Torna in Italia la splendida “Testa di Ade”, opera di eccezionale valore artistico trafugata nella zona di Enna, in Sicilia, alla fine degli anni ’70. Esportata illegalmente negli Stati Uniti è stata venduta al Getty Museum nel 1985 per 500mila dollari dal collezionista di New York Maurice Tempelsman.
A rendere possibile la restituzione l’efficace collaborazione tra il Consolato generale italiano a Los Angeles, la procura di Enna e l’arma dei Carabinieri con il John Paul Getty Museum. “Dobbiamo soprattutto all’impegno e alla competenza degli archeologi italiani se da un ricciolo di ceramica blu ritrovato tra i resti degli scavi di frodo a San Francesco Bisconti si è potuta accertare la provenienza della testa dello stesso caratteristico colore custodita al Getty”, ha sottolineato il Console generale, Antonio Verde.
Da parte sua, il sostituto procuratore della Repubblica, Francesco Rio, autore nel 2014 della rogatoria internazionale che ha posto le basi per la restituzione, ha messo l’accento sull’accurato lavoro svolto dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, diretto dal Maggiore Luigi Mancuso ed espresso apprezzamento per l’immediata disponibilità offerta dall’importante museo californiano.
Il Getty ha consentito la comparazione con la Testa di Ade del primo ricciolo, e poi di altri tre ritrovati grazie al Museo Archeologico di Aidone (Enna).
La “Testa di Ade” tornerà nella sua terra di origine e sarà ospitata nel museo ennese di Aidone, poco lontano dal Santuario di San Francesco Bisconti di Morgantina, da dove fu trafugata.
Raro e pregiato, il reperto è un unicum nel suo genere, sia per il tipo di materiale utilizzato, assai fragile, che per le consistenti tracce di policromia, rosso mattone nei capelli e blu nella barba, che le valsero proprio il soprannome di Barbablú. La testa in terracotta, di epoca ellenistica, di grandezza leggermente maggiore del naturale, rappresenta probabilmente il greco Ade, divinità legata al culto di Demetra e Kore, particolarmente presente nell’interno della Sicilia.
Il governo italiano ha già recupera altre opere rubate e poi acquistate, senza conoscerne l’origine, dal museo di Los Angeles. Nel 2011 il Getty di Malibu ha restituito “La Venere Morgantina” sempre proveniente dagli scavi archeologici siciliani di Enna.