Dieci lunghissimi interminabili secondi. Una scossa paurosa di magnitudo 6.0 ha sbriciolato interi paesi nel cuore dell’Italia Centrale. Vista dall’alto Amatrice, 2 650 abitanti nella provincia di Rieti nel Lazio, è un paese sbriciolato. Il terremoto ha colpito alle 3.36 del mattino come nella vicina L’Aquila dove, solo dopo 7 anni, 4 mesi e 18 giorni si comincia a vedere una città che rinasce (nel capoluogo abruzzese la scossa più forte del 6 aprile 2009 fu di magnitudo 6.3).
Oltre 70 le vittime estratte dalle macerie 14 ore dopo la tragedia che ha fatto qualche centinaio di feriti e un numero imprecisato di dispersi. A quasi 24 ore sono salite a 160 senza poter purtroppo essere cifre definitive. I soccorsi partiti dalle regioni vicine hanno lavorato senza tregua ma ci vorranno giorni, ha subito detto la Protezione Civile nazionale, perchè si possa considerare terminata l’emergenza.
La scossa più forte, appena 4 km di profondità, ha avuto come epicentro Accumoli, 667 abitanti. Una seconda di magnitudo 5.4 è stata registrata alle 4.33 con epicentro tra Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata). Un’altra forte scossa è stata avvertita nel pomeriggio ad Arquata e Pescara del Tronto, che appare ora rasa al suolo. Dai Comuni più colpiti di Lazio, Umbria e Marche continuano ad arrivare notizie di dispersi anche perchè lo sciame sismico ha già fatto registrare più di 200 scosse. E gli esperti non ne escludono altre di forte intensità.