L’Italia affascina viaggiatori e artisti da secoli. Dalle rovine dell’antica Roma alla luce cristallina di Venezia, gli artisti sono stati ispirati non solo dalle città, ma anche dalla campagna e dalla ricca cultura dell’Italia. In visita da Francia, Inghilterra, Olanda e Germania, molti artisti ne hanno immortalato le vedute in opere opere di straordinaria atmosfera e bellezza. Gli artisti italiani dell’epoca risposero alla domanda di souvenir da parte dei turisti creando loro stessi dei capolavori.

La mostra “Il richiamo dell’Italia: vedute d’artista”, che si è aperta al Getty Museum di Los Angeles, esplora i vari modi in cui l’Italia ha ispirato l’arte e lo fa attraverso opere – disegni e acquerelli – selezionate dalla collezione permanente dello stesso museo, incluse alcune importanti recenti acquisizioni come i lavori di Francesco Guardi e Richard Parkes Bonington. In mostra anche opere di Claude Lorrain, Giovanni Battista Lusieri e Canaletto, che pure catturano l’essenza e lo spirito dell’Italia. La mostra sarà aperta al pubblico sino al 30 luglio con ingresso libero.

“Per molti, l’Italia rappresentava – ed ancora oggi rappresenta – un tesoro sorprendentemente rigoglioso di meraviglie sceniche, con antiche e suggestive sculture, edifici storici e panorami emozionanti”, afferma Timothy Potts, direttore del J. Paul Getty Museum. “Questa mostra intende testimoniare la relazione sentimentale di lunga data che lega gli artisti all’Italia”, un Paese composto, sino all’unificazione, da un compendio di città-stato.

L’Italia ha catturato l’immaginazione degli artisti per secoli, divenendo nel 1700 la prima destinazione per i viaggiatori che si imbarcavano nel Grand Tour dal centro-nord dell’Europa insieme a matite, inchiostro e acquarelli, con cui immortalavano panorami e preservavano vivide memorie, condensando nei loro lavori l’essenza e lo spirito dell’Italia.

Artisti italiani come Guardi, Canaletto e Giovanni Battista Lusieri risposero alla domanda di souvenir da parte dei turisti creando loro stessi dei capolavori, come La regata sul Canal Grande realizzata da Guardi intorno al 1778, recente acquisizione del Getty, che trasmette la freschezza e la spontaneità dell’atmosfera vibrante durante l’annuale gara delle gondolea Venezia.

Più a sud, la baia di Napoli era un’altra destinazione ambita del Grand Tour. A testimoniarlo, in mostra, l’incredibile “Vista della baia di Napoli” di Lusieri (1791 circa), eseguita in maniera meticolosa nei più piccoli dettagli grazie all’uso dell’acquerello. La grande tela fu dipinta nell’arco di circa due anni dalla residenza di Sir William Hamilton, incaricato britannico presso il Regno di Napoli, che commissionò l’opera per la sua casa di Londra.

Durante la sua unica visita a Venezia, due anni prima della tubercolosi che stroncò a soli 25 anni la sua giovane vita, Richard Parkes Bonington realizzò numerosi schizzi a matita della città e una manciata di studi a olio e acquerello. Il prezioso “Riva degli Schiavoni, da vicino San Biagio, Venezia” del 1826 evidenzia la sua rinomata abilità nel catturare gli effetti dell’acqua placida e della formazione dei banchi di nuvole attraverso l’acquerello.

“Lo straordinario carattere delle vedute urbane e paesaggistiche dell’Italia spinse gli artisti ai limiti delle loro capacità”, spiega Julian Brooks, senior curator of Drawings presso il J. Paul Getty Museum e curatore della mostra. “Per rendere le opere efficaci, la scelta del mezzo e della tecnica divenne cruciale”.

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