(Ph TheDigitalWay da Pixabay)

E’ uscito in primavera il nuovo romanzo di Francesco Testa “Indelebile come un tatuaggio” (Graus Edizioni, Napoli, 2019), ma già raccoglie oltre ai consensi dei lettori quelli della critica, come testimoniano i riconoscimenti nel campo della narrativa che all’autore sono stati conferiti per quest’opera, dapprima a Vietri con il Premio Letterario internazionale “Borgo Albori” 2019, poi a Spoleto con il Premio internazionale per la Letteratura al “Menotti Art Festival”, infine a Napoli al XXVIII Premio letterario nazionale Megaris. Un romanzo drammatico e intenso, “Indelebile come un tatuaggio”, ma a tratti anche leggero e persino comico, che si legge tutto d’un fiato nelle sue 216 pagine, per la scrittura di qualità e per la storia coinvolgente del racconto.

E’ la storia di Davide Festa, che tutti chiamano Uccio, che fugge da Istria negli anni Cinquanta. Uccio è soltanto un bambino quando la sua famiglia, spaventata dagli ultimi rivolgimenti politici, scappa dalla natia Istria per trasferirsi a Napoli. Da quel momento vedrà ingiustizie e verità nascoste che gli resteranno impresse nel corpo e nella mente. Conoscerà la cattiveria dell’accoglienza rifiutata. E del pregiudizio, nella stazione di Bologna. Sperimenterà povertà e precarietà in una casa di ringhiera. La curiosità lo spingerà a esplorare la sua nuova patria; dalla Chiesa delle capuzzelle alla Basilica di Santa Chiara, dai vicoli dei Tribunali fino alla spiaggia di Coroglio. La sua è una Napoli viva, pulsante e chiaroscurale, in cui la crudeltà della criminalità organizzata è bilanciata dall’infinita generosità degli ultimi. Femminielli e prostitute, con la loro partecipazione, ad esempio, alle Quattro Giornate di Napoli, sono, infatti, tra le figure ispiratrici di Uccio, che riesce a vederle in tutta la loro umanità.

A fargli da mentore è un ex soldato americano, John Smith, costretto a nascondersi dopo aver disertato.Lo spingerà a vedere oltre le apparenze e a credere in valori autentici. Il viaggio di Uccio è un viaggio alla scoperta di sé, un viaggio che fa del confronto con l’Altro, il suo principale motore. Soltanto ascoltando il diverso e accettandolo senza giudicarlo Uccio, infatti, potrà capire il proprio cuore e accoglierne le direttive, liberandosi da egoismo e vanità. Il suo non sarà però un percorso facile; egli dovrà, infatti, assistere a scene dal forte impatto visivo ed emotivo, legate al sesso tra diseredati, agli effetti dell’emarginazione sociale e alla più cupa sofferenza umana. Fondamentali si riveleranno poi gli incontri con Tommaso, ragazzo nero figlio della guerra, e Anna, ex prostituta e attuale compagna di John, donna di rara bontà.

Grazie a loro Uccio riuscirà a fronteggiare ogni avversità, arrivando a comprendere come l’amicizia e l’amore possano cambiare un’esistenza. Di questi sentimenti il ragazzo riconoscerà fin da subito la valenza universale, battendosi contro chiunque voglia considerarli appannaggio di una specifica razza, religione o orientamento sessuale. L’amore, però, da ancora di salvezza può trasformarsi rapidamente in condanna. La traumatica rottura con Elvira, la sua prima ragazza, la triste morte di John e l’ingiusta incarcerazione di Tommaso, rappresentano altrettanti momenti di crisi per Uccio, momenti in cui i suoi sentimenti gli si rivoltano contro facendolo sprofondare nella disperazione.

Nel pieno della crisi Uccio incontrerà però Don Gino, un prete semplice che ha dedicato la sua intera esistenza all’Altro, il cui esempio gli permetterà di riscoprire Dio e di riconciliarsi con il mondo. Ogni sofferenza verrà vista da una nuova prospettiva, diventando per lui un tesoro da custodire, in quanto parte fondante della sua persona. Senza dolore non si può veramente crescere e tutto il dolore di Uccio è destinato a trasformarsi in un amore senza fine e totalmente disinteressato. Un amore per l’Altro che, indirettamente, è anche amore per se stessi. La storia di Uccio, dunque, non è soltanto la storia di un uomo, ma la storia della parte migliore dell’umanità, delle sue qualità e del suo periglioso cammino.

“[…] La capacità di mostrare la realtà così com’è – scrive tra l’altro in prefazione Silvio Mastrocola, docente presso la Facoltà di Teologia dell’Università Suor Orsola Benincasa –, senza applicare alcun filtro e fuggendo da qualsivoglia idealizzazione, è uno dei punti di forza della scrittura di Francesco Testa che non ha paura di raccontare incredibili e pericolosi mondi sommersi. L’autore, infatti, non distoglie il proprio sguardo di fronte a verità scomode, esplorando senza remore ogni aspetto dell’esistenza. Di conseguenza, nelle sue pagine un sentimento come l’amore riveste importanza capitale, venendo posto sotto un’immaginaria lente che consente di rivelarne le molteplici sfumature, dall’infatuazione adolescenziale all’amore genitoriale o amicale. Il ruolo dell’amore è, però, ambivalente: se esso è diretto verso la persona sbagliata o intralciato dalle circostanze, da occasione di riscatto può rapidamente divenire fonte di una profonda sofferenza. […]

Nonostante la grande densità di contenuti, lo stile di Francesco Testa riesce a mantenersi vivace e dinamico, crescendo insieme al protagonista, ai cui processi mentali appare strettamente correlato. […] In conclusione, Indelebile come un tatuaggio riesce perfettamente nell’intento di riportare alla vita e all’attenzione del lettore contemporaneo un mondo in parte scomparso e in parte mutato per sempre. Esso si rivela romanzo drammatico e intenso, ma a tratti anche leggero e perfino comico; un esempio della bellezza vera, in grado di riportare i lettori più avanti negli anni ai giorni della propria infanzia, inducendoli, al contempo, a rendersi conto di quante bazzecole e piccinerie li distraggano ogni giorno dalle cose veramente importanti. Una presa di coscienza necessaria per superare i propri limiti e trovare il coraggio di essere realmente felici.”

La storia di Uccio è il viaggio di un’anima che, attraverso gioie e dolori, impara il vero valore dell’amicizia, dell’amore e della compassione, riuscendo infine a trovare la pace. Il ricordo di ciò che ha vissuto resterà però sempre vivido sulla sua pelle, appunto indelebile come un tatuaggio. La rara capacità d’introspezione dell’animo umano di Francesco Testa, esercitata in anni di attività di psicologo e psicoterapeuta, fanno di questo romanzo una storia viva, autentica e coinvolgente, ciascuno potendovi ritrovare una parte di sé, ma soprattutto è testimonianza di valori veri che emergono forti anche alla prova di disagio e della sofferenza, disegnando i tratti di una umanità che fortunatamente non perde i tratti della condivisione, della solidarietà, della fraternità e dell’amore. Un romanzo, dunque, che è bello da leggere ma che è anche capace di arricchirci dentro.

L’AUTORE – Francesco Testa è nato ad Udine, vive e lavora a Napoli. Psicologo e psicoterapeuta, è laureato in Economia aziendale e in Sociologia con lode, H.C. di Doctor of Health Management Engeneering presso la Constantinian University (State di Rhode Island, USA). Top manager di primari gruppi industriali e Direttore Generale di aziende sanitarie e ospedaliere. Presidente dell’Azienda Soggiorno e Turismo di Paestum. Giornalista pubblicista e Revisore legale. Docente di Economia sanitaria. Insignito delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (OMRI), di Cavaliere, Commendatore e Grand’Ufficiale. Per il suo impegno sociale a favore delle persone sofferenti o svantaggiate è stato anche insignito, dalla Città del Vaticano, delle onorificenze di Cavaliere e Commendatore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. È accademico effettivo dell’Accademia Teatina per le Scienze e Academicum Ordinarium Nobilis Sanctae Theodorae Imperatris (USA). Tra le sue pubblicazioni si citano Qualità in Sanità – Strumenti e strategie di sistema (Edizioni G. Laterza, Bari, 2001); Controllo e programmazione delle aziende sanitarie (Edizioni G. Laterza, Bari, 2001); L’ignorante è schiavo (Graus, Napoli 2010). Nel 2015 inizia una intensa e proficua collaborazione con Giulia Fera, che porta alla pubblicazione dei romanzi Il canto nel vento. Un sentiero di crescita (Graus, Napoli, 2015), Aironi di carta (Graus, 2017) e Veleni & Verità (Graus, 2018).

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