“…Quando veniva il caldo, Baby Suggs, santa, seguita dai neri, uomini, donne e bambini, portava il suo grande cuore alla Radura, un ampio spazio aperto nella foresta profonda, alla fine di un sentiero noto solo ai cervi ed a quelli che lavoravano la terra. 
 
Il sabato pomeriggio si metteva seduta mentre la gente aspettava fra gli alberi… Baby Suggs chinava il capo e pregava in silenzio…poi chiamava i bambini, le donne e gli uomini adulti… Cominciava così: i bambini ridevano, gli uomini danzavano le donne gridavano   e poi tutto si mescolava… Nel silenzio che seguiva, Baby Suggs, santa, offriva loro il suo cuore grande…Non diceva loro di purificare la vita, di andarsene e non peccare più. …Diceva che la grazia che potevano avere era quella che riuscivano ad immaginare.  
 
‘Qui’, diceva, ‘in questo posto noi siamo carne, carne che piange, che ride, che danza a piedi nudi sull’erba. Amatela, amatela molto…’ Poi si alzava e danzava muovendo i fianchi…mentre gli altri aprivano la bocca e le davano la musica. Lunghe note tenute finché l’armonia delle parti era perfetta abbastanza per quella carne profondamente amata”. Toni Morrison, “Beloved”.
La scrittrice Toni Morrison 

La scrittrice Toni Morrison 

Tony Morrison è una scrittrice americana di colore dotata di immaginazione visionaria, premio Nobel per la letteratura nel 1993.  
 
Il suo romanzo “Beloved” è ambientato nel periodo seguente la liberazione degli schiavi e la guerra civile, nello Stato dell’Ohio. 
 
Da questo romanzo ho tratto l’immagine della donna nella foresta che, insieme agli altri della sua comunità, canta con la voce e con il movimento del corpo l’amore per la sua gente. È la voce degli afroamericani resi schiavi, descritta in questa immagine memorabile che rappresenta simbolicamente, come un mito lontano, la nascita del gospel, (God’s spell/La parola di Dio), un particolare genere di musica nera che ha attraversato la cultura americana fino a giungere ai nostri giorni, come una specialissima forma di spettacolo. 
 
Ed ecco il Gospel a L’Aquila. All’Auditorium “Gen. S. Florio” si è esibito il coro diretto da Walt Whitman, “The Soul Children of Chicago”, nato nel 1981 come un’alternativa di vita per i giovani afro-americani a rischio. 
 
La musica dà loro la possibilità di esprimere energie e creatività. Il coro è oggi un’affascinante realtà della musica gospel, uno dei gruppi giovanili più celebri al mondo.   
 
Negli Usa questo genere di musica si è sviluppato e si pratica nella chiese della gente di colore. Solo alcuni gruppi escono da quell’ambiente ed entrano nei teatri frequentati da pubblici eterogenei.
 
 Lo spettacolo offerto al pubblico aquilano è stato un vivacissimo, ricco intreccio di suoni, voci, colori e movimento. Le luci multicolori dei fari accompagnavano e sottolineavano il ritmo delle voci e degli strumenti, le parole in inglese ed i gesti di Walt Whitman hanno spiegato e comunicato in modo efficacissimo le tradizioni musicali dei neri riuscendo a coinvolgere il pubblico aquilano. 
 
Questa volta presenti in sala non solo i tradizionali abbonati della “Barattelli”, ma anche tanti giovani, e tutti insieme hanno partecipato con il cuore, la mente ed i gesti alla performance dei ragazzi neri di Chicago, in una serata toccante, indimenticabile.    
 
Per concludere ricordo le parole del brano offerto alla fine dello spettacolo: “We need each other to make a better world, abbiamo bisogno gli uni degli altri per fare un mondo migliore”. Sono le parole di una canzone e lo slogan del pre-sidente Barack Obama, a lungo vissuto a Chicago. Lady Michelle è figlia del ghetto nero di Chicago, che ha nel suo patrimonio genetico la memoria della schiavitù. 

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