Questa volta, per la prima volta, Venezia è asciutta. “È una giornata storica” ha commentato il sindaco Luigi Brugnaro: “C’è una grandissima soddisfazione, dopo decenni in cui vedevamo, in maniera inerme, le acque arrivare ovunque nella città storica creando ingenti danni. Abbiamo dimostrato, in presenza di una marea che avrebbe allagato la città, e anche di un vento di scirocco medio da 19 nodi, che il Mose funziona. Le barriere erano già state sollevate sia singolarmente sia nella prova generale alla presenza del premier Conte in condizioni favorevoli, ma era la prima volta in cui le dighe mobili venivano azionate in una situazione di necessità concreta”.
Il tanto discusso sistema di dighe mobili poste alle tre bocche di porto della laguna per contenere le mareggiate, ha finalmente funzionato. È l’inizio di una nuova era per Venezia?
La ferita “dell’acqua granda” del 12 novembre scorso, 187 cm che allagarono anche i preziosi pavimenti della basilica dorata di San Marco, seconda solo all’alta marea del 1966, ha lasciato il segno nell’anima degli isolani.
Un vaporetto sbalzato in riva degli Schiavoni. Le case allagate. Viale Garibaldi, nel sestiere di Castello, travolto dall’acqua come se fosse passato un fiume in piena. Una città e le sue isole, Pellestrina in particolare, in ginocchio. Trovarono la forza per rialzarsi e ricominciare ma la conta dei danni fu pesante. I turisti si spaventarono: migliaia le disdette per i mesi a venire, quando ancora nemmeno si parlava di Covid.
Nei mesi successivi persino il premier Giuseppe Conte era giunto in laguna per visionare il sistema di dighe mobili MOSE (Modulo sperimentale elettromeccanico) finalizzato alla difesa della città e della laguna dal fenomeno dell’acqua alta.
In laguna e nelle isole, all’annuncio dell’arrivo della prima grande marea della stagione, c’era molta apprensione. Ma le dighe sono entrate in funzione e con non poca sorpresa, piazza San Marco è rimasta asciutta. Sì, avete letto bene. Il cuore di Venezia, museo a cielo aperto e punto più basso della città, non è stato allagato dai 40-45 cm di marea che si sarebbero avuti senza il Mose. Il test di sollevamento delle paratoie, alzate per la prima volta in condizioni meteo sfavorevoli, ha funzionato. Il flusso di mare verso la laguna è stato interrotto facendo registrare a Punta della Salute una marea stabile intorno ai 70 cm rispetto allo zero mareografico.
È davvero la fine dell’acqua alta? Venezia è salva?
Forse è presto per dirlo e bisognerà aspettare maree più sostenute, condizioni meteo più sfavorevoli e anche meno preavviso, per poterlo affermare in modo definitivo. Questa volta ha funzionato tutto alla perfezione. Le operazioni per l’innalzamento delle paratoie del Mose sono iniziate alle 8.30, facendo registrare i primi effetti del rallentamento della crescita della marea già dopo mezz’ora. Alle 10.10 il Mose era completamente sollevato. Mentre in mare la marea continuava a crescere, in Laguna la crescita del livello si arrestava, attestandosi intorno ai 70 cm. Quando poi la marea ha raggiunto il massimo di 132 cm, il dislivello tra mare e Laguna, garantito dalle barriere, era di 62 cm.
Quattro le barriere mobili sollevate: alla bocche di porto di Malamocco con 19 paratoie, di Chioggia con 18, al Lido con due schiere di paratoie da 21 e 20 tra San Nicolò e Treporti, per un totale di 78 paratoie.
Il picco era atteso attorno a mezzogiorno e chi si era armato di stivali e macchina fotografica, questa volta è rimasto “felicemente” deluso. I commenti dei veneziani rimbalzavano da un social all’altro: incredulità più che gioia ma anche timori ben riassunti da questo commento su Facebook: “Incrociamo le dita che non si rompa una paratoia e l’acqua non entri dentro fortissima. Pare proprio funzioni!!! No ghe credo!”.
Negli ultimi 40 anni sono state troppe le speranze mal riposte nel Mose, mai pronto e poi corredato di scandali e persino tangenti.
Dopo aver bloccato le acque, alle 16.10 del medesimo giorno sono iniziate le operazioni di abbassamento con una progressiva riapertura del collegamento tra mare e laguna. Cittadini all’asciutto così come il fragile tessuto artistico-architettonico della città, patrimonio mondiale dell’UNESCO.
“Per la prima volta nella storia di Venezia i suoi monumenti più preziosi sono salvi e per noi è una grande emozione, dopo avere ogni anno patito e sofferto nel vedere il nostro patrimonio così fragile sfregiato dalle maree”. Sono le parole di Gabriella Belli, direttore Fondazione Musei Civici di Venezia: “Un evento commovente. Fantastico. Una bellissima notizia per il mondo dell’arte e della cultura e per questa città, che custodisce un patrimonio unico al mondo che abbiamo il dovere di preservare anche, anzi soprattutto, se concentrato in un’area così delicata. Una grande notizia per Venezia e per tutti”.