La scoperta archeologica di dieci imponenti bassorilievi rupestri dell’VIII sec. a.C. raffiguranti il sovrano e i grandi dei d’Assiria nel sito archeologico di Faida (a 50 km da Mosul nel Kurdistan iracheno settentrionale) ha vinto il premio mondiale per l’archeologia intitolato a Khaled al-Asaad. La giuria internazionale l’ha considerato il più importante ritrovamento compiuto nel mondo nel 2019.
Dietro a questa sensazionale scoperta ci sono l’Università di Udine e il professore Daniele Morandi Bonacossi, docente del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale.
Il valore della scoperta è stato riconosciuto anche da Aliph, l’unico fondo globale dedicato alla protezione e riabilitazione del patrimonio culturale in aree di conflitto e post-conflitto, che ha finanziato la documentazione dei rilievi assiri di Faida e l’elaborazione di un progetto di restauro e protezione di questo monumentale complesso di arte rupestre minacciato da vandalismo e dall’espansione delle attività produttive del vicino villaggio.
“Questi due riconoscimenti – sottolinea il prof. Bonacossi – rafforzano la convinzione che l’Università di Udine, sede del primo dipartimento in Italia dedicato alla storia e tutela dei beni culturali, possa e debba dare un importante contributo internazionale allo studio, documentazione, protezione e valorizzazione del patrimonio culturale dell’umanità minacciato da conflitti e degrado. Il sostegno di Aliph, infatti, consentirà di elaborare un progetto di tutela e restauro dei rilievi assiri di Faida”.
Come ha ricordato il rettore Roberto Pinton è “da oltre 25 anni che il nostro ateneo opera nel Vicino Oriente, prima in Siria e ora nel Kurdistan iracheno, con un gruppo di lavoro di archeologi, studenti e specialisti di varie discipline”.
Con i rilievi di Faida, erano candidate altre quattro scoperte di cui due italiane: la Domus Aurea di Roma con la nuova Sala della Sfinge e l’antica città di Vulci, dove è stata portata alla luce una statua etrusca raffigurante un leone alato del VI secolo avanti Cristo.
I rilievi rupestri di Faida
Nell’estate e autunno del 2019, la missione congiunta italo-curda ha individuato presso il sito archeologico di Faida dieci imponenti rilievi rupestri di epoca assira (VIII-VII secolo a.C.) scolpiti nella roccia lungo un antico canale d’irrigazione di 8,5 km di lunghezza. Il canale di Faida, alimentato da un sistema di risorgenti carsiche, fu fatto probabilmente scavare dal sovrano assiro Sargon II (721-705 a.C.) alla base di una collina. Oggi, il canale, che ha una larghezza media di 4 metri, è quasi completamente sepolto sotto spessi strati di terra depositati dall’erosione del fianco della collina. Dal canale principale si diramavano canali più piccoli, che consentivano di irrigare i campi circostanti e di aumentare la produzione agricola della campagna ubicata nell’entroterra di Khorsabad e Ninive, le ultime due capitali dell’impero assiro.
I pannelli rinvenuti sono imponenti, lunghi quasi 5 metri e alti 2. Sulla roccia è raffigurato un campionario straordinario di divinità e animali sacri. Le figure divine rappresentano il dio Assur, la principale divinità del pantheon assiro, su un dragone e un leone con corna, sua moglie Mullissu, seduta su un elaborato trono sorretto da un leone, il dio della Luna, Sin, anch’egli su un leone con corna, il dio della Sapienza, Nabu, su un dragone, il dio del Sole, Shamash, su un cavallo, il dio della Tempesta, Adad, su un leone con corna e un toro, e Ishtar, la dea dell’Amore e della Guerra su un leone. I rilievi, ripetuti in dieci esemplari (e altri sono verosimilmente ancora sepolti sotto ai detriti che colmano il canale), furono fatti eseguire dal sovrano assiro per celebrare la costruzione del canale d’irrigazione. I pannelli scolpiti a bassorilievo rappresentano una scena di profondo significato religioso e ideologico incentrata sull’adorazione delle divinità da parte del re e sulla celebrazione della creazione di questa importante infrastruttura idraulica destinata a garantire fertilità al territorio circostante potenziandone la produttività agricola.
Il progetto Kurdish-Italian Faida Archaeological Project (KIFAP) è diretto da Daniele Morandi Bonacossi e da Hasan Ahmed Qasim, rispettivamente per l’Università di Udine e la Direzione delle Antichità di Duhok. Lo scavo dei rilievi assiri di Faida si svolge in una terra, la Mesopotamia del nord, cruciale per la storia e rimasta inesplorata per decenni a causa della complessa situazione politica e d’instabilità che l’ha caratterizzata fino ad anni recenti.