Dopo l’esultanza per aver scalzato dal Campidoglio Gianni Alemanno arriva – come in tutte le cose – il momento delle prime decisioni. “Entro una settimana varerò la nuova Giunta Comunale, mi piacerebbe che il mio vice fosse donna”: così ha tuonato il nuovo Sindaco di Roma, Ignazio Marino, classe ’55, genovese di nascita ma cosmopolita nell’animo, Senatore del Partito Democratico dal 2006 fino a pochi mesi fa, ex-epatologo e chirurgo, un amore sconfinato per gli Stati Uniti. Fu lui, anni fa, inserito nell’equipe medica che materializzò il prodigio, a contribuire al primo trapianto di fegato da un babbuino in un uomo.
 
Vincitore di una tornata elettorale assolutamente anomala e irripetibile, in cui nemmeno un romano su due – conti alla mano – si è recato a votare, Ignazio Marino si trova a far fronte a una città in difficoltà. Lui, il nuovo Sindaco, come prima attività, ha deciso di far montare la rastrelliera per la sua bicicletta proprio sotto i gradini che conducono al Campidoglio, dove, dal terrazzo, sembra di toccare con mano i Fori Imperiali.
 
Da casa – non distante dal nuovo luogo di lavoro – Marino ha infatti inforcato i pedali, sedendosi sul sellino, lasciando l’auto blu, dando insomma il primo esempio di quella che vorrebbe essere la sua legislatura. Vivere Roma non più dentro l’abitacolo di un’ autovettura, ma sfruttando, se possibile, altri mezzi di locomozione.
 
“Assumerò più autisti di autobus”, ha chiarito nelle prime interviste il nuovo Sindaco che, da metà agosto, vorrebbe poi pedonalizzare – togliendone l’uso ad autovetture private e autobus – i quattrocento metri che collegano via Cavour al Colosseo, rispettando monumenti antichissimi, che rischiano sempre il degrado a causa dello smog e dell’oltraggio acustico.
 
Ma le emergenze di Roma sono anche (purtroppo) altre e Marino, avendo messo in piedi una campagna elettorale “porta a porta”, recandosi spesso in periferia, lo sa bene. I rifiuti, ad esempio: entro poche settimane occorrerà decidere dove fare la nuova discarica, dal momento che quella di Malagrotta non ce la fa più a sostenere il peso di tonnellate giornaliere. E poi il problema della legalità, della sicurezza, dell’invasione dei rom, delle case illegittimamente occupate. Una città, insomma, sull’orlo del precipizio, economico e sociale.
 
A corredo delle prime, improcrastinabili decisioni, Marino ha in animo anche di rivitalizzare l’aspetto culturale della città che poi dovrebbe essere sempre l’indiscusso volano della Capitale, una delle più amate dai turisti. Verranno insomma rilanciati gli investimenti sulla cultura, sulle biblioteche, anche in periferia. Contribuendo ad allestire mostre e approfondimenti.
 
Palliativi, ha già rincarato l’opposizione. Oggettivamente occorrerà un anno buono per giudicare Marino e la sua nuova Giunta. Alle idee (oltre che a una stima del budget economico a disposizione) dovranno seguire i fatti. Criticare prima sarebbe francamente un esercizio sterile.
 

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