L’Italiana in Algeri (The Italian Girl in Algiers, 2013, 153 minuti) è la prima opera di una serie speciale dedicata a Gioachino Rossini grazie a una speciale collaborazione tra l’IIC di Los Angeles e la Rossini Opera Festival di Pesaro. 
 
Si tratta di un’esuberante produzione basata sullo Swing anni ‘60 che ha la regia di Davide Livermore. Uno “stravolgimento” rispetto al dramma giocoso in due atti che fu rappresentato per la prima volta al Teatro San Benedetto di Venezia il 22 maggio 1813. Ma la modernizzazione del libretto rivitalizza profondamente la lirica affidata all’interpretazione del soprano Elisabetta Russo, del baritono Roberto Perlas Gomez e del pianista Vladimir Khomyakov che offriranno una live performance particolarmente ispirata il 27 luglio.
 
Elisabetta Russo ha studiato al celebre Conservatorio Santa Cecilia di Roma e con il direttore artistico Alberto Zedda dell’Accademia Rossiniana di Pesaro. Ha vinto il premio per La Migliore Cantante Femminile agli Hollywood Music Awards 2011 ed è stata vincitrice della Beverly Hills Music Competition nel 2014. Si è esibita a livello internazionale e ha collaborato con prestigiosi conduttori, registi e compositori. 
 
Il baritono filippino-americano Roberto Perlas Gomez ha un vasto repertorio di oltre novanta ruoli nei quali si è esibito con molte compagnie di Opera internazionali e regionali negli Stati Uniti, spesso in ruoli principali sia in francese che italiano. 
 
Appuntamento successivo con l’opera italiana il 2 agosto per “Ciro in Babilonia” che narra la storia biblica di Belshatsar e della sua arroganza contro il valore del giovane Ciro. Una storia che ha inspirato il giovane Rossini che ne ha tratto una storia drammatica arricchita da implicazioni occidentali e orientali che ha ancora rilevanza ai giorni nostri. 
“Cyrus in Babylon” del 2012 (165 minuti) sarà la seconda opera di questa serie di special screening dedicati al maestro marchigiano di cui quest’anno è stato festeggiato un compleanno speciale: i 220 anni dalla nascita. 
 
Nato a Pesaro il 29 febbraio 1792, è uno dei più celebri compositori italiani, noto per l’incredibile creatività compositiva e per la natura innovativa dei suoi lavori, spesso in contrasto con gli schemi musicali del tempo. 
Durante la carriera collezionò importanti successi e diverse sconfitte. Il barbiere di Siviglia, tra le sue opere più celebri, esordì il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma, e fu accolto da fischi e polemiche, per poi diventare uno dei più grandi successi operistici al mondo. 
 
L’impronta lasciata dal compositore italiano nella musica è oggi indiscussa, tanto che l’immaginario collettivo associa al suo nome la vera essenza dell’opera. “L’italiana in Algeri”, “La gazza ladra”, “La Cenerentola” e “Guglielmo Tell” sono oggi capolavori molto amati anche dal pubblico internazionale.
 
“L’italiana in Algeri”, su libretto di Angelo Anelli, rimase in repertorio, in Europa e negli Stati Uniti, per quasi tutto l’Ottocento, anche quando la diffusione delle opere rossiniane era ormai in declino. La prima ripresa novecentesca risale all’edizione torinese del 1925, diretta da Vittorio Gui ed interpretata da Conchita Supervia, che destò l’entusiasmo di Richard Strauss, e da allora, L’italiana in Angeri, che Stendhal definì “la perfezione del genere buffo”, è rimasta, insieme a “Il barbiere di Siviglia”, a “La Cenerentola” e, in misura minore, al “Guglielmo Tell”, una delle opere di Rossini più rappresentate nel repertorio dei teatri lirici di tutto il mondo.
 
A scrivere la regia è stato il torinese Davide Livermore. 
Dopo dieci anni di carriera da tenore, dal 1998 ha scelto di dedicarsi completamente alla regia, con una predilezione per il teatro musicale e per la regia operistica. Direttore artistico del Cineteatro Baretti di Torino, dove si dedica al teatro musicale di sperimentazione, insegna Vocalità ed Educazione musicale presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino. Nel febbraio 2013 diventa Direttore artistico del Centro di perfezionamento Plácido Domingo del Palau de les Arts di Valencia. La nomina fu voluta dallo stesso Domingo. 
 
Ha curato la regia di produzioni operistiche per il Maggio Musicale Fiorentino, il Regio di Torino, il San Carlo di Napoli, il Carlo Felice di Genova, La Fenice di Venezia, l’Opera Company of Philadelphia, l’Opéra de Montpellier, l’Opéra d’Avignon, l’Opera de La Coruña, il Teatro Arriaga di Bilbao, il Teatro de la Zarzuela di Madrid, il Bunka Kaikan di Tokyo e il Seul Arts Center.

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