Italiano d’origine e con un passato da musicista autodidatta, Alfio nasce in Australia e si distingue fin da ragazzo per le sue doti vocali straordinarie. Il suo fascino antico e il suo irresistibile carisma ricordano The King of Cool, Dean Martin, e il mezzo secolo di allegria tanto caro a Jerry Lewis. Si definisce simpaticamente “a nine and a halfer tenor” per essersi allontanato dagli studi classici del canto a Parma e aver poi intrapreso la carriera d’autore e cantante di musica contemporanea.
Un mix vocale che gli ha permesso di passare con disinvoltura da “All by myself” di Céline Dion a “Vesti la giubba” di Leoncavallo, in una singolare performance hollywoodiana al Catalina Jazz Club, lo scorso primo novembre. Maria Marì, Come back to Sorrento, Caruso, Granada, Hallelujah, Non pensare a me e il Mondo hanno fatto da cornice a un interessante repertorio di canzoni inedite per lo più italiane intercalate da battute e aneddoti bizzarri, particolarmente graditi al pubblico di affezionati che lo segue fedelmente ovunque si esibisca.
The Voice of OZ ( Australia in gergo affettuoso), come amano ricordarlo i suoi fan, ha interpretato in quell’occasione anche due dei suoi più grandi successi: “Il nostro sogno”, il suo personale contributo alla pace nel mondo e “Voce pura”, il brano dedicato al grande Luciano Pavarotti conosciuto a Sydney durante uno dei suoi ultimi concerti. Affiancato da una sensazionale band di artisti losangelini e alternandosi prima al pianoforte e successivamente alla chitarra, il tenore ha concluso la serata con un omaggio all’opera italiana riletta in chiave moderna, intonando a grande richiesta di pubblico, “Una furtiva lagrima” tratto dall’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti. Alla fine dell’ esibizione, nella tradizione più italiana del termine si è poi prestato a una simpatica e rilassante chiacchierata tra “connazionali”:
Quando ha realizzato di voler fare il cantante professionista e a che età ha cominciato?
Essendo nato in una famiglia di musicisti – ero il più giovane di 5 figli -, da ragazzo, come da tradizione, era previsto che prendessi parte alla Messa domenicale in qualità di cantore nella chiesa locale di Sydney. Al termine delle celebrazioni ero sopraffatto dai complimenti dei fedeli che si congratulavano con me dicendo che venivano molto più volentieri a messa per ascoltarmi cantare. Da lì il passo è stato breve.
Che effetto fa avere la propria musica in mostra al Memorial Museum of NY?
Avere un mio brano riconosciuto dal Sindaco Bloomberg è stato un grande onore per me. Ci tengo a sottolineare però che non ho composto il pezzo per mera pubblicità , ma come contributo alla memoria delle vittime e delle loro famiglie, affinché nessuno dimentichi l’immane tragedia che ha colpito gli USA e l’umanità intera.
Quale canzone sente sia di più nelle Sue corde e perché?
Adoro “Il Mondo”, mi riporta indietro al periodo della mia infanzia, quando ero solito ascoltarla in un vecchio 45 giri di vinile a casa dei miei nonni; ma, in generale, amo cantare tutti i brani che ho in repertorio.
In che misura la sua personalità e la sua carriera sono riconducibili alle sue origini italiane?
Mi piace cucinare, parlo fluentemente italiano e sono anche in grado di distinguere perfettamente i vari dialetti. Sento di essere più espressivo e appassionato se scrivo canzoni in italiano: “Il Tempo non mi dice, vieni sarà domani, ma neanche il tempo mi salverà da te” – Passione e Voluttà
Qualche rimpianto?
Uno solo: non aver cantato per Luciano Pavarotti durante la cena subito dopo il suo concerto a Sydney. Ho composto per lui invece una canzone, l’ho registrata e inviata al maestro personalmente un mese prima della sua triste scomparsa. Il brano si chiama Voce Pura e recentemente ho realizzato anche una versione in inglese dal titolo Pavarotti.
Dove spera di vedere sé stesso fra 5 anni?
Mi piacerebbe essere più di frequente in tour a sostegno del mio nazionale Public Broadcasting Service concert nel 2016 e vorrei poter scrivere nuova musica senza mai fermarmi – mi capita a volte di svegliarmi anche nel cuore della notte e mettere giù alcune idee per brani futuri. Nei prossimi 5 anni spero di esibirmi davanti a un pubblico sempre più numeroso e scoprire nuove mete negli USA per far conoscere la mia musica.