Piangono i proprietari e i dipendenti delle agenzie immobiliari: non si batte un chiodo, dal litorale del Circeo, a sud di Roma, fino all’Argentario, sponda toscana, le luci e le ville di Porto Ercole a rendere ancora più evidenti i chiaroscuri.

C’è uno spicchio di Paese che resta ricco, opulento e che si gode a meraviglia i propri denari e un altro che annaspa, sperando solo di non annegare, ovvero di finire, braccato dai debiti e dalle rate insolute di prestiti e mutui, nelle mani di qualche strozzino senza scrupoli.

Pochi affari in vista, non si affittano più, come un tempo neppure tanto lontano, ville ed appartamenti per vivere un agosto sotto il sole, lontano dagli stress e dalle preoccupazioni. Neppure è bastato abbassare un po’ i prezzi degli immobili: niente, non c’è (o è davvero risibile rispetto al pienone degli scorsi anni) richiesta, case sfitte, sbarrate.
 
Quanto costava, fino allo scorso anno, ad esempio, affittare un mese di ferie ad Ostia? Una media di duemilacinquecento euro per un appartamento di ottanta metri quadri, utile per godersi la spiaggia e qualche bagno. Si arrivava a tremila euro sul litorale del Circeo: San Felice, Sabaudia, Terracina, in estate la strada Pontina diventa trafficata come le highway americane. All’Argentario il tetto dei tremila euro (soprattutto per appartamenti con annesso giardino) si sfondava facilmente ma, sia pure con difficoltà, magari mettendo assieme i fondi di due famiglie, all’affitto mensile ci si arrivava.
 
Ora pure la solidarietà familiare è andata a rotoli, se è vero che il trenta per cento degli italiani – stando alle ultime, drammatiche stime – ha persino ridotto il budget per le spese alimentari. Semplificando: si compra e dunque si mangia anche meno, magari privilegiando solo il cibo per i più piccoli. Tagli, tasse, gabelle: anche i risparmi sono stati intaccati.
 
Impossibile, con un mondo del lavoro preoccupato (un giovane su tre non ha un impiego), che una famiglia possa stanziare tremila euro per un mese di vacanza. Già, perché alla cifra (consistente, alla luce degli attuali stenti) si dovrebbero aggiungere i soldi per noleggiare lettini e sdraie (in Italia si pagano e pure tanto, dai quindici ai diciotto euro al giorno), oltre alle spese della benzina, del frigorifero e di qualche sfizio che, in estate, è automatico concedersi.
 
Settembre, poi, è dietro l’angolo: è tradizionalmente il mese in cui le tasse aumentano. Quest’anno settembre porterà pure in dote altre migliaia di posti di lavoro perduti, oltre a rilanciare le lotte per l’occupazione e per il rinnovo del contratto di impiegati e non solo.
 
Per coloro che amavano la montagna identico discorso: anche in mezzo ai boschi, dalle Dolomiti alla Valle d’Aosta, ferie in austerity. Pochissimi affitti mensili di appartamenti e residence, largo alle vacanze “mordi&fuggi”, magari vissute in convenienti agriturismo. È finita l’epoca delle vacanze lunghe e sguaiate: gli italiani hanno altro a cui pensare.
 
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