Portovenere is a small, quaint village in the La Spezia province of Liguria, on the Riviera di Levante that gently arches towards Tuscany. Once a fishermen’s hamlet, it is today a popular tourist destination, often bundled in day or weekend trips with nearby Cinque Terre. Portovenere is, however, special in its own right, so much so it became part of UNESCO’s World Heritage in 1997, along with its perhaps more famous neighbors.
Its name, originally Portus Veneris, comes from the ancient presence of a temple dedicated to Venus Erycina that once stood on top of the promontory today occupied by San Pietro church. The presence of a temple devoted to the goddess of beauty so near to the sea wasn’t surprising, as it was believed she had been born from sea foam.
But Portovenere is, for many, the village of poetry, and not solely because its beauty can inspire lyrical creativity, but because it’s always been loved by artists and writers. From Percy Shelley to Lord Byron, all the way to Eugenio Montale, this village — that faces the aptly named Golfo dei Poeti — was founded in Roman times, but developed especially in the Middle Ages, when Benedictine monks made of it their home. In the 11th century, it was in the hands of the Vezzano family, but soon became part of the Republic of Genoa, as attested by the construction of a castle in 1113, just beside the already existing Church of San Pietro.
Always in the 12th century, the other village church, that of San Lorenzo as well as part of the village itself were also built. Thanks to its position, Portovenere became particularly important as a military outpost during the war between Genoa and Pisa to control the Tyrrhenian Sea. In 1494, it was attacked by the Aragonese, but Genoa rebuilt its fortifications, naming them after important saints, Saint Francis and Saint Ambrose.
When Napoleon Bonaparte conquered Northern Italy, at the very end of the 18th century, Portovenere became part of the Dipartimento del Golfo di Venere.
Portovenere’s magic and connection with art began earlier than the times of Byron and Shelley: here, in the 15th century, Simonetta Vespucci was born. Her name may say nothing to you, but you are likely to be very familiar with her features, as she was Sandro Botticelli’s muse. And because of the connection between the village and the goddess Venus, many believe that Botticelli was inspired by the sea in front of Portovenere when it came to painting his famous “Birth of Venus.”
Eugenio Montale celebrated Portovenere in an eponymous poem, in which the village becomes a timeless place, where land and sea merge into one another, while the line between myth and reality, past and future, poetry and life disappear:
There — comes Triton
from the waves that lap
the threshold of a Christian
temple, and every near hour
is ancient. Every doubt
takes you by hand
as if by a young girl friend.
There — no one’s eyes
nor ears are bent on self.
Here — you are at the origins
and deciding is foolish:
re-begin later to assume a nature.
Before Nobel Prize Montale, other poets loved Portovenere, George Byron, and Percy Shelley — along with his famous wife Mary, author of Frankenstein — in primis. For them, well-to-do artists coming from the British high bourgeoisie, the Italian Riviera was part of the Grand Tour that brought so many of their generation to the continent in search of inspiration. But the Riviera di Levante is perhaps the most precious to them, along with Nice and her Côte d’Azur, their presence still felt and sensed through buildings, street names, and atmosphere in many villages in these areas.
While in Portovenere, it’s easy to understand why it attracted artists so much. Besides the breathtaking beauty of its sea and landscape, the village itself is dreamy, with its medieval churches and the Doria Castle, but especially with its narrow alleys and colorful homes along the seaside, so typical of Liguria. It’s easy to imagine the melancholic, troubled, romantic Byron walking along its streets at dusk or intently observing the horizon melting into the sea from the promontory. The connection between the British poet and war hero and Portovenere is found also in a special place named after him, the grotta di Byron, Byron’s grotto. Officially known as Cala dell’Arpaia, it is believed Byron would come here to find inspiration for his poetry, when so inclined.
From its location to its name, from its connection to the goddess of beauty and love, all the way to Botticelli’s muse and to the most gifted quills of the past 300 years, Portovenere should be considered more than a tourist destination: it’s a place of quiet and serenity, of delicate beauty where connecting with nature is simple and seeing beyond the veil of reality possible, if we only take the time to sit down and look.
Portovenere è un piccolo e caratteristico villaggio nella provincia di La Spezia, in Liguria, sulla Riviera di Levante che s’inarca dolcemente verso la Toscana. Una volta borgo di pescatori, oggi è una popolare destinazione turistica, spesso inserita in tour di un giorno o di un weekend con le vicine Cinque Terre. Portovenere è comunque speciale di per sé, tanto da essere entrata a far parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1997, insieme ai suoi vicini forse più famosi.
Il suo nome, originariamente Portus Veneris, deriva dall’antica presenza di un tempio dedicato a Venere Erycina che un tempo sorgeva in cima al promontorio oggi occupato dalla chiesa di San Pietro. La presenza di un tempio dedicato alla dea della bellezza così vicino al mare non sorprendeva, visto che si credeva fosse nata dalla schiuma del mare.
Ma Portovenere è, per molti, il paese della poesia, e non solo perché la sua bellezza può ispirare la creatività lirica, ma perché è sempre stato amato da artisti e scrittori. Da Percy Shelley a Lord Byron, fino a Eugenio Montale, questo villaggio – che si affaccia sul Golfo dei Poeti – fu fondato in epoca romana, ma si sviluppò soprattutto nel Medioevo, quando i monaci benedettini ne fecero la loro casa. Nell’XI secolo era in mano alla famiglia Vezzano, ma ben presto divenne parte della Repubblica di Genova, come attesta la costruzione di un castello nel 1113, proprio accanto alla già esistente Chiesa di San Pietro.
Sempre nel XII secolo, fu costruita anche l’altra chiesa del villaggio, quella di San Lorenzo, quale parte del villaggio. Grazie alla sua posizione, Portovenere divenne particolarmente importante come avamposto militare durante la guerra tra Genova e Pisa per il controllo del Mar Tirreno. Nel 1494 fu attaccata dagli Aragonesi, ma Genova ne ricostruì le fortificazioni, intitolandole a importanti santi, San Francesco e Sant’Ambrogio.
Quando Napoleone Bonaparte conquistò il Nord Italia, alla fine del XVIII secolo, Portovenere divenne parte del Dipartimento del Golfo di Venere.
La magia e il legame di Portovenere con l’arte iniziano prima dei tempi di Byron e Shelley: qui, nel XV secolo, nacque Simonetta Vespucci. Il suo nome può non dirvi nulla, ma è probabile che conosciate bene i suoi lineamenti, dato che fu la musa di Sandro Botticelli. E a causa del legame tra il villaggio e la dea Venere, molti credono che Botticelli sia stato ispirato dal mare di fronte a Portovenere quando si trattò di dipingere la sua famosa “Nascita di Venere”.
Eugenio Montale ha celebrato Portovenere in una poesia omonima, in cui il villaggio diventa un luogo senza tempo, dove terra e mare si fondono l’uno nell’altro, mentre il confine tra mito e realtà, passato e futuro, poesia e vita scompare:
Là fuoresce il tritone
dai flutti che lambiscono
le soglie d’un cristiano
tempio, ed ogni ora prossima
è antica. Ogni dubbiezza
si conduce per mano
come una fanciulletta amica.
Là non è chi si guardi
o stia di sé in ascolto.
Quivi sei alle origini
e decidere è stolto:
ripartirai più tardi
per assumere un volto.
Prima del premio Nobel Montale, altri poeti amavano Portovenere, George Byron e Percy Shelley – insieme alla sua famosa moglie Mary, autrice di Frankenstein – in primis. Per loro, artisti benestanti provenienti dall’alta borghesia britannica, la Riviera italiana faceva parte del Grand Tour che portava tanti della loro generazione nel continente in cerca di ispirazione. Ma la Riviera di Levante è forse la più preziosa per loro, insieme a Nizza e alla sua Costa Azzurra, la cui presenza è ancora sentita e percepita attraverso gli edifici, i nomi delle strade e l’atmosfera di molti villaggi in queste zone.
Mentre si è a Portovenere, è facile capire perché ha attratto così tanto gli artisti. Oltre alla bellezza mozzafiato del suo mare e del paesaggio, il paese stesso è da sogno, con le sue chiese medievali e il Castello dei Doria, ma soprattutto con i vicoli stretti e le case colorate lungo il mare, così tipiche della Liguria. È facile immaginare il malinconico, inquieto e romantico Byron che passeggia per le sue strade al tramonto o che osserva intensamente l’orizzonte che si scioglie nel mare dal promontorio. In effetti, il legame tra il poeta ed eroe di guerra britannico e Portovenere si ritrova anche in un luogo speciale che porta il suo nome, la grotta di Byron. Ufficialmente conosciuta come Cala dell’Arpaia, si crede che Byron venisse qui a trovare ispirazione per le sue poesie, quando ne aveva voglia.
Dalla sua posizione al suo nome, dal suo legame con la dea della bellezza e dell’amore, fino alla musa di Botticelli e alle più dotate penne degli ultimi 300 anni, Portovenere dovrebbe essere considerata più di una destinazione turistica: è un luogo di quiete e serenità, di delicata bellezza dove connettersi con la natura è semplice e vedere oltre il velo della realtà è possibile, se solo ci concediamo il tempo di sederci a guardare.
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