destra, e si accede al Cortile della Guardia. D’incanto, ci si trova in un vero castello medievale, edificato nel XIV secolo. Il borgo del castello, formato in varie fasi dal XV al XVI secolo, è pieno di antichi vicoletti e locali che ospitavano sia gli alloggi dei signori che di volta in volta si sono susseguiti nel possederlo,  sia le botteghe e le abitazioni degli artigiani, dei contadini e degli operai che contribuivano con il loro lavoro a renderlo vivo e produttivo. I nomi originali delle botteghe ricordano ancora i mestieri di chi le abitava: il Cortile dei Trattori, la Casa dei Somari, la Casa dei Cavalli, la Casa del Muratore, il Cortile delle Carrozze, la Casa dei Forni, il vicolo del Bacio. 
 
Il grande giardino pieno di piante di agrumi e vasi di fiori, fu fatto allestire nel 1633 dal commendatore Racagni in occasione della visita del Papa Innocenzo VIII. Si affaccia a picco sul mare e un apposito acquedotto vi fa giungere “l’acqua della Mola”. Dalla Spianata dei Signori si accede al Piazzale delle Due Chiese, al Battistero e alla Chiesa dell’Assunta. Nella parte meridionale del castello, la Torre Saracena, un alto maschio cilindrico costruito nel XII secolo, si faceva onore proteggendo il castello e il litorale dalle incursioni saracene, mentre nell’area della Rocca le due torri circolari e le due rettangolari, sovrastano strutture murarie molto più antiche. In fondo al Cortile del Castello,  in un locale chiamato la Legnaia, è visibile un tratto del muro risalente al III secolo avanti Cristo che faceva parte dell’antico insediamento romano, così come le mura perimetrali visibili all’esterno del borgo insieme ad alcune basi di torchi sempre di epoca romana. 
 
Il Castello di Santa Severa  appartenne nel tempo a diverse nobili famiglie romane per ben cinquecento anni. Poi, dal 1482 al 1980, divenne di proprietà dell’Ordine del Santo Spirito. Tra il Cinquecento e il Seicento vi soggiornarono molti papi: tra questi Gregorio XIII, Sisto V e Urbano VIII. Il periodo di massimo splendore fu nel Seicento, poi seguì una lunga e lenta decadenza. Nel 1943 fu utilizzato dai Tedeschi come postazione militare strategica. 
Dagli anni Ottanta il castello fa parte del comune di Santa Marinella. 
Il Castello che possiamo visitare oggi, occupa un’area dove già dall’età del bronzo, un piccolo insediamento neolitico, sorto in prossimità del mare e vicino a una sorgente d’acqua dolce perenne, si sviluppò nei secoli, divenendo un importante punto di approdo fisso fin dal VI secolo avanti Cristo, prendendo il nome di Pyrgi (questo è il nome latino che deriva dalla prima versione greca Pyrgoi che significa “Le Torri”). 
 
Pyrgi fu fondata dagli Etruschi alle pendici dei Monti della Tolfa e rappresentò un porto importantissimo del bacino del Mediterraneo dove avvenivano traffici tra Cartaginesi, Fenici ed Etruschi. Il centro abitato si sviluppava per almeno sei ettari, e comprendeva un santuario dove si veneravano i culti di Eileithya-Leukothea, di Apollo, dell’etrusca Uni, assimilata alla fenicia Astarte, e di altre divinità minori (Cavatha, Suri). 
Durante gli scavi del 1957 emersero due templi riccamente decorati denominati tempio A  del 470-460 avanti Cristo, e tempio B del VI avanti Cristo e un’area sacra C, dove furono rinvenute  le tre famose lamine auree iscritte in etrusco e punico, testimonianza diretta dei profondi legami esistiti alla fine del VI secolo tra gli Etruschi di Cerveteri e i Cartaginesi. Nel 384 a.C. il santuario fu saccheggiato dal tiranno di Siracusa Dionigi I, che gli fruttò un ingente bottino in oro e argento.  
 
Pyrgi era il porto di Caere, l’odierno paese di Cerveteri, e già nel VI secolo avanti Cristo una via monumentale in terra battuta, larga dieci metri e lunga 10 chilometri, univa Pyrgi a Caere, rendendo gli scambi commerciali semplici e frequenti. Nel III secolo avanti Cristo, Pyrgi divenne una colonia romana, i templi  furono smantellati, l’antico centro etrusco fu trasformato in una grande fortezza a pianta rettangolare, cinta di mura in parte ancora oggi visibili, trasformandosi forse successivamente in una grande villa imperiale. 
 
Infine, sui resti romani, fu edificata la fortezza del Castellum di Sancte  Severae, in epoca medievale. Molti reperti relativi all’area etrusca sono oggi visibili nell’Antiquarium Pyrgense, appena fuori le mura del castello e altri si trovano al Museo di Villa Giulia a Roma. Una visita al  Museo della Navigazione Antica (Museo Civico di Santa Marinella), che si trova proprio vicino all’entrata del castello, è d’obbligo per intraprendere un percorso di conoscenza ampia e dettagliata del Porto di Pyrgi, della fortezza romana, del Castello e del Borgo. 
 
Infatti, nelle sette nuove sale espositive, grazie a pannelli didattici e a oltre cento reperti, la lunga trasformazione del sito da antico insediamento neolitico fino ai giorni nostri, viene dipanata, scandagliata e resa accessibile anche a chi si trova a visitare questo luogo magico per la prima volta. 
D’estate il Castello di Santa Severa è “preso d’assalto” dai villeggianti. Oggi è circondato da stabilimenti balneari e piccoli ristoranti, ma, dopo pranzo, una bella passeggiata nel Grande Giardino del Castello, all’ombra degli eucalipti, tra il profumo dei limoni, e la vista sul mare, non solo vi rilasserà ma vi riporterà tra etruschi, assalti saraceni e giostre di cavalieri medievali.
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