YANKS GO HOME. MA A TESTA ALTA – Dopo essersi qualificati come seconda forza del ‘girone di ferro’ (in cui figuravano anche Germania, Portogallo e Ghana), gli Stati Uniti si sono arresi, negli ottavi di finale, contro il Belgio. Ai Diavoli Rossi di Wilmots, però, sono serviti 120′ per aver ragione sugli Usa e se, al 90esimo Chris Wondolowski non avesse calciato in tribuna la clamorosa palla-gol capitatagli, con ogni probabilità staremmo raccontando un’altra storia.
KLINSI ÜBER ALLES – Tutti con Klinsmann, comunque. I modi scientifici, ma informali dell’allenatore tedesco hanno convinto un po’ tutti: gli addetti ai lavori pronosticano un futuro roseo alla Nazionale a stelle e strisce. La strada imboccata in Brasile è quella corretta e c’è la sensazione che non servano troppi ritocchi per migliorare ancora.
ONE NATION, ONE TEAM – La vera vittoria di Klinsmann, però, non è stata ottenuta in Brasile, bensì in patria. Gli Stati Uniti, infatti, sono letteralmente impazziti per il soccer, in un modo del tutto superiore a quanto avvenuto sia durante l’infelice esperienza della Nasl (anni ’70-’80), sia all’indomani di Usa ’94. In quelle occasioni, il Paese non era pronto: il calcio era ancora uno sport non diffuso e non capito, destinato agli immigrati e – successivamente – alla popolazione femminile. Ora è tutto diverso: la Mls è un esempio virtuoso: riempie gli stadi, mostra un buon calcio, investe tanto e bene e attira sempre più giocatori di alto livello (avanti con l’età, magari, ma tutt’altro che finiti: Villa e Kakà sono le new-entry più recenti).
UN PAESE PRONTO – Gli Usa sono pronti. Lo stesso Obama, entusiasta delle prestazioni della Nazionale al Mondiale, ha dichiarato di essere “molto orgoglioso dei calciatori americani” e di essere convinto che gli Stati Uniti “vinceranno tutto prima di quanto il mondo possa pensare”. Con un bacino di utenza enorme, una ‘scienza dello sport’ di primissimo livello e la possibilità di grandi investimenti, gli Stati Uniti potrebbero essere davvero prossimi al salto di qualità.
PALLA ALLA FIFA – Anche la Fifa vede di buon occhio un’eventuale ‘conversione degli Usa’ al soccer. Il Paese sarebbe un esempio virtuoso per tutti e, di certo, un mercato ricchissimo. Per farcela, il calcio dovrebbe penetrare negli stati Usa più refrattari alla novità (si parla soprattutto del Midwest).
Una mossa geniale, da parte della Federazione internazionale sarebbe, in caso di fallimento del progetto Qatar, assegnare i Mondiali del 2022 proprio agli Stati Uniti.
VOCE FUORI DAL CORO In questo clima di entusiasmo diffuso, Landon Donovan (il grande escluso da Klinsmann) spara a zero contro il Ct della Nazionale, che sarebbe reo di non aver mai giocato per vincere le partite, optando troppo spesso per un 4-5-1 con Dempesy abbandonato al proprio destino. C’è del vero nelle parole della stella dei Galaxy, ma in questo momento di trasporto generale, rischia davvero di rimanere inascoltato…