Una nuova luce avvolge la Cappella Magna della cristianità, la Sistina. Ora 7000 led la illuminano di una luce soffusa e uniforme capace di esaltare ogni particolare del Giudizio universale dipinto da Michelangelo dal 1536 al 1541, un quarto di secolo dopo la volta. Il grande affresco venne commissionato da Clemente VII de’ Medici poco prima di morire e poi dal suo successore Paolo III Farnese.
Ogni particolare del Cristo Supremo Giudice che incombe possente in mezzo al prezioso blu di lapislazzuli afgani, ma anche i meravigliosi capolavori dipinti nella seconda metà del ‘400 sulle pareti laterali da Botticelli, il Perugino, il Ghirlandaio e Pinturicchio, finora rimasti in sottordine rispetto al capolavoro di Michelangelo, sono illuminati dalla nuova luce che permette di mettere in risalto ogni dettaglio degli affreschi, di abbattere il calore e dimezzare i consumi energetici.
Ci sono voluti 4 anni di lavori perché le due aziende responsabili, Osram e Carrier, mettessero tutto a punto prima di donare al Papa gli impianti costati tre milioni di euro. Modello per i più grandi Musei del mondo, le telecamere sono in grado di graduare i flussi e correggere temperatura e velocità dell’aria. Il nuovo impianto di climatizzazione permette di controllare gli agenti inquinanti abbattendo le polveri, la temperatura, che oscilla tra i 20 e i 25 gradi e l’umidità (tra 50 e 60 per cento), provocati da una pressione antropica ormai ai limiti dell’insostenibile.
Un approfondito convegno con massimi esperti del settore ha acceso i riflettori, a 20 anni dal suo celebre (e contestato) restauro e a 450 dalla morte di Michelangelo, allo studio di nuove soluzioni per facilitare l’accesso e la permanenza nella Sistina, dare maggiore spazio al flusso ininterrotto di visitatori che si aggira attorno ai sei milioni all’anno. Si è parlato di speciali occhialini intelligenti, di Sistina virtuale, ma Monsignor Paolo Nicolini, delegato alla gestione dei Musei vaticani, ha ribadito la ferma volontà di consentire la fruizione del più grande capolavoro di tutti i tempi al maggior numero di visitatori, che magari solo una volta nella vita hanno la possibilità di ammirare la potente visione michelangiolesca.
Luogo carismatico per eccellenza, oltre a concludere il tour dei Musei vaticani che proprio qui trova la sua magnifica apoteosi, nella Cappella Sistina si concentra tutta la sacralità dell’autorità papale. In quest’Aula trionfa la simbologia esplicita della Creazione e del Giudizio finale attraverso capolavori fra i più grandi del Rinascimento italiano: il “Roveto ardente” , “La punizione di Core”, “Dathan e Abiron”, “Mosè consegna la verga a Giosuè”, “Morte di Mosè” e , sulla parete destra, il “Battesimo di Gesù” del Pinturicchio, “La tentazione di Cristo” del Botticelli, “Vocazione di Pietro e Andrea” di Domenico Ghirlandaio, “La consegna delle chiavi” una delle maggiori composizioni del Perugino.
Papa Wojtyla, mistico e poeta, nella sua raccolta di poesie “Trittico Romano” si volgeva con stupefatta ammirazione a guardare gli affreschi di Michelangelo, dove vedeva la bellezza di Dio attraverso l’arte del sommo artista: “il cammino che conduce alla sorgente è un cammino per diventare vedenti, per imparare da Dio a vedere. E proprio qui – scriveva – ai piedi di questa stupenda policromia sistina, si riuniscono i cardinali, una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno”.
Commosso dalla contemplazione del Giudizio Universale, il papa divenuto Santo ripercorreva in versi il “memorabile Anno dei due Conclavi” quando venne chiamato per l’elezione di Giovanni Paolo I e meno di due mesi dopo ne divenne, sotto la stessa volta affrescata, il successore. Utilizzata come Sede per 25 Conclavi, quell’Extra Omnes (fuori tutti) che il cerimoniere pontificio pronuncia prima della chiusura a chiave dei cardinali elettori del futuro pontefice, fa parte della simbologia del sacro propria della grande scelta. La solennità dell’atto è tangibile: le storie e le allegorie, le leggende meravigliosamente effigiate concorrono con la loro bellezza ad infondere nello spirito dei cardinali elettori lo splendore delle idee morali, mistiche, spirituali alla base dell’Istituzione papale.
Giulio II nel 1506 diede l’incarico a Michelangelo per la decorazione della volta, di circa 800 metri quadri. L’artista iniziò il lavoro il 10 Maggio 1508 e lo terminò il 31 ottobre 1512.
Il risultato fu stupefacente, una mirabile fusione di elementi architettonici, plastici e pittorici mai vista prima. Sfilano le figure di Sibille e Profeti, i grandi Ignudi, le fasi della Genesi, episodi del Vecchio Testamento, il Peccato originale e la Cacciata dal Paradiso Terrestre, il Diluvio universale, l’ebbrezza di Noè, gli antenati di Cristo in attesa dell’Evento.
Sulla parete di fondo l’affresco del Giudizio Universale dipinto un quarto di secolo dopo: qui il trionfante e vendicativo Dio del “Dies Irae” glorifica il Signore che vince sull’oscurità del mondo.
Nel mezzo, in alto, domina Cristo Supremo Giudice mentre alla sua destra gli Eletti salgono al cielo sostenuti da Angeli, i dannati vengono precipitati in basso dove li attendono Caronte e la sua barca e lo spietato giudice Minosse. In basso a sinistra la Resurrezione dei morti, nel mezzo, al di sopra del traghettatore infernale, gli angeli suonano le trombe del Giudizio Universale.
Sotto i meravigliosi affreschi della Cappella Sistina vengono sistemate, in occasione del Conclave, le poltrone per i Cardinali elettori, 12 tavoli di legno grezzo suddivisi in due file lungo le pareti di destra e di sinistra e le famose stufe, una per bruciare le schede e l’altra per annunciare al mondo l’avvenuta elezione del nuovo Pontefice.