In aereo fino a Milano e poi un comodo viaggio in treno, auto o camper. E’ questa la sequenza che porta il turista dalla metropoli lombarda, in un’ora fino alla città di Alessandria, nicchia pregiata di una provincia piemontese ricca di sorprese e sfumature. E pronta ad accogliere chi sceglie di raggiungerla da tutte le latitudini per scoprirne umori e colori.
Questa è la terra del Gavi, del Barbera, del Dolcetto, del Grignolino, del Timoroso, del Brachetto, del Monferrato e del Cortese: vini pregiati che tutto il Mondo ci invidia.
Nelle fattorie e nei laboratori tra le colline si produce la robiola e si cucina il pollo alla Marengo, si realizzano il filetto baciato di Ponzone e la farinata (bela cauda), si cucinano la Testa in cassetta, la lingua e il guanciale del maiale e si producono i salami della Val Curone e i salamini del Mandrogne. E si ammirano castelli disseminati su un territorio intriso di storia e tradizioni.
A partire dalla stessa Alessandria. La città venne fondata con il nome di Civitas Nova e ribattezzata con il nome contemporaneo nel 1168, in onore di papa Alessandro III. La città che fu anche di Umberto Eco, autore da 30 milioni di copie con il suo “Il Nome della Rosa”, va attraversata sicuramente in bici per assaporarne le varie sfaccettature: dalla Cittadella (la fortezza che sorge sulla sponda sinistra del Tanaro costruita da Bertola nel 1728) alla Cattedrale, con la sua cupola costruita per celebrare il VII centenario della vittoria della Lega. Quest’ultima si offre al visitatore con un imponente campanile ultimato nel 1922 e alto 106 metri, il terzo più alto d’Italia dopo il Campanile di Mortegliano e il Torrazzo di Cremona.
Pedalando ad andatura lenta o camminando in tutta tranquillità si arriva alla Chiesa di Santa Maria di Castello, la più antica della città e collocata nel borgo di Rovereto. Il chiostro e il campanile sono ubicati sui siti di due antichi templi i cui resti sono da qualche tempo osservabili nei sotterranei. Palazzo Ghilini, opera dell’architetto Alfieri e oggi sede della Prefettura e della Provincia, Palazzo del Municipio (“Palazzo Rosso”) con il caratteristico orologio a tre quadranti “sottratto” ai casalesi nel 1225, Palazzo Cuttica di Cassine (che accoglie il Conservatorio Statale di Musica “Antonio Vivaldi” e la scuola media annessa), Palazzo Guasco Gallarati di Bisio (che accoglie tra le altre la Galleria d’Arte Moderna) arricchiscono una visita della città che si completa con la scoperta del Museo del Fiume (spazio che promuove la ricerca, la divulgazione e la sensibilizzazione degli ambiti fluviali), il Museo di Scienze Naturali (comprende una ricca collezione di specie animali della provincia di Alessandria e il Planetario) e il Museo del Cappello Borsalino, collocato nella storica Sala Campioni del Palazzo Borsalino. Quest ultimo accoglie i campioni di tutti i copricapo prodotti dallo stabilimento a partire dal 1857, anno di fondazione, sino ai nostri giorni: circa 2.000 cappelli delle più diverse forme e colori.
A una città ricca di fermenti culturali propositivi fa da contraltare una provincia altrettanto suggestiva, costellata di borghi e manieri storici. E saranno proprio i castelli a rappresentare il filo conduttore di un itinerario da fare preferibilmente in camper per poter assaporare al meglio gli spazi delle colline alessandrine.
Acqui Terme si presenta ai visitatori con il Castello dei Paleologi, costruito in epoca tarda romana e ricostruito dai marchesi del Monferrato nel Quattrocento. Il castello ospita reperti della preistoria e della protostoria, oggetti della cultura indigena dei Liguri Statielli, reperti romani, corredi funebri di epoca longobarda e una selezione di materiali ceramici. Nel castello è allestita la collezione Ferrari che comprende materiali artistici in ferro, manufatti in ferro battuto realizzati da Ernesto Ferrari e dal figlio Mario dal 1930 al 1970.
Il Castello Malaspina sovrasta su uno sperone roccioso il paese di Cremolino ed è il più alto castello dell’Alto Monferrato. Costruito dal marchese Tommaso alla fine del Duecento, è dotato del caratteristico ponte levatoio e dalla metà del Cinquecento viene usato come dimora signorile dei Doria e dei Serra. Il maniero di Montaldeo si presenta invece come un massiccio blocco parallelepipedo a due piani e ha conosciuto alterne fortune nei dieci secoli di vita.
A partire dal 1014 e per i successivi cinque secoli, Bergamasco, con il suo castello, appartenne al Marchesato d’Incisa e ne rappresentò una importante roccaforte. Trasformato dal marchese Moscheni, nel 1662, in maniero residenziale, oggi con il giardino a impianto ottocentesco e con l’area divisa da vialetti che si sviluppano lungo l’edificio, ospita una serie di cimeli conservati dallo scenografo Carlo Leva nel corso della sua carriera e ripercorrono la storia artistica del suo sodalizio con il regista Sergio Leone.
La roccaforte di Camino domina le colline del Basso Monferrato con la sua mole maestosa e solenne. La costruzione del castello ha avuto inizio per volontà dell’episcopato di Asti, ma da secoli famiglia Scarampi ne è feudataria. Nella cappella del maniero è conservato un trittico di attribuzione a Macrino d’Alba. Per ospitare Vittorio Emanuele II fu completamente riarredata e ridecorata una sale del I piano denominata perciò “Sala del re”.
Totalmente isolato dal paese di Casaleggio Boiro sorge invece l’omonimo castello, set per alcune scene di una famosa versione televisiva dei “Promessi sposi” diretta da Sandro Bolchi e con attori di fama tra cui Tino Carraro, Marisa Merlini, Lilla Brignone, Paola Pitagora, Nino Castelnuovo. Nello sceneggiato il castello rappresentava il nido d’aquilla dell’Innominato. Costruito probabilmente nel VIII secolo, il castello di Gabiano sorge a picco sul Po e possiede magnifici cortili interni con pozzi e numerosi dettagli di epoca medievale. Nel parco, il cui labirinto costituisce uno dei rarissimi esempi documentati nell’ambito dei giardini storici del Piemonte, si osservano anche scorci di giardino all’italiana.
Proseguendo nel viaggio dell’architettura fortificata si scoprono i castelli di Novi Ligure, di San Cristoforo, di Pozzolo Formigaro e il Palazzo Spinola Rocchetta Ligure per poi arrivare al castello di Morsasco (appartenuto inizialmente ai Malaspina), il cui parco si apre a ventaglio sul panorama delle colline del Monferrato e nel cui interno è possibile ammirare la splendida sala della Pallacorda.
Il castello di Prasco da tre secoli è l’abitazione dei conti Gallesio-Piuma e sorge su un ampio terrapieno dotato di tre giardini pensili a livello delle sale, circondato dal parco storico formato da antiche cultivar di alberi da frutto piantati dal conte Giorgio Gallesio, illustre scienziato, diplomatico e, soprattutto, studioso della natura. Il maniero Malaspina di Rocca Grimalda, edificato nel Duecento, è situato in posizione dominante sull’ampia valle dell’Orba. Appartenne ai marchesi di Gavi e ai Grimaldi, patrizi genovesi, proprietari del feudo dal 1570 e completata dagli stessi a fine Settecento. Recentemente il giardino è stato restaurato e inserito nell’elenco dei giardini storici della Regione Piemonte.
Le prime notizie del castello di Tagliolo risalgono al 976 quando Ottone I concesse il Monferrato in feudo al marchese Aleramo I. La torre d’avvistamento, alta 38 metri, domina un’ampia zona di vigneti dell’Alto Monferrato, da sempre riconosciuti fra i migliori per la produzione del Dolcetto d’Ovada. Costruito nel XII secolo, il Castello di Trisobbio è situato in uno dei borghi più antichi del Monferrato, forse di origini etrusche. Recuperato dalla rovina nel 1900 venne interamente restaurato, su progetto di Alfredo d’Andrade, e oggi accoglie un ristorante e un albergo di charme.
Castello di Redabue, la cui origine risale probabilmente al XIII secolo, sorge nel comune di Masio ed è residenza storica di proprietà della famiglia Doria Lamba e si offre ai turisti con una chiesa disegnata dall’architetto Juvarra e il bellissimo parco di circa dieci ettari caratterizzato da lunghi viali e grandi prati.
Castello di Piovera, castello di Sannazzaro Giarole, castello di San Giorgio Monferrato, castello Podestarile, Castelnuovo Scrivia, rappresentano altrettante tappe di un percorso che conduce attraverso le colline alessandrine alla scoperta di un territorio di grande fascino storico.
Il viaggio ideale potrebbe includere l’uso del camper, da parcheggiare all’ombra di una delle straordinarie fortezze per poi attraversarne il paessaggio in sella a una bicicletta. E tra le tappe va sicuramente incluso il Forte di Gavi, situtato su una preistorica “rocca” naturale, che ancora oggi sovrasta l’abitato di Gavi, e sulle fondamenta di una qualche remota fortificazione di epoca pre-romana.
Nel corso dei secoli il Castello di Gavi subì molteplici interventi architettonici che per volontà della Repubblica di Genova, furono affidati tra gli altri al frate domenicano Vincenzo da Fiorenzuola, al secolo Gaspare Maculano. Costui è noto anche per essere stato, fra l’altro, l’inquisitore al processo contro Galileo Galilei.