Una trentina di scenografiche “mise en place”  compongono la mostra “Appunti di stile dell’Italia a Tavola”, al museo Bardini di Firenze fino al 30 maggio. 
È una testimonianza dello stile italiano a tavola, con suggestivi scorci di interni familiari d’eccezione. La mostra è curata da Anna Lapini e Anna Maria Tossani ed è dedicata all’arte del ricevere declinata attraverso i secoli, le abitudini familiari e il design. “Ridare valore all’ospitalità e all’arte di ricevere, in casa come in un locale pubblico – dichiara il direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini – è un modo per rafforzare lo stile di vita italiano. In questa logica la tavola ha da sempre un ruolo centrale perché sintetizza cultura e professioni. Dagli artigiani agli artisti, dai cuochi ai produttori di vino, dagli agricoltori ai fornitori di servizi, tutti concorrono con il loro lavoro a dare un senso alla tavola. 
 
Nel mondo, la tavola italiana è sinonimo di qualità, benessere e buongusto. In pratica è un simbolo di stile che si pone in alternativa alla globalizzazione che banalizza cibo, arredamento e piacere. Come non portare quindi – continua Alberto Lupini – delle splendide tavole in mezzo alle magnifiche opere d’arte del museo Bardini di Firenze? Entrambe sono frutto della cultura e della storia italiana. 
 
Parte da qui la sfida che abbiamo lanciato – spiega Lupini – perché dalla storia delle tavole imbandite possa sbocciare un nuovo Rinascimento dello stile che faccia da supporto ad una migliore qualità della vita e una crescita del turismo. Uno stile che non è solo legato alla ricchezza, ma che va declinato ad ogni livello puntando sulla semplicità, contro ogni volgarità”. 
 
Due i filoni narrativi del percorso espositivo. Uno propone un excursus storico fra arredi e servizi di sala ed è realizzato con il prezioso contributo di storiche famiglie toscane. L’altro offre invece una ricca prospettiva sui legami tra funzionalità e design nell’arco dell’ultimo secolo, passati in rassegna attraverso 22 apparecchiature disposte su una tavola di sei metri, ma idealmente “lunga cento anni”, dove trovano spazio oggetti di aziende leader, italiane e non, che ancora oggi sono icone di riferimento. 
 
Nella sua parte più storica, la mostra dispiega alcune apparecchiature di famiglie nobili e famose della Toscana, pensate per celebrare un momento particolare della vita familiare: dalla cena di fine vendemmia nella villa aretina del conte Conte Borghini Baldovinetti de Bacci all’anniversario di nozze celebrato con le figlie in casa di Luigi e Francesca Bellini, dal pranzo di primavera nel castello dei Conti Ascanio e Letizia Guidi Calvi di Bergolo a quello in campagna dai Baroni Francesco e Donatella de’ Peverelli, in città con i Principi Filippo e Giorgiana Corsini o nella villa Graziani ospiti della Contessa Maria Luisa Mels Colloredo Graziani a Vada. E, ancora, saranno visibili il servito da tè del Settecento della marchesa Francesca Albergotti di Arezzo e lo splendido set di piatti decorati in oro zecchino, creati dal designer di moda Stefano Ricci in esclusiva per Annie Feolde dell’Enoteca Pinchiorri. 
Infine, per la prima volta, saranno esposte le posate di proprietà del Museo Bardini: cucchiaio, forchetta e coltello in cristallo di rocca e bronzo dorato di manifattura fiorentina dei primi del XVII secolo.
 
Nel complesso, uno scintillio di oggetti preziosi che ben si sposa con le opere d’arte contenute nel museo Bardini e illustra con piacevole levità la storia dell’arte di ricevere, tra porcellane finissime e maioliche decorate, cristalli, vetri lavorati a mano e decorati d’oro, tovaglie di lino, centri tavola in bronzo, candelieri d’oro, posate e caraffe d’argento. Ma anche oggetti in acciaio e legno di design modernissimo a testimoniare i cambiamenti di moda e di gusto.
 
E se è pur vero che nel quotidiano, assordante, parlare mediatico di cibo, cuochi e vino, raramente si pone l’attenzione alla tradizione della “tavola” intesa come gusto nell’accoglienza e nella cura del dettaglio, è certo che lo splendore di stoviglie, posate, bicchieri, tessuti preziosi e argenteria dispiegati sulle tavole del Museo Bardini non mancherà di stupire e affascinare i visitatori. 
 
L’obiettivo, in fondo, è proprio quello di far riscoprire e amare l’arte tutta italiana del ricevere e accogliere con ospitalità. Un’arte che non vive necessariamente di sfarzo, ma ama il buon gusto e l’armonia. 
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