Eccentrica parodia del malcostume politico: l’irriverente comicità di Albanese nel cinematografico ‘Tutto tutto Niente niente’
“Tutto Tutto Niente Niente” è il nuovo film del regista italiano Giulio Manfredonia, famoso per il sodalizio con Antonio Albanese, re della comicità italiana, del cabaret e creatore di personaggi sempre in linea con l’attualità del nostro Paese.
Dopo le prime esibizioni nel piccolo teatro dello Zelig di Milano, tutta la bravura di Al-banese sboccia in televisione, e precisamente grazie alla trasmissione “Mai dire gol”, condotta dalla Gialappa’s Band: in essa presenta una serie di personaggi (il gentile Epifanio, l’aggressivo Alex Drastico, il telecronista-ballerino Frengo e Stop, il giardiniere gay e interista di casa Berlusconi Pier Piero) che diventano famosissimi in quegli anni e gli danno maggiore credibilità e spinta verso un futuro di successo.
Continua l’ascesa di Albanese con il teatro, il cinema e ancora la televisione; è, infatti, nel 2005 con la trasmissione Mai dire Lunedì, ideata ancora una volta dalla Gialappa’s Band e condotta dall’eccentrico Mago Forrest, che il nostro comico si inventa il personaggio che farà la sua fortuna, facendolo approdare anche al cinema: Cetto La Qualunque, politico calabrese corrotto e depravato il quale nel 2011 diventa protagonista di “Qualunquemente” di Giulio Manfredonia.
Il film, abilmente interpretato da Albanese, raggiunse un enorme successo di pubblico e critica, raccontando con un’ironia dissacrante, i pregi e (soprattutto) difetti della politica italiana, attraverso la figura di Cetto La Qualunque, delinquente e ignorante uomo del Sud che tenta di vincere le elezioni da sindaco nella località di Marina di Sopra in provincia di Reggio Calabria.
Contenti e soddisfatti della loro prima prova, Albanese e Manfredonia tornano al cinema quest’anno con “Tutto Tutto Niente Niente”, sequel del fortunato “Qualunquemente, e questa volta provano a fare un coraggiosissimo salto, trasportando dal piccolo al grande schermo non solo l’ormai famoso Cetto, ma anche altri due vecchi personaggi di Albanese, l’hippy Frengo Stoppato e il leghista Rodolfo Favaretto, detto Olfo.
La storia è tanto semplice quanto intrecciata, classico della commedia italiana, e racconta di un sottosegretario, interpretato da un bravissimo Fabrizio Ben-tivoglio, che assomiglia più a Karl Lagerfield piuttosto che a un politico italiano, il quale, per conservare il potere del suo partito, sostituisce tre deputati deceduti con i tre improbabili personaggi interpretati da Albanese, prelevandoli direttamente dai rispettivi penitenziari.
Tre delinquenti che diventano deputati della Repubblica; tre mine vaganti che si trovano a vivere la “dura” politica del palazzo la quale chiede solamente di votare chi e cosa gli sarà ordinato, in cambio di vitalizi, lauti stipendi e tanto “intrattenimento”. Così, tra escort in regalo, tentativi di secessione e incursioni al Vaticano, Cetto, Olfo e Frengo entrano in politica ma la loro completa e irriverente follia autodistruttiva non gli permetterà di conservare la carica a lungo…
“Tutto Tutto Niente Niente”, è uscito al cinema il 13 dicembre e le numerose sale italiane in cui è stato distribuito, sono state assalite da tanti fan di Cetto la Qualunque aka Antonio Albanese, i quali, tra le inevitabili risate non hanno potuto fare a meno di riflettere sul fatto che, in fondo, i nostri deputati, non siano così lontani dagli assurdi personaggi creati da Albanese, arrivando alla consapevolezza che tale messa in scena della realtà, così vuota e preoccupante, ha la forza di superare i confini della fantasia lasciandoci la sensazione di vivere davvero in una triste, ridicola e irritante società.