Villa d’Este, la residenza rinascimentale situata sulle rive del Lago di Como nel comune di Cernobbio (Ph David Mark da Pixabay)

Vi era un tempo in cui la bellissima cittadina di Cernobbio, a nord-ovest di Como, abitata solo da pescatori, era un territorio romano.  In seguito Gerardo Landriani Capitani, Vescovo di Como, costruì qui un convento femminile nel 1442, presso il torrente Garovo. La svolta arrivò nel XVI secolo con una tra le più illustri famiglie di sempre nella zona: i Gallio. Chi all’inizio governò la cittadina furono i fratelli maggiori Girolamo e Marco, mentre il più giovane, Tolomeo (1527/1607), che diventerà non solo per Cernobbio, ma anche per Como, una figura fondamentale, venne inviato dal padre Ottavio a studiare a Roma. Tornerà a Como ormai quarantenne come cardinale. La famiglia Gallio apparteneva alla nobiltà di Como.   

Il giovane Tolomeo (il vero nome era Bartolomeo) si era dedicato agli studi classici sotto la guida di Benedetto Giovio, che lo aveva indirizzato a Roma presso suo fratello Paolo, vescovo di Nocera. Nella sede dei Papi fu al servizio di vari cardinali tra cui Gian Angelo Medici, il futuro Pio IV che, anche dopo essere salito al Soglio di Pietro, lo volle come suo Segretario. Fu uno dei due principali consacranti del cardinale Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano e del Papa Clemente VII.   

Nel 1583, il 15 ottobre, a Como, ordinò la fondazione del Pontificio Collegio Gallio con Bolla papale “Immensa Dei providentia”. Questa nobile istituzione voluta dal cardinale per i ragazzi poveri, divenne, grazie ai Padri Somaschi che la guidarono, un centro assistenziale ed educativo di primo piano. Ancora oggi, dopo oltre 400 anni, il Collegio Gallio opera con successo nel settore dell’istruzione. Ma il suo animo sensibile ed eclettico lo indusse a progettare e a realizzare una costruzione che oggi tutto il mondo ci invidia: la magnifica Villa D’Este, allora Villa Garovo dal nome del torrente che attraversa il parco della tenuta per sfociare poi nel lago di Como.   La commissione dei lavori venne affidata all’allora celeberrimo architetto Pellegrino Tibaldi. Fu così che nel 1568, Villa Garovo vide la luce e divenne residenza estiva del cardinale Tolomeo. Ma sarebbe davvero ingiusto e riduttivo pensare che questo ambiente dovesse solo appagare il senso estetico del personaggio. Come abbiamo detto, il cardinale Gallio aveva una particolare sensibilità nei confronti delle lettere e delle arti e il passo fu breve… la villa divenne luogo d’incontro di artisti e letterati: egli creò un circolo elitario culturale che ricordava quello di Mecenate sotto l’Imperatore Augusto.  

L’abbellimento in perfetto stile rinascimentale spettò all’erede e successore del cardinale, il nipote Tolomeo; agli inizi del Settecento la spiritualità del luogo, che con la sua bellezza invitava alla meditazione, fece sì che i Gesuiti di Como prendessero in affitto la villa per circa 40 anni per farne luogo di esercizi spirituali. Ma nell’ultima parte del XVIII secolo l’ultimo erede Gallio si trasferì a Napoli, come allora dettava la moda, e la bellissima creatura di Cernobbio venne fatta passare dalle mani di un aristocratico all’altro che, noncuranti della cultura, la intesero solo come contesto affascinante per feste, banchetti, giochi.  

Fu solo grazie alla moglie di uno di questi nobili, la marchesa Vittoria Calderara, detta la “Pelusina”, famosissima ballerina di danza classica del Teatro alla Scala di Milano, che la situazione cambiò: a lei il merito di aver restaurato la villa ed abbellito il giardino, facendovi costruire il lungo viale di cipressi nel parco di 25 acri, con un imponente ninfeo ricoperto da ciottoli policromi, probabilmente esistente fin dal XVI secolo, ma poi rifatto nel ‘700; quindi un viale prospettico delimitato da una duplice catena d’acqua a conche che sale fino al Tempietto di “Ercole e Lica”. Una bellezza che è stata premiata nel 1913 quando i giardini sono stati dichiarati Monumento Nazionale.   

La marchesa dedicò il suo tempo e il denaro del marito al restauro della villa che riportò con molto gusto agli antichi splendori. Gli interni vennero rifatti in grande stile e, una volta ancora, la proprietà divenne un brillante centro di feste lussuose ma anche di cultura; gli inviti della marchesa divennero ambitissimi da parte dell’aristocrazia milanese, che l’aveva precedentemente snobbata e considerata solo un’arrampicatrice sociale.    Napoleone, che aveva già dimostrato stima per il giovane e valoroso Pino (la Pelusina si era risposata con il generale napoleonico Pino) nominandolo conte, aveva promesso di fargli visita nella villa sul Lago di Como. La contessa Pino provvide immediatamente a riservare all’Imperatore un appartamento al piano terreno e ne fece rivestire le pareti in seta gialla e broccati recanti impressi la lettera “N”. Napoleone in realtà non arrivò mai ma una delle sale a lui dedicata è tuttora tappezzata come allora.   Tutti desideravano essere invitati per ammirare la rarissima bellezza di Villa D’Este, come nel lontano 1615 quando il Sultano del Marocco, accompagnato da un seguito di cavalieri con turbanti e scimitarre ricche di pietre preziose, era giunto  a Cernobbio con il solo scopo di visitare la villa e constatare di persona gli splendori di cui aveva sentito parlare.  

Sempre qui si colloca uno dei più travolgenti love affair del lago di Como: nel luglio 1815, Carolina di Brunswick, principessa del Galles, acquistò la villa (denominandola D’Este, in quanto Carolina vantava una remota parentela con la famiglia Este) assumendo nel contempo tutto il personale di servizio presente. Tra i servitori vi era anche Bartolomeo Pergami (ex sergente di cavalleria dell’esercito napoleonico) di cui s’innamorò perdutamente. Ma il consorte, nel frattempo, divenuto Re d’Inghilterra, Giorgio IV, la screditò a tal punto da intentarle un processo. Cernobbio si divise tra i sostenitori del Re e quelli della Regina e…alla fine Carolina venne ripudiata e per il dolore si ammalò gravemente abbandonando definitivamente il luogo.  

Dopo la morte di Carolina nel 1821, la villa passò al suo creditore, il principe Torlonia di Roma e successivamente al principe Orsini e al barone Ciani. Nel 1868 la proprietà venne affittata per due anni alla moglie dello Zar di Russia, quindi Ciani, insieme ad altri finanziatori, decise di trasformare il complesso in uno degli hotel, ancora oggi, più lussuosi del mondo, con una particolare piscina galleggiante a disposizione degli ospiti dal 1966.    

La lista dei grandi nomi che hanno soggiornato in questo splendido luogo è davvero lunga: si parte da compositori come Verdi, Puccini, Bellini, Liszt, Stravinsky, ad attori, registi e cantanti come Hitchcock, De Niro, Elton John, Madonna, Bruce Springsteen, che ha persino manifestato ai fan l’intenzione di comporre un brano dedicato al lago di Como. Ma Villa D’Este è anche sede privilegiata di meeting politici e finanziari internazionali con la presenza annuale dei più potenti uomini della Terra. Se desiderate ammirarla restando a casa, godendovi un bellissimo film drammatico girato interamente a Villa D’Este, non dimenticate di guardare “L’ombra del sospetto” (titolo originale “The other man” del 2008), con Antonio Banderas come protagonista. 

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