Allegri, Garcia, Benitez: non si scappa, il prossimo campionato di calcio di serie A premierà uno dei tre allenatori. Allegri dovrà convivere per tutta la stagione – ufficialmente al via sabato prossimo – con l’ingombrante eredità lasciata alla Juve da Antonio Conte, che ha vinto l’ultimo scudetto valicando quota cento punti, neppure pareggiando una partita casalinga, realizzando il record di reti. Tre scudetti nelle ultime tre stagioni: è stato una sorta di monopolio.
 
Allegri conosce le insidie dell’incarico: dovrà vincere subito per non alimentare oltremodo pericolosi confronti. Legittimi, d’altronde, da quando un fenomeno da panchina come Conte ha alzato bandiera bianca, rinnegando il progetto-Juve, desideroso di un club senza paletti economici, che possa spendere per acciuffare la Champions League.
 
Allegri non sconfesserà il marchio di fabbrica plasmato dal suo predecessore: conferme per il 3-5-2, nessuna rivoluzione tattica. Dovrà peraltro lavorare sulla testa del gruppo, il nuovo allenatore della Juve con un divorzio traumatico dal Milan nella scorsa stagione. Soprattutto sulla vecchia guardia, quella che ha vinto tre scudetti di fila in panciolle, demolendo gli avversari. Far tornare la fame da vittoria, non sentirsi minimamente appagati: ecco cosa Allegri chiederà alla Juve. Doti da psicologo, da motivatore più che da tecnico di calcio.
 
Ripetersi, ecco invece cosa chiederanno i tifosi della Roma (ma anche la società americana detenuta da James Pallotta) al francese Garcia. Negli occhi gli ottantacinque punti messi assieme la scorsa stagione. Il record di dieci vittorie consecutive iniziali, quelle che hanno scaraventato la Roma in vetrina, in Italia e in Europa.
 
Ripetersi – nel calcio italiano – è sempre scivoloso: figurarsi in una piazza infida come quella della Capitale, che pressa i protagonisti dal mattino alla sera, in cui decine di radio e tv locali analizzano ogni piccolo risvolto, generando talvolta polemiche senza fondamento. Garcia – che ha gia vinto uno scudetto storico in Francia, portando alla vittoria il Lille, club non abituato a primeggiare – è pronto a raccogliere la sfida: provare compiutamente a conseguire il quarto scudetto della storia romanista.
 
Per farlo dovrà necessariamente mutare alcune varianti tattiche: sono molti gli avversari che, in Italia, dalla primavera in avanti, si sono schierati a specchio alla Roma, controllando senza molti patemi le sue sfuriate.
 
Pressione a mille pure su Rafa Benitez, a Napoli. Che è un uomo grande e grosso, mestierante del pallone, avendo vinto a più latitudini e che, pertanto, se la lascia scivolare via. Dovrà però corroborare la sua tranquillità con i risultati, la migliore panacea, da sempre, per un allenatore che operi in Italia, il Paese in cui ci sono cinquanta milioni di intenditori di pallone.
 
Troppi i ventiquattro punti di distacco incassati dalla Juve, lo scorso anno. Pesano ancora, eccome, nei giudizi rivolti al tecnico spagnolo che ha potuto trascorrere uno scampolo sereno d’estate solo avendo piazzato nella bacheca azzurra la Coppa Italia.
 
Corsa a tre, Juve, Roma e Napoli per lo scudetto 2015. Troppo distanti ancora le due milanesi, la Fiorentina e la Lazio. Tre califfi per un trono: Allegri, Garcia e Conte. Vedremo alla fine del prossimo maggio chi guarderà gli altri dall’alto al basso.
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