La vittoria contro il Milan proietta la Juventus a un passo dal suo secondo titolo consecutivo. La stagione dei bianconeri è stata trionfale: gli uomini di Conte hanno dominato il torneo sin dalla prima giornata, senza mai lasciare la vetta della classifica. Rispetto alla scorsa stagione, abbiamo però conosciuto una Juventus meno spettacolare e molto più solida. Forse anche per via dell’oneroso impegno della Champions League, infatti, il club torinese ha cambiato il proprio modo di giocare in modo piuttosto marcato.

La Juventus 2012/2013 è diventata squadra molto più prudente e compatta e, pur mantenendo come proprio marchio di fabbrica potenza fisica e atletica, ha adottato un approccio tattico più coperto e prudente. In questa ‘evoluzione’ hanno certo inciso  la grande forza del centrocampo e la scarsa affidabilità delle punte. Il modulo di riferimento è sempre più diventato un 3-5-2 molto coperto. Sulle fasce hanno agito dei terzini adattati a fluidificanti (Lichtsteiner, Peluso, De Ceglie) e, anche quando si è optato per dei veri centrocampisti, ci si è affidati a uomini di corsa e forza, non certo di tecnica (Asamoah, Isla e lo stesso Padoin).

Attorno al creativo più efficace della Serie A (Pirlo, ovviamente. Che, comunque, col passare degli anni ha notevolmente accresciuto le proprie capacità difensive e di recupero palla), Conte ha costruito un mediana fitta, forte e capace di inserirsi in avanti, ma sempre composta da giocatori che hanno, come caratteristiche primarie, capacità di recupero e di corsa in ripiegamento. Per cui, se è vero che Vidal è un grande incursore, che Marchisio è una mezz’ala eclettica e che Pogba ha colpi da grande talento, va sottolineato come la ‘prima idea’ insita nel DNA di questi atleti, sia la necessità di coprire e ripiegare.

Mediana e fluidificanti hanno così sempre più costituito un filtro efficace, uno schermo protettivo che ha consentito al terzetto difensivo di essere tranquillo e coperto. Se poi aggiungiamo la crescita impetuosa dei tre difensori bianconeri e la capacità juventina – ineguagliata in Serie A – di mantenere le giuste distanze tra i reparti, occupando nel modo migliore il campo, avremo un quadro tattico molto chiaro, che rende la Juve attuale una solidissima macchina atletica, difficilmente aggredibile. In tutto questo, ne hanno fatto le spese le punte. Conte, non avendo ottenuto il tanto agognato top player d’attacco, si è concentrato sullo sviluppo della manovra e della solidità di squadra. In avanti ha alternato tanti giocatori non sempre ottenendo buoni risultati e appoggiandosi sempre più, anche per le questioni realizzative, al suo possente centrocampo.

Questa tendenza, nel finale di stagione, sembra persino essersi acuita. Infatti la Juve, ultimamente, sta rinunciando alla seconda punta, schierando Marchisio come collante tra il centrocampo a 5 e l’unico attaccante (solitamente Vucinic). In questo modo, crescono compattezza, corsa, movimenti senza palla e inserimenti. Certo ne risente un po’ lo spettacolo (e lo stesso Marchisio sta pagando dazio, visto che gioca in una posizione per lui non completamente adatta), ma perforare la Juve sta diventando un problema un po’ per tutti. Queste accortezze tattiche – abbinate alla consueta fisicità dei bianconeri -, se verranno supportate da un buon mercato estivo, potrebbero far riguadagnare alla Juventus la tanto agognata dimensione europea. Certo, magari anteponendo i risultati allo spettacolo. Ma tanto i perdenti, per quanto ‘belli’, non se li ricorda mai nessuno.

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