L’anno scorso, di questi tempi, Papa Benedetto XVI aveva già deciso di lasciare il Vaticano e la canicola di Roma per ritirarsi al fresco di Castelgandolfo, nella storica residenza appollaiata sopra il lago di Albano, nel cuore dei Castelli. Papa Francesco, al contrario, non solo non ha ancora deciso dove trascorrerà un breve periodo di vacanza, ma ha pure annunciato che le tradizionali udienze del mercoledì in Vaticano si effettueranno anche nel mese di agosto.
 
Come trascorre le sue giornate, all’interno del monastero “Mater Ecclesiae” – all’interno della Città del Vaticano – il Papa emerito? Sveglia poco prima delle sette, celebrando poi la messa all’interno della piccola, ma accogliente cappella. Dopo una frugale colazione e l’incontro con chi gli è accanto, Joseph Ratzinger si ritira nel suo studio privato: qui iniziano le sue letture, aprendo libri di storia o di teologia.
 
Saggi di rara profondità, che scavano all’interno dell’animo umano, raccontando Dio e il suo mistero glorioso. Ratzinger, teologo di spessore, sfoglia, legge, contempla. Poi ascolta musica, in particolare dei compositori che, durante la sua vita, ha amato di più: Mozart, Bach, Beethoven. Ratzinger non sta scrivendo nulla di particolarmente significativo: non ha più la forza, tantomeno la concentrazione di qualche anno fa. Il Papa emerito prega, legge, sfoglia qualche rivista o qualche quotidiano, anche in lingua tedesca. Compone spesso il numero di telefono del fratello ottantanovenne Georg, rimasto in Baviera, annunciato peraltro in visita, nel prossimo agosto, in Vaticano.
 
Dopo un pranzo leggero, quando il tramonto comincia ad affacciarsi sulle colline del Vaticano, Ratzinger – accompagnato dal fido segretario Monsignor Ganswein e dalle quattro suore laiche che curano il suo appartamento – inizia la passeggiata all’interno dei lussureggianti giardini vaticani. Recitano il Rosario, talvolta a occhi chiusi, componendo un piccolo, ma raccolto plotone. Sovente può accadere che la preghiera venga interrotta da un saluto a un giardiniere o a un addetto ai magazzini: scampoli di vita normale.
 
Gli uomini della Gendarmeria vaticana osservano discreti i passi del vecchio, ex-Papa, la sua nuova vita, dopo che lo scorso settembre, per la prima volta nella storia millenaria della Chiesa, vinto dagli acciacchi, è tornato a essere un normale pastore cattolico.
 
Ratzinger ama verificare di persona i progressi dell’orto biologico che si trova a pochi metri di distanza dall’accesso al suo monastero. D’altronde, nell’arco del suo pontificato, proprio Ratzinger aveva avallato la crescita di quell’orto affidandolo alle attenzioni delle suore di clausura. Giornate semplici, scandite dalla preghiera, dalla riflessione. Ratzinger, in grande serenità, aspetta il trapasso, vivendo – come lo hanno definito monsignori a lui vicini – “l’ultima tappa del suo pellegrinaggio terreno”.
 
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