Veneto e Friuli si contendono i natali di quel trionfo di morbida dolcezza che risponde al nome di Tiramisù. Uova, zucchero, mascarpone, savoiardi, caffè e cacao in polvere. Pochi semplici ingredienti e voilà, un dolce che non ha eguali in Italia. Nonostante i pochi decenni di storia alle spalle, è subito riuscito a sedurre il mondo intero e oggi ha persino conquistato un record. In provincia di Gorizia, per la gioia dei più golosi, è stato realizzato il più lungo Tiramisù del mondo: 266,9 metri, pari a 6mila porzioni, che lo ha fatto entrare nel Guinness dei primati.
Il dolce da passeggio preferito dagli italiani e non solo, è un trionfo di sapori delicati da gustare per strada, in pasticceria o nella tranquillità della propria dimora perchè è facilissimo da preparare. Instancabile rimedio consolatorio per le pene d’amore e allo stesso tempo apoteosi dolciaria di serate in compagnia.
Il mondo della cucina è sempre più protagonista su riviste, tra programmi e personaggi televisivi, su siti internet e blog, profili e account sui social network. Perfino il quotidiano nazionale La Repubblica ha creato la pagina Facebook specifica sui “Sapori” d’Italia. Un’autentica invasione gastronomica capace di rappresentare la cultura delle varie regioni italiane, arrivata a ideare intere giornate dedicate ad alcuni prodotti e a piatti specifici dei nostri territori, tra gli altri il latte, la nutella e la bagna cauda. Ma i dolci fanno spesso la parte del leone. In concomitanza con lo sbocciare della primavera, il 21 marzo è stato dichiarato il “Giorno del Tiramisù” con tanto di hashtag #TiramisuDay, un evento questo lanciato da Oscar Farinetti, titolare della catena Eataly, che lo ha celebrato in tutti suoi locali in 34 Paesi nel mondo (Stati Uniti, Emirati Arabi e Brasile inclusi). Una scelta che non ha fatto felici tutti, in particolare il Veneto che ne rivendica i natali.
Farinetti infatti, insieme ai giornalisti Clara e Gigi Padovani, autori del libro “Tiramisù – Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato” (Giunti editore), sostengono la tesi che i primi a realizzarlo siano stati dei pasticceri friulani, dando così vita a un’autentica “guerra del tiramisù”. Secondo quanto riportato dai Padovani, vi fu una prima ricetta con pan di Spagna al Marsala, panna montata e crema di zabaione preparata nel ristorante “Al Vetturino” di Pieris (Gorizia) dalla signora Flavia Cosolo, a cavallo tra gli anni ’40 e ’50. Pochi anni dopo, invece, fu il momento della ricetta che tutti al giorno d’oggi conoscono e assaggiano. Una prelibatezza realizzata nelle cucine dell’Hotel Roma di Tolmezzo (Udine), dove Norma Pielli preparò un dolce analogo utilizzando i savoiardi. La risposta veneta non si è fatta attendere ed è così partita la “contro-settimana del tiramisù”, sponsorizzata da Tino Vettorello, amministratore delegato (piemontese) di Eats’ Italia, nei cui store di Conegliano e Milano ha dato incarico ai propri pasticceri di “scatenare” una produzione extra del dolce da passeggio. A supporto della tesi veneta, la stessa Accademia della Cucina Italiana che pochi anni or sono depositò ufficialmente la ricetta del “Tiramesu” (poi italianizzato in tiramisù), quella preparata dalla signora Ada Campeol nel ristorante “Beccherie” di Treviso verso la fine degli anni ’60, ricetta questa riportata nel libro “La cucina trevigiana” (di Giuseppe Maffioli).
A sostegno della controparte invece, l’inserimento, la scorsa estate, del dolce nella lista dei Prodotti agroalimentari tradizionali del Friuli Venezia Giulia. In ogni caso, dice Padovani, il Tiramisù “nato nel ‘900, è una parola presente in 23 lingue ed è il dolce italiano più conosciuto al mondo”. Poi, tra i due litiganti, è arrivata la sorpresa che non ti aspetti. A Villesse, in provincia di Gorizia, è appena stato realizzato il tiramisù più lungo del mondo: ben 266,9 metri! Una misura questa che ha collocato il paese nel Guinness dei primati. I numeri per realizzarlo? Oltre 30 pasticceri ai fornelli, 400 chili di panna e altrettanto mascarpone, 48mila savoiardi, 200 chili di zucchero, 420 litri di caffè, tremila uova rigorosamente biologiche e 47 litri di marsala.
Il merito è della squadra capitanata da Mirko Ricci, già detentore di due Guinness World Record per il tiramisù più “pesante” e grande del mondo, ben 3.015 chili di dolcissimi ingredienti, e per un profiterole da 150 chili. Il suo team si è allenato per giorni per conquistare il primato. Alla fine, allineando oltre 420 teglie del cremoso dolce al caffè su una lunga tavolata, è stato battuto il precedente record di 200 metri. Il dolce è stato realizzato con 4 strati perché il regolamento impone che l’altezza minima sia di 8 cm e la larghezza di 15 cm. Per perfezionare le misure i pasticceri hanno tagliato a mano a mano 10.100 savoiardi. Dopo la spolverata finale di cacao, metro alla mano, il giudice del Guinness World Record di Londra, ha portato il Tiramisù nell’Olimpo dei record. Per chi invece si accontentasse di una porzione più piccola, questa è la ricetta del “Tiramesù” trevigiano: 12 tuorli d’uova, ½ kg di zucchero, 1 kg di mascarpone, 60 savoiardi, caffè quanto basta e cacao in polvere.
Come riportato sul sito internet del suddetto, ecco le operazioni da compiere per accedere al paradiso culinario: “Preparare il caffè e lasciarlo raffreddare in una ciotola. Montare a spuma 12 tuorli d’uova con mezzo chilo di zucchero e incorporarvi 1 kg di mascarpone ottenendo così una crema morbida. Bagnare 30 savoiardi con caffè facendo attenzione a non inzupparli troppo e disporli in fila al centro di un piatto circolare. Spalmare sui savoiardi metà della crema e poi sovrapporre un altro strato di 30 savoiardi bagnati con il caffè, quindi spalmare la superficie con la rimanente crema di mascarpone. Cospargere il mascarpone con del cacao magro setacciato e infine passare in frigo sino al momento di servire”.