Immigrati. Qualche volta pure clandestini. Chiamati dal destino, però, all’improvviso, in un giorno della loro vita raminga, al riscatto, alla riabilitazione.

 
Basta sfogliare un archivio, riannodare le fila di storie e di risvolti strappacuore, per scovare uno spaccato italiano sconosciuto e, per questo, struggente. Clandestini, immigrati, una vita difficile alle spalle, un futuro zeppo di incognite. Capaci però, con gesti eroici, di salvare vite umane.
 
L’ultimo episodio? È accaduto quindici giorni fa, nella Marsica, Adoiou, marocchino, ha salvato una famiglia di tre persone (tra cui c’era un bambino di cinque anni) estraendoli, uno dopo l’altro, da una canale nel quale erano finiti. Si è spogliato, si è tuffato nell’acqua gelida ed ha così riscattato una vita infame. Giunto in Italia quasi vent’anni fa, era entrato nel giro della droga.
 
Prima da semplice pusher, poi da spacciatore. Era stato condannato ad una pena di quattro anni. Uscito dal carcere non aveva rispettato l’obbligo di espulsione, sancito dal Ministero degli Interni, rifugiandosi da clandestino nelle campagne della Marsica. In un giorno dello scorso ottobre il destino gli ha concesso l’opportunità di riscattarsi e Adoiou non si è voltato da un’altra parte.
 
Seppure da clandestino – e dunque sapendo di andare incontro a guai sicuri – ha salvato la vita a una intera famiglia. Legittimo, allora, che il Ministro degli Interni gli abbia concesso un permesso di soggiorno per sei mesi per motivi umanitari.
Storie di coraggio, di abnegazione. Di straordinario altruismo. Ci sono anche donne in questa galleria di essere umani dimenticati, costretti a vivere ai margini della società, lontano dalle proprie terre di origine.
 
Dal Marocco di Adoiou all’Honduras di Iris: il mondo è vario e pure composito. Anche lei clandestina, sempre terrorizzata alla vista di un agente in divisa o di una vettura delle Forze dell’Ordine. Salvò Letizia, una bambina italiana di undici anni che le era stata affidata all’Argentario. La portò quasi a riva prima di essere travolta da un’onda anomala. Il suo corpo venne ritrovato, di sera, a quasi duecento metri dalla riva.
 
Il Presidente della Repubblica, Napolitano, consegnò alla mamma una medaglia d’oro al valor civile. Ci sono pure coloro che si rendono protagonisti di scelte eroiche ma che poi preferiscono tornare nell’ombra: come i due giovani immigrati clandestini che, dopo aver tratto in salvo dalle acque del lago di Iseo due fratellini, sono spariti così come erano apparsi. Neppure un messaggio della mamma dei due piccoli – che voleva ringraziarli pubblicamente – fece breccia in loro.
 
La storia più datata è quella di Mohamed, tunisino sposato con un’italiana. Sulla spiaggia di Agrigento prima salvò un bambino e sua mamma. 
 
Poi, stremato, accorse nuovamente per trarre in salvo un altro piccolo, caduto dagli scogli. Stavolta l’impresa non gli riuscì: morirono entrambi. Successivamente, con un decreto specifico, la Regione Sicilia stabilì che i figli di Mohamed fossero assunti. Sacrificando la sua vita ha garantito ai suoi eredi un posto di lavoro sicuro.
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