Rendere la lavorazione dell’alabastro uno stile di vita è cosa che pochi nel mondo hanno potuto vedere e sperimentare.
A Volterra ci sono riusciti, lo hanno esportato nel mondo, valorizzandolo, facendo splendere la sua trasparente corposità venata, scolpendolo nelle più differenti forme. Parlare d’alabastro oggi, significa raccontare una storia che si sta evolvendo, che sta continuando, che ha avuto periodi di difficoltà, ma che non ha mai cessato di esistere, sviluppandosi in nuove vie.
“Lavorando a questo progetto – dice Nico Löpez Bruchi, curatore della mostra aperta al Centro espositivo Santa Maria Maddalena – sono tornato un bambino, quel bambino che esplorava le botteghe dell’alabastro dalle finestre, dalle porte senza mai entrare; non entravo perché, in qualche maniera, percepivo l’intimità che l’alabastraio aveva con la propria officina e ricordo che sentivo difficile irrompere per curiosare. Quei rumori, quei macchinari, tutta quella polvere, facevano parte di luoghi dove un bambino non avrebbe dovuto recare disturbo.
A Volterra è stata allestita l’esposizione temporanea “I Tesori dell’Alabastro” dell’artista Nico Lopez Bruchi, dedicata alla pietra di luce della città: l’alabastro.
“Ricordo – continua Löpez Bruchi – che era usanza chiedere gli scarti di pietra agli alabastrai per scrivere in terra, sulla strada, creare porte per giocare a pallone, disegnare le caselle del gioco della campana. Sono passati molti anni da quei momenti scalfiti nella memoria, ma mai ho smesso di sentire questa pietra come significativa compagna di vita. Ho deciso di raccontare questa mia avventura, condivisa da buona parte dei cittadini volterrani, ampliata all’evoluzione del mondo della lavorazione dell’alabastro contemporaneo, sotto forma di avventura, di caccia al tesoro, un po’ con gli occhi e l’entusiasmo di un bambino, un po’ con lo sguardo e la sensibilità di un uomo, ormai adulto, che ha sempre approfondito il legame con questa arte della sua città”.
L’esposizione temporanea “I Tesori dell’Alabastro” resterà aperta fino al primo novembre 2022 ed è costruita come un percorso nella storia, ma con un’apertura totale verso il futuro.
Il sottotitolo “Never say die” (Mai dire morte) è lo slogan di Goonies, un film epico dove si svolgono le avventure di un gruppo di giovani amici alla ricerca di un tesoro dei Pirati e che lottano contro il destino delle loro famiglie. Quella che si genera è un’avventura nel mondo dell’alabastro: i fruitori della mostra riceveranno una mappa del tesoro con due percorsi, uno interno e uno esterno, venendo così guidati verso la scoperta del passato, presente e futuro dei ‘tesori dell’alabastro’. Un viaggio con tanti sentieri alternativi, nell’evoluzione secolare di questa tradizione artistica e culturale che è sempre rimasta un punto fermo per la città di Volterra.
“Nella sezione interna del Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena– conclude Nico Löpez Bruchi – ho immaginato un contrasto netto tra la lucentezza dell’alabastro e l’oscurità dell’allestimento. Una stanza piena, illuminata specificatamente, pezzo per pezzo, per creare quell’effetto di luminosità che crea meraviglia nell’apparire come un immaginario tesoro; il tesoro di Volterra rappresentato da una raccolta di lavori dei più ingegnosi alabastrai cittadini, che contiene pezzi del passato e del presente e con cui il visitatore potrà interagire andando alla scoperta della loro storia”.
La mostra curata con Nicolas Ballario, è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e dalla Parrocchia della Cattedrale di Volterra con l’organizzazione di Opera Laboratori. L’esposizione temporanea rientra all’interno del progetto Anima di Volterra che, inaugurato nel 2021, si presenta al visitatore come un percorso di valorizzazione del cuore della Città, la Piazza San Giovanni dove si affacciano i tre luoghi simbolo della spiritualità volterrana: la Cattedrale, il Battistero e l’Antico Ospedale Santa Maria Maddalena.
In occasione della mostra con il ticket “Anima di Volterra” si entra a ingresso ridotto a palazzo Viti, la più importante casa museo di Volterra.
Palazzo Viti è una splendida residenza privata italiana situata a Volterra, in Via dei Sarti 41.
Risale alla fine del 1500 ma nel 1850 Giuseppe Viti, commerciante dell’alabastro e grande viaggiatore, comprò il palazzo provvedendo ad un suo radicale restauro. Nelle sue sale, aperte al pubblico, tutto è rimasto come lo hanno visto, nel corso dei secoli, i Re ed i Principi che vi furono ospitati. Fu ad esempio ospitato nel 1861 il primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia in una pregevole Camera del Re, arredata in stile e decorata in blu savoia.
Fra le dodici stanze di cui è composto, spicca la sala da ballo arricchita dagli stupendi candelabri di alabastro realizzati per contro dell’imperatore austriaco Massimiliano d’Asburgo, la scacchiera cinese e i lampadari in vetro di Murano.