(Ph David Mark da Pixabay)

Si è concluso a bordo della nave salvataggio Anteo il periodo di scambio tecnico-professionale subacqueo tra la US Navy e la Marina Militare, con la partecipazione Commander M. Hickey Bradley, vice direttore sanitario del Navy Experimental Diving Unit (NEDU) e capo delegazione di un team di medici iperbarici.

L’occasione è stata quella di un’immersione svolta con la tecnica della saturazione da tre palombari del Gruppo Operativo Subacquei al largo di Finale Ligure (SV), con il supporto di Nave Anteo, per un’attività di recupero archeologico dei resti di un relitto di una imbarcazione armata francese, affondata nella battaglia di Capo Noli, nel 1795. 

L’attività si è svolta ad una profondità di 65 metri seguendo le indicazioni tecniche della soprintendenza archeologica della Liguria in costante contatto con i palombari immersi, attraverso la consolle di controllo delle operazioni subacquee dell’Unità, sotto la gestione e supervisione del direttore del Servizio Sanitario e capo sezione della Fisiologia Subacquea dell’Ufficio Studi di Comsubin. 

Pianificare e condurre un’immersione in saturazione prevede una profonda conoscenza della fisiologia umana, il possesso di elevate capacità tecniche e di un adeguato addestramento del personale, trattandosi di una delle operazioni più complesse nell’alveo delle attività subacquee militari. La Marina Militare è l’unica Forza Armata nel Mediterraneo ad avere tale capacità operativa e, per tale ragione, è considerata nell’ambito dell’Alleanza Atlantica tra i leader in questo settore.

Questo è il motivo per il quale la US Navy, che da 7 anni non svolge più immersioni in saturazione, ha inviato a bordo di Nave Anteo il proprio personale affinché potesse seguire e osservare tutte le fasi dell’operazione di Capo Noli, per riacquisire le competenze di questa tecnica, riconosciuta come la massima espressione del professionismo subacqueo. 

Durante ciascuna delle fasi che hanno contraddistinto la complessa operazione, dall’approntamento dell’impianto iperbarico, alla formazione e al mantenimento del microclima, dal passaggio degli operatori nella Submersible Decompression Chamber (SDC) fino ad arrivare al momento della desaturazione degli operatori, il team della US Navy, ha avuto la possibilità di osservare le procedure utilizzate dalla Marina Militare e di confrontarsi con il responsabile medico.

Lo scambio di competenze tecniche tra il Raggruppamento Subacquei ed Incursori ed il Navy Experimental Diving Unit, che si concretizzerà in futuri accordi di collaborazione tra le due Marine, proseguirà mettendo a fattor comune le rispettive esperienze ed elaborando studi e ricerche nell’ambito della Medicina Subacquea ed Iperbarica, disciplina medica peculiare di Comsubin e quindi della Forza Armata.

La condotta delle operazioni subacquee di Capo Noli sono state molto apprezzate dagli osservatori del NEDU tanto che, a dimostrazione della reale volontà di collaborare con la Marina italiana, il capo servizio sanitario ed un ufficiale palombaro di Comsubin sono stati invitati a partecipare alla prossima immersione in saturazione che verrà condotta dalla Us Navy.


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