Calabria is known for many reasons: its history and natural beauty, but also its food and the fertility of its soil. Some of the fruits traditionally associated with the region, including those we’re about to discover, developed almost a cult status not only in the kitchen, but also in the fascinating and somehow magical world of perfume making.
Thanks to a quintessentially Mediterranean climate, Calabria is a perfect place to grow citrus fruit and it doesn’t surprise to know the region is one of Italy largest producers, with about 25% of our oranges, lemons and mandarins hailing from there. But if you walk through the Calabrese countryside in a warm, balmy afternoon, other zesty scents will tickle your senses, because Calabria is known also for its production of — and love for — two other citrus varieties, bergamot and cedar.
The citrus bergamia, or bergamot, is one of the region’s symbols, as it produces 90% of the bergamots in the world: it’s not surprising that we call it Calabria’s green gold in Italy. Little known but incredibly versatile, bergamot has important curative and organoleptic characteristics and it’s used especially in cosmesis, as its fresh, clean notes help setting other essences, exalting their uniqueness.
We don’t really know much about bergamot, though, at least when it comes to its origins. Some believe it is the result of the spontaneous genetic mutation of other citrus species like lemon, lime or bitter orange, while others think it was imported to Italy from the Canary Islands by Cristopher Columbus, no less.
Different sources mention China, Greece and the Spanish city of Berga, while a curious legend says that, once upon a time, a Moor from Spain sold a single branch of a bergamot tree for 18 gold coins to the Valentinos of Reggio Calabria. Back home, they planted it in their garden, starting up the amazing love story between the region and this fragrant fruit.
Nicola Parisi began the intensive farming of bergamot in 1750, along the coast of the Reggio Calabria province, which remains still today the greatest producer of the fruit. In 2001, Calabrese bergamot obtained the EU DOP label (protected origin denomination).
Considering this citrus fruit is commonly used in both food and cosmetics making, you may wonder whether you have ever come across it. Well, you most certainly did, as bergamot is used to scent Earl Grey Tea, and its peel is often an ingredient in artisanal gelato or cookies. Bergamot candies are also popular and are, in fact, a traditional product of the French city of Nancy. But while used quite often by our cousins on the other side of the Alps, bergamot remains a cultivation typical of Calabria only: while it is grown also in other parts of the world, like Brasil, Cote d’Ivoire and Morocco, the quantity and quality of these fruits is far from that of their Calabrese counterpart.
Bergamot, however, is perhaps better known for being one of the most ubiquitous ingredients in perfume making, and one of the most ancient, along with rose, lavender and frangipane.
Calabrese bergamot is not the only special citrus of the region, as cedar is just as symbolic of the beauty and essence of this area. Just like lemon and oranges, cedar is typical of the whole Mediterranean basin; in Calabria, it’s mostly grown along the Riviera dei Cedri, or cedars’ riviera. This relatively large citrus fruit has very ancient origins, which can be traced back to the Bible, where it’s mentioned around 70 times: here, it is often described as the most beautiful fruit, and it has even been associated with the infamous one Adam and Eve ate without permission at the beginning of times.
Because of its heavy presence in the Old Testament, it doesn’t surprise that rabbis from around the world travel to Calabria, more precisely to Santa Maria del Cedro, every year between July and August to select and collect the best fruits for the Sukkoth.
And if you think picking cedars may be a relaxing experience, a bit like apple picking in the fall, think again. Cedar trees are short and their branches covered with sharp thorns, so you have to kneel down to pick them and are always at risk of cutting yourself. The bounty you obtain is well worth it, though. Cedars are used to make jams and delicious chutneys to enjoy with both fish and meat. Larger fruits can be sliced and eaten with olive oil, salt and pepper and, in Calabria, cedar leaves are often cooked, then filled with sultanas and chopped candied peels: a truly delicious treat.
Cedars are also cultivated in other areas, in particular Provence, in the South of France, and Greece, but the varieties are different from those typical of Calabria.
La Calabria è conosciuta per molte ragioni: la sua storia e la sua bellezza naturale, ma anche il suo cibo e la fertilità della sua terra. Alcuni dei frutti tradizionalmente associati alla regione, compresi quelli che stiamo per scoprire, hanno sviluppato quasi uno status di culto non solo in cucina, ma anche nell’affascinante e in qualche modo magico mondo della profumeria.
Grazie a un clima tipicamente mediterraneo, la Calabria è un luogo perfetto per coltivare agrumi e non sorprende sapere che la regione è uno dei maggiori produttori italiani, con circa il 25% delle nostre arance, limoni e mandarini che provengono da lì. Ma se passeggiate per la campagna calabrese in un pomeriggio caldo e mite, altri profumi aciduli solleticheranno i vostri sensi, perché la Calabria è nota anche per la sua produzione – e l’amore per – altre due varietà di agrumi: il bergamotto e il cedro.
Il citrus bergamia, o bergamotto, è uno dei simboli della regione, dato che produce il 90% dei bergamotti nel mondo: non sorprende che in Italia lo chiamiamo l’oro verde della Calabria. Poco conosciuto ma incredibilmente versatile, il bergamotto ha importanti caratteristiche curative e organolettiche e viene utilizzato soprattutto nella cosmesi, poiché le sue note fresche e pulite aiutano a incastonare le altre essenze, esaltandone l’unicità.
Non si sa molto sul bergamotto, però, almeno per quanto riguarda le sue origini. Alcuni credono che sia il risultato della mutazione genetica spontanea di altre specie di agrumi come il limone, il lime o l’arancio amaro, mentre altri pensano che sia stato importato in Italia dalle Isole Canarie niente meno che da Cristoforo Colombo.
Diverse fonti citano la Cina, la Grecia e la città spagnola di Berga, mentre una curiosa leggenda dice che, una volta, un moro di Spagna vendette un singolo ramo di un albero di bergamotto per 18 monete d’oro ai Valentino di Reggio Calabria. Tornati a casa, lo piantarono nel loro giardino, dando inizio all’incredibile storia d’amore tra la regione e questo frutto profumato.
Nicola Parisi iniziò la coltivazione intensiva del bergamotto nel 1750, lungo la costa della provincia di Reggio Calabria, che rimane ancora oggi il maggior produttore del frutto. Nel 2001 il bergamotto calabrese ha ottenuto il marchio DOP (denominazione di origine protetta) dell’UE.
Considerando che questo agrume è comunemente usato sia nella produzione di alimenti che di cosmetici, vi chiederete se vi siete mai imbattuti in esso. Ebbene, l’avete sicuramente fatto, dato che il bergamotto è usato per profumare l’Earl Grey Tea, e la sua buccia è spesso un ingrediente del gelato artigianale o dei biscotti. Anche le caramelle al bergamotto sono popolari e sono un prodotto tradizionale della città francese di Nancy. Ma pur essendo usato abbastanza spesso dai nostri cugini d’oltralpe, il bergamotto rimane una coltivazione tipica solo della Calabria: pur essendo coltivato anche in altre parti del mondo, come Brasile, Costa d’Avorio e Marocco, la quantità e la qualità di questi frutti è ben lontana da quella della loro controparte calabrese.
Il bergamotto, però, è forse più conosciuto per essere uno degli ingredienti più onnipresenti nella profumeria, e uno dei più antichi, insieme alla rosa, alla lavanda e al frangipane.
Il bergamotto calabrese non è l’unico agrume speciale della regione, poiché il cedro è altrettanto simbolico della bellezza e dell’essenza di questa zona. Come il limone e le arance, il cedro è tipico di tutto il bacino del Mediterraneo; in Calabria è coltivato soprattutto lungo la Riviera dei Cedri. Questo agrume relativamente grande ha origini molto antiche, che si possono far risalire alla Bibbia, dove viene menzionato circa 70 volte: qui viene spesso descritto come il frutto più bello, ed è stato addirittura associato a quello famigerato che mangiarono Adamo ed Eva senza permesso all’inizio dei tempi.
A causa della sua importante presenza nell’Antico Testamento, non sorprende che i rabbini di tutto il mondo si rechino in Calabria, più precisamente a Santa Maria del Cedro, ogni anno tra luglio e agosto per selezionare e raccogliere i frutti migliori per il Sukkoth.
E se pensate che raccogliere i cedri possa essere un’esperienza rilassante, un po’ come la raccolta delle mele in autunno, ripensateci. Gli alberi di cedro sono corti e i loro rami sono coperti di spine taglienti, quindi bisogna inginocchiarsi per raccoglierli e si rischia sempre di tagliarsi. Ma la ricompensa che si ottiene vale la pena. I cedri sono usati per fare marmellate e deliziosi chutney da gustare sia con il pesce che con la carne. I frutti più grandi possono essere affettati e mangiati con olio d’oliva, sale e pepe e, in Calabria, le foglie di cedro sono spesso cotte, poi riempite con uva sultanina e bucce candite tritate: un’assoluta delizia.
I cedri sono coltivati anche in altre zone, in particolare in Provenza, nel sud della Francia, e in Grecia, ma le varietà sono diverse da quelle tipiche della Calabria.
Unlike many news organizations, instead of putting up a paywall we have eliminated it – we want to keep our coverage of all things Italian as open as we can for anyone to read and most importantly share our love with you about the Bel Paese. Every contribution we receive from readers like you, big or small, goes directly into funding our mission.
If you’re able to, please support L’Italo Americano today from as little as $1.