Ci sono voluti due anni di lavoro per realizzare “Il profumo di un’era”, il nuovo album di Amelie, il tempo necessario per compiere un viaggio tra sentimenti, desideri, ricordi, paure e visioni virtuali.
La sintesi di questa introspezione trova, nelle parole e nelle sonorità del disco, un equilibrio tra solarità e lati oscuri, favole e realtà, come nell’introduzione di “Mondobit”, dove si accenna “Billie Jean” di Michael Jackson, uno dei punti di riferimento musicali della cantante milanese, come lo è Piero Ciampi, di cui fu splendida interprete di “Confiteor”.
 
“Il profumo di un’era” è un concept album in cui tutti i brani ruotano attorno al tema del tempo, un percorso necessario per ritrovarsi dopo essersi perduti, lasciando che suoni, pensieri e parole si contaminano a vicenda, in un susseguirsi di sonorità pop, rock e new age, artefici di un innovativo pop italiano.
Amelie parte dai ricordi e dagli insegnamenti del passato di “Il profumo di un’era”, “Con il naso all’insù”, “Milano”, per ritornare al presente con “Il nuovo mostro”, “L’alieno delle 3” e “Un’altra vita”. I momenti personali prendono il sopravvento in “Messaggi”, “Zero”, “Dicembre” e “Polaroid”, sino a diventare visioni istintive con “Mondobit” e “Ti ho ucciso con un click”.
 
Il talento di Amelie non si limita alla voce, infatti, 10 delle 13 canzoni sono state composte da lei al pianoforte e di “Che cosa c’è” ha realizzato anche gli arrangiamenti. Si tratta di uno dei brani più significativi in cui canta con Rebi Rivale, autrice del testo: “E piangere si può, si perde, si vince, si vedrà, il tempo con il tempo ti dirà, e ciò che senti adesso cambierà…”. 
Con una semplice domanda si tende una mano verso una persona in difficoltà, trasmettendole comprensione e speranza.
“Profumo di un’era” è una ballata legata al ricordo della madre e dell’infanzia, in cui si rivela l’animo romantico dell’interprete. La voce “leggera” di Amelie ben si adatta al testo firmato da lei stessa e da Fabio Papalini. Nel video ufficiale, girato da Michele Piazza, la protagonista, adulta e bambina, si muove in un luogo senza tempo, circondata da oggetti che richiamano il passato e i ricordi.
 
“Zero” è un numero e un punto di partenza. Il brano, interpretato da Amelie e Stefano Ardenghi, descrive l’incomunicabilità tra due persone che non riescono più a rapportarsi, suggerendo di ritornare al punto zero per ricominciare.
Il nuovo album di Amelie è un lavoro completo, un viaggio nel suo mondo fatto di ricordi, di esplorazione e spiritualità. 
“Il profumo di un’era” non è un simulacro delle emozioni, quello che traspare è reale e sincero, così come lo sono le diverse influenze musicali che ne determinano lo spessore e ne confermano la valenza. Il giusto merito per la bellezza del nuovo album va dato anche a Giovanni Rosina (arrangiatore di quasi tutti i brani), Fabio Papalini, Rebi Rivale e i bravissimi musicisti, tutti all’altezza della situazione.
 

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