Un anno esatto alle elezioni politiche, il cui esito assicurerà alla coalizione vittoriosa il Governo del Paese per cinque anni, fino al 2018. Il Partito Democratico e il Partito della Libertà, stando agli ultimissimi sondaggi, guiderebbero i consensi degli italiani. Una situazione assolutamente in evoluzione, estremamente frastagliata: lievita l’astensionismo, il desiderio di saltare l’appuntamento con le urne. Italiani delusi, per nulla affascinati dall’attuale politica e dalle sue trame, il pensiero costante a ripianare i debiti del Paese e a trovare un onesto posto di lavoro per i figli e coloro che verranno dopo di loro.
Il pericolo, per entrambe le coalizioni, peraltro, è dietro l’angolo. Già, perché il Movimento a Cinque Stelle, capeggiato dall’ex-comico Beppe Grillo, sta clamorosamente risalendo le preferenze: i sondaggisti lo attestano al terzo posto, staccato di pochi punti dai due maggiori Partiti italiani. Il Movimento, venti giorni fa, ha fatto le prove generali di quello che potrebbe considerarsi un sorpasso epocale: nella tornata amministrativa di maggio ha conquistato, ad esempio, il Comune di Parma, portando sullo scranno più alto un giovanissimo alfiere di Grillo, completamente sconosciuto alla politica.
E così, per cercare di recuperare consensi, il PD e il PDL hanno lanciato le “primarie”. Un metodo democratico che consente alla base degli elettori di scegliersi il candidato premier, quello che, tra un anno, dovrà cercare di vincere le elezioni, posto che il Governo tecnico di Mario Monti non venga disarcionato prima di quanto previsto, squassato dai venti della contestazione di quei partiti, bipartisan, che a tutt’oggi lo tengono in vita.
PD e PDL inseguono soprattutto storie e nomi nuovi, innovatori, magari vessilliferi di programmi, idee, proposte. Ingredienti che hanno lanciato il Movimento a Cinque Stelle, propugnatore dell’anti-politica, dell’addio all’euro, della lotta agli sprechi, delle procedure snelle e di una burocrazia che non zavorri oltremodo la vita delle persone. Il ventilato voto a Grillo, tra un anno, cambierebbe radicalmente gli orizzonti, spazzando via l’odierno Parlamento e le tenui correnti che lo tengono in vita.
E così PD e PDL studiano nuovi candidati per ridare linfa ai programmi, cercando di riavvicinarsi alle istanze dei propri elettori. Il Sindaco di Firenze, Renzi, la deputata Serracchiani, oltre al Segretario in carica, Bersani, sono, ad oggi, i candidati delle primarie del Partito Democratico.
Il Partito della Libertà, invece – i cui destini sono sempre retti dai voleri di Silvio Berlusconi – presenteranno, oltre al Segretario Alfano, la deputata Santanchè, la governatrice del Lazio, Polverini e forse anche il critico d’arte Sgarbi. Ma le sorprese sono dietro l’angolo perché – per limitare l’ascesa dei “grillini”, assoluta incognita del futuro – PD e PDL meditano di presentare altri profili. Per invogliare la gente qualunque ad affezionarsi nuovamente alla politica, stoppando sul nascere l’ascesa dei “grillini”.