Il giorno dello scorso Santo Stefano, Stella, una bambina romana di nove anni, stava tornando a casa dopo aver trascorso il pomeriggio in casa di amici. La macchina, guidata dalla mamma, stava percorrendo la via Nettunense, una delle arterie più battute e più pericolose alle porte di Roma: una delle strade che conducono al mare e al litorale sud.
 
Assieme a lei, in macchina, la sorellina ed il loro cane. Su un lungo rettilineo, uno dei tanti della strada – in cui non si dovrebbero superare i sessanta-settanta all’ora – un’auto, guidata a velocità folle da un ragazzo rumeno senza patente e ubriaco, ha invaso la corsia opposta, schiantandosi contro la macchina in cui c’era Stella. Le condizioni della bambina sono apparse subito disperate: era finita fuori dall’abitacolo, riportando gravi lesioni. Sul colpo era morto il cane, mentre la mamma e la sorella avevano riportato fratture meno lievi.
 
L’agonia di Stella è durata una notte o poco meno: si è spenta poche ore dopo all’Ospedale Bambino Gesù, il nosocomio dei bambini visitato, prima di Natale, da Papa Francesco, che ha portato loro un po’ di sorrisi e di preghiere. I medici dell’ospedale si sono prodigati quasi alle soglie dell’impossibile. Poi hanno tolto la mascherina e sfilato i guanti di lattice, salutando per l’ultima volta una bambina profondamente sfortunata.
 
Pur nella tragedia per la fine ingiusta di Stella e per le condizioni, comunque da monitorare, della moglie e della figlia più piccola, il padre di Stella, in quelle ore infami, ha avuto la forza di mantenere una lucidità straordinaria, fornendo il benestare all’espianto di cinque organi della bambina.
 
 
Un atto di amore grandissimo e non comune che ha ridato la speranza ad altrettanti bambini. Il fegato di Stella è partito per il Veneto, atteso da una coetanea e da un’intera famiglia. I polmoni sono rimasti a Roma. I reni ed il cuore erano invece attesi da altri due bambini in tenera età.
Da una vita spezzata ingiustamente a soli nove anni, per colpa di un delinquente, a cinque altre vite a cui è stata ridonata la fiducia verso il futuro.
 
Un gesto – quello della famiglia di Stella, schiaffeggiata da un dolore indicibile – che ha commosso la Capitale, pur indaffarata per i preparativi della notte di San Silvestro. Sono ancora troppo poche, in realtà, in Italia, le famiglie che concedono l’autorizzazione per l’espianto di organi – ove possibile – dei loro congiunti. Nonostante continue campagne mediatiche per la donazione degli organi non si è ancora raggiunto, in Italia, un quantitativo sufficiente per restituire la speranza a coloro che, a casa o in ospedale, aspettano un cuore, un fegato, un rene o cornee nuove.
 
Il caso drammatico di Stella ha riaperto, pur sotto le feste, il dibattito sulla valenza umana e morale delle donazioni degli organi. E il ragazzo rumeno, vi chiederete, autore di una semi-strage? In virtù delle attuali leggi italiane è stato semplicemente denunciato a piede libero per omicidio colposo e non arrestato per omicidio preterintenzionale. 
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