Gran Teatro Parco delle Arti: L’Aquila torna in scena aspettando nuovi cantieri 

A Monticchio, oltre i campi sportivi,  in una zona che fino a tempi recenti era aperta campagna, sorge oggi il Gran Teatro Parco delle Arti, per volontà ed opera di Manuele Morgese, finora animatore del Teatro Zeta, da molti anni attivo con una stagione teatrale ed una scuola di teatro in un tendone posto su una collina alla periferia della città. Questa nuova opera è destinata alla pratica di tutte le arti: teatro, musica, danza.

Stato, Chiesa e Comune presenti all’inaugurazione di questo spazio: l’ex sottosegretario Gianni Letta, il Ministro Barca, Mons. D’Ercole, il Sindaco Massimo Cialente, l’Assessore alla cultura Stefania Pezzopane  e Goffredo Palmerini, membro del Cram (Consiglio regionale degli abruzzesi nel mondo e collaboratore de L’Italo Americano), sono intervenuti alla manifestazione.
 
Il Teatro rappresentato a livello più alto, presente il drammaturgo, nato a L’Aquila, Mario Fratti, e volato da New York per donarci generosamente ancora una volta la sua intelligenza illuminante e brillante, il suo tenace ottimismo e la sua arte pluripremiata. 
 
Questo teatro si presenta come uno spazio ampio e confortevole, se considerata la misura di spazi analoghi in città, circa trecento poltrone, progettato e realizzato per fare spettacoli. Tutti concordi nel considerarlo un eccellente contributo alla rinascita della città dell’Aquila, diversa da quella che fu, che  estende il territorio  con realtà importanti, oltre le antiche mura, oltre la immediata periferia. 
 
La realizzazione di questo nuovo spazio segna una differenza netta con altre tendenze culturali presenti in città. Ad esempio,  ricordo il seguitissimo Festival Pietre che Cantano, che d’estate unisce musica ed architettura,  presentando musiche del patrimonio culturale europeo, eseguite da interpreti  notissimi nel mondo, in edifici antichi esistenti nel territorio circostante la città, spesso abbandonati.
 
 L’insieme di iniziative tanto diverse fra loro dimostra la presenza di un fitto intreccio di correnti culturali attive ed operose.  È il ricco humus da cui è nata l’idea  della partecipazione della città al concorso per Capitale  Europea della Cultura 2019.  Meta ambiziosa per il futuro, stimolante per il presente poiché la partecipazione a questo concorso mette alla prova la capacità progettuale delle migliori forze professionali della città.
 
 Ben venga, dunque,  questo  nuovo gioiello ad arricchire città e cittadini. Dopo le novità, un doveroso pensiero al centro storico ancora abitato da pochi, frequentato  nei giorni feriali da qualche passante e cani senza padrone. E’ consolante, tuttavia, il fatto che ogni giorno nascano nuovi cantieri. 
 
C’è in funzione anche il cantiere del Teatro Comunale, dopo il sisma si vedeva il cielo oltre i finestroni della sala soprastante la platea ed il palcoscenico. Ora c’è un cantiere all’opera. Restauri in corso, fine dei lavori prevista ed annunciata in tempi non troppo lunghi. Dunque, si farà presto un’altra bella inaugurazione, magari con una messa in scena di Nine, il famoso musical composto su testo di Mario Fratti.
 
 Negli Usa, l’ultima edizione, quella con Antonio Banderas, era grandiosa, spettacolare. Nella versione cinematografica attori ed artisti di grido, compresa Sofia Loren, nel ruolo della madre del protagonista. Sul palcoscenico abruzzese, di dimensioni non tanto grandi, si può fare una produzione dignitosa ed efficace, non sono strettamente necessarie costose grandiosità spettacolari, bastano dei bravi cantanti che sappiano muoversi sul palcoscenico, ed una buona orchestra. 
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