Facciamo conto che un marziano voglia lasciare il proprio pianeta per venire a vivere non solo sulla Terra, ma addirittura in Italia. In quale città gli consiglieremmo di prendere domicilio?
Viene in soccorso, al riguardo, l’annuale indagine de Il Sole 24 Ore che, in virtù di una serie di parametri, ha scelto la città ideale italiana. La più vivibile. Quella in cui la qualità della vita viene esaltata. Quella più pulita. Dove non ci si stressa in auto o alle fermate di metro e bus per tornare a casa dal lavoro.
Bene, se per il 2012 Bolzano deteneva lo scettro di migliore città del Belpaese, stavolta non ci si è allontanati di molti chilometri per incoronare il capoluogo ideale 2013. Nella particolare graduatoria ha infatti prevalso Trento, la città di lingua italiana, incastonata tra valli, montagne e ruscelli chiacchierini.
Bolzano ha comunque fatto registrare un’ ottima piazza d’onore, seguita da Bologna, Belluno e Siena. Fatti due conti, si vive dunque meglio dall’Appennino in su e la particolare classifica non deve suonare come una condanna per il Centro e il Sud d’Italia. Nulla di nuovo, verrebbe da dire, la tendenza è arcinota e non soggetta, evidentemente, a cambiamenti.
La graduatoria è stata stilata tenendo a mente alcuni parametri: il tenore complessivo di vita, gli affari e il lavoro, i servizi ambiente e salute, la popolazione, l’ordine pubblico e il tempo libero. Quasi inevitabile, sommando i fattori, che il Trentino Alto Adige abbia sbancato. Lassù, quasi ai confini con l’Austria, il tasso di disoccupazione è risibile.
Gli stipendi sono lauti. Il traffico non c’è o è comunque problema secondario. L’aria è salubre e non inquinata. Le scuole funzionano. Se devi fare in fretta un esame medico conti le ore e non le settimane come invece avviene nelle grandi città dove la sanità è concetto spesso astruso, certo non tangibile.
Aggiungete la sicurezza: scarsissima l’incidenza – a Trento, ma anche a Bolzano, regina del 2012, comunque – di furti in casa o rapine. A Roma e nel Sud, invece, inferriate alle finestre di casa, allarmi e altre diavolerie tecnologiche neppure distolgono bande di lestofanti che rapinano allegramente in case, cantine, garage, alimentando ingenti bottini settimanali. Vi chiederete, a ragione: ma in questa classifica le grandi città italiane dove sono? Milano è decima, Roma è ventesima, Torino, addirittura, cinquantaduesima.
Ben oltre la centesima posizione la provincia di Napoli, con il suo capoluogo. È l’intero Sud, peraltro, ad occupare le posizione di retrovia: basti pensare che negli ultimi venti gradini della graduatoria ci sono città siciliane, pugliesi, calabresi e campane. La conferma (ulteriore) che tra Nord e Sud – nonostante le promesse di politici bugiardi – il solco è sempre ampio, marcato e profondo.
Una curiosità, infine: Oristano, in Sardegna, ha vinto la speciale classifica dell’ordine pubblico. Era già accaduto lo scorso anno, dunque non può essere considerato ormai un caso. Ad Oristano si registra una bassissima microcriminalità, pochissime denunce di furti in casa, estorsioni e truffe. Magari per tutti gli altri parametri la città sarda arranca ma lì si potrebbe davvero pensare di ritrovare intatto il proprio portafoglio.