L’atmosfera accogliente di una piccolo borgo dell’Umbria, unita all’aroma del suo prodotto per eccellenza, il vino, ha ispirato ancora una volta tanti artisti presenti ad uno degli eventi del mese di agosto più unici nel suo genere.

La 29^ edizione del Festival dei “Vinarelli”, nome che sta ad indicare la tecnica pittorica del mescolare il vino con i colori ad acqua, ha registrato con successo la presenza di un nutrito gruppo di artisti, con alcuni studenti delle Accademie di Belle Arti di Perugia, Roma, e Nancy (Francia), oltre ad esposizioni permanenti come quella degli artisti Fulvio Bifarini, Luigi Frappi, Banfi Rossi e Paolo Pasticci, oltre all’artista californiana Stephanie Seymour.

Lungo il centro storico del piccolo paese di Torgiano, la cui “torre di Giano” è ciò che resta dell’antico castello medievale, è con il vino prodotto in zona che i pittori hanno diluito i loro colori per la realizzazione di vivaci pitture estemporanee, protagoniste di una magica unione tra arte e tradizione enologica locale. Una manifestazione quella dei “Vinarelli”, in programma nella notte del 20 agosto all’interno della sagra paesana lunga due settimane a base di gastronomia, musica ed arte, organizzata dal Comune e Proloco di Torgiano con il patrocinio della Provincia di Perugia, capoluogo della regione Umbria.

Il centro storico di  Torgiano 

L’idea di coniugare l’arte con il prodotto più tipico e rinomato di questo territorio, cioè il vino, è senza dubbio da considerarsi molto intelligente e produttiva. A dimostrazione della bontà di questa intuizione nata quasi trenta anni fa, anche quest’anno l’evento ha riscosso il meritato successo che merita.  Il sindaco della città ed il presidente dell’associazione organizzatrice, la quale si basa sul generoso lavoro volontario di tanti abitanti del posto, hanno fatto gli onori di casa alle numerose autorità pervenute, mentre gli artisti al termine di una cena a base di piatti tipici lungo il Corso Vittorio Emanuele, osservati ed ammirati da centinaia di visitatori, hanno liberato la loro arte creativa, imbevuto il pennello nel colore diluito con il vino locale, dando origine ad un momento di autentica espressione creativa e di spontanea ispirazione pittorica.

Su ogni foglio, con il passare delle ore, prendevano forma i disegni più svariati, fino a divenire delle vere e proprie opere d’arte che, come accade in ogni edizione dei “Vinarelli”, saranno analizzati da una commissione giudicatrice prima di venire esposti ed essere messi a disposizione di potenziali acquirenti, il cui ricavato sarà destinato ad interventi di natura sociale e culturale.

Accanto alla speciale notte artistica legata al vino, il centro storico del piccolo borgo umbro ha ospitato, per tutta la durata delle celebrazioni paesane, altre esposizioni permanenti di artisti italiani e stranieri. Fra questi meritano particolare attenzione il pittore Fulvio Bifarini e l’artista americana Stephanie Seymour.

Fulvio Bifarini, noto insegnante di lingua italiana presso l’Università per Stranieri di Perugia, ha esposto le sue opere incentrate su affiscinanti giochi di forme e colori, capaci di evocare atmosfere naturali e spaziali, conferendo una nuova luce allo spazio circostante. Intervistato all’interno dell’apposita mostra “arte sotto le stelle” Bifarini, da sempre appassionato di pittura, dice di “vivere l’arte come rappresentazione di stati d’animo e di fantasia, utilizzo il colore come strumento atto a stimolare sensazioni visive d’impatto e prediligo accostamenti cromatici forti dettati unicamente da impressioni intime momentanee”.

The Magic Tree by Fulvio Bifarini 

L’artista di origine californiana Stephanie Seymour, ha mosso infatti i suoi primi passi a Long Beach pur risiedendo da molti anni a Perugia, ha esposto le sue opere nella mostra “Solo donne”, con dipinti dall’esibizioni di cactus femminili “Natural Beauty”.

La serata dei “Vinarelli” ha ristabilito e consolidato ulteriormente l’insolito legame tra vino e arte di cui questa regione va fiera. I pittori, in un clima particolarmente familiare ed informale, hanno liberato la loro fantasia e creatività, nel rispetto del proprio stile personale mostrando in tempo reale a critici o semplici curiosi il frutto della loto iniziativa, nuove forme d’arte capaci di fondersi con l’antica tradizione di uno dei borghi più conosciuti dell’Italia centrale.


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