Due giorni prima del Giorno della Memoria, Alessandra Di Castro, direttrice del Museo Ebraico di Roma, è arrivata al Memoriale dell’Olocausto di New York City per rilanciare il progetto per il ritrovamento di oltre 5.000 volumi su 7.000 trafugati dai nazisti nel 1943.
Davanti a una sala piena di partecipanti ebrei e non, Di Castro ha spiegato come il 14 ottobre del 1943 i nazisti fecero caricare su tre vagoni 7.000 opere prese dalla biblioteca della comunità ebraica di Roma. Operazione conclusasi due mesi dopo, il 23 dicembre.
Solo i 2.000 libri caricati sull’ultimo vagone sono stati finora ritrovati dagli americani a Offenbach, vicino a Francoforte nel 1949. Delle prime spedizioni, 25 libri sono stati salvati perché nascosti prima di essere trafugati.
Di Castro, lei stessa antiquaria con un negozio su Piazza di Spagna, ha sottolineato come la comunità ebraica di Roma risalga al 70 Dopo Cristo, pertanto molte delle opera trafugate hanno un valore inestimabile.
La direttrice ha fatto presente che alcuni volumi scomparsi sono stati segnalati presso alcune università americane e che la maggior parte delle opere potrebbe essere stata presa dai russi quando sono entrati in Germania. Ciò che si sa è che le opere non sono mai arrivate a destinazione, che doveva essere un museo nazista per documentare la “scomparsa civiltà ebraica”.
La trama internazionale dell’operazione “recupero” non poteva passare inosservata e una prominente ebrea di Atlanta, Dianne Smolen-Kaufman sta considerando di farne un documentario con riprese in Italia, Usa, Germania, Russia e Olanda (un volume è ricomparso anche ad Amsterdam).
Il progetto “recupero” fu lanciato nel 2002 quando il governo Berlusconi istituì una commissione speciale per il ritrovamento dei testi ebraici ed oggi può contare anche sulla collaborazione del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico e Culturale. Del materiale fanno parte anche testimonianze dei rapporti tra ebrei e cristiani nella Roma post-imperiale.
Inoltre, il Museo Ebraico di Roma ha creato una commissione formata da storici, rabbini e studiosi dell’arte per continuare le ricerche. Infine il prossimo anno nel Giorno della Memoria del 27 gennaio 2016, il Museo organizzerà una mostra dei libri che saranno fino ad allora ritrovati.