“l’Uomo di Sarajevo” del marchigiano Gentili fa riflettere sulla guerra e l’indifferenza 

Rimarrà esposta a Riccione fino al 31 ottobre quando partirà alla volta di Sarajevo, nel ventennale della sanguinosa guerra di Bosnia. È stata inaugurata l’esposizione della scultura L’Uomo di Sarajevo, drammatica opera in ferro dello scultore marchigiano Giuseppe Gentili. 
“Il senso di questa opera – ha ricordato il sindaco di Riccione Massimo Pironi – è quello di farci riflettere su una guerra che si è consumata, nell’indifferenza pressoché generale dei Paesi dell’Europa, a due passi da noi, sull’altra sponda dell’Adriatico.
Non dimenticare i caduti di quella guerra, atroce e insensata come tutte le guerre, deve essere l’impegno di ogni giorno per ogni uomo di buona volontà. Un plauso a questa iniziativa, perché solo coltivando la memoria possiamo difenderci dal buio della guerra e della violenza”. 
Lo scultore Giuseppe Gentili nasce a Pollenza (Macerata) nel 1942, ha frequentato gli studi artistici e conseguito il Diploma di Maestro d’Arte nel 1963. A 25 anni ha esposto le sue prime sculture, con consenso di pubblico e di critica.
 
Innovativo per tecnica e materiale, ha realizzato pannelli in basso rilievo, sbalzi in rame, bronzetti e numerose opere di grande dimensione lavorando con la fiamma ossidrica, mista alla fusione. Di lui si interessano per il collezionismo: Charlie Chaplin, che acquista tre opere; Federico Fellini, il regista delle favole folli; Pablo Picasso, che accetta l’offerta di un “Don Chisciotte”, figura emblematica nella produzione dello scultore. L’artista iberico pone l’opera, alta più di due metri, nel parco della villa di Mongius (Nizza), assegnando di fatto un riconoscimento alla genialità creativa dello scultore. Gentili espone a Montreal (Canada), impressionando per la drammaticità esistenziale delle opere, e a Nizza, dove in occasione del  terzo “Grand Prix de New York”, gli viene assegnata la “Plaquette d’or-Statue de la Liberté”. Nel 1979, si trasferisce a Spoleto, instaurando con il Festival dei Due Mondi un proficuo lavoro. Eccentrico e anticonvenzionale, gestisce il mondo creativo con atteggiamenti di vita, che plasma come pezzi visivi: contesta e irride “il rispetto dell’arte ufficiale – che egli dice – in Italia combina grossi guai”. La sua personalità può riassumersi con quanto racconta di sè: “Non vo-glio essere chiamato contestatore, non m’interessa accodarmi ad una qualsiasi protesta. Io vivo per la mia arte e della mia arte. E chi non sa cosa sia l’arte non può capirmi”.
Al proclama, se-guono opere di grosso spessore per l’impegno umano e la valenza sociale: dalla ricerca indirizzata verso episodi della Bibbia (particolarmente drammatica la serie di Caino e Abele) al volto di Cristo della Sindone, carico di tragedia; dal Don Chisciotte al grido de L’Uomo di Sarajevo nato come testimonianza di pace e umanità contro tutte le guerre.
 L’opera proviene da San Be-nedetto del Tronto, dove è rimasta esposta per “La notte della Bellezza”. Ad accompagnarla a Riccione Misha Loncarovic, rappresentante di Sarajevo e “tutore” dell’opera. L’iniziativa è curata e promossa da Antonella Ventura presidente dell’Asso-ciazione “Arte Per Le Marche”.

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